I Monegaschi si sono qualificati ai quarti di Champions sbarazzandosi del City di Guardiola e mettendo ancora in risalto tanti talenti
MONACO – Circa otto anni fa usciva, in tutte le sale cinematografiche, Segnali dal Futuro. Un film che narra di un ipotetico scenario apocalittico in cui viene preannunciata la fine del mondo. Ecco, la pellicola non offre un finale a lieto fine, tutto il contrario di quello che ha subito il Monaco che ieri ha eliminato il Manchester City mandando a tutti grandi segnali dal futuro con una quantità spropositata di talenti e un gran bel gioco, frutto dell’organizzazione di Jardim e la programmazione.
LA DIFESA
Per snocciolare la squadra Monegasca bisogna partire dalla prima linea della squadra di Jardim, ossia dal pacchetto arretrato dove nascono la maggior parte delle manovre Monegasche. La coppia di centrali stupisce e stona, per cosi dire, con l’età media della squadra visto che stiamo parlando di Glik e Raggi, due conoscenze del calcio Italiano che si sono immersi alla perfezione in questo contesto anche se l’ex Empoli milita già con la squadra del Principato da molti anni. L’alternativa a uno dei due è Jemerson, classe 92′, che ha ben figurato nella partita di ieri contro il Manchester City.
La vera forza, il vero motore della difesa del Monaco sono i due terzini che rispondono ai nomi di Mendy e Sidibè: il primo, ex Marsiglia, gioca sulla sinistra ed è un vero motorino infaticabile con una grande capacità di creare cross avvolgenti mentre il secondo è un classe 92′ che il Monaco ha strappato al Lilla quest’anno: giocatore che cura molto la fase difensiva ma non disdegna, nemmeno lui, la fase offensiva. La riserva è un tale Almamy Toure che ieri è subentrato a Raggi come centrale visto che può coprire entrambi i ruoli. Da non sottovalutare anche Jorge e Diallo, classe 96′ come Toure. Il futuro è loro insomma.
IL CENTROCAMPO
Il fulcro della manovra Monegasca è questo con la cerniera di centrocampo formata da Fabinho e Bakayoko in cui ognuno completa l’altro. Il primo, è un difensore adattato (alla perfezione) a centrocampo con tempi di inserimento non comuni e la capacità di calciare alla grande i rigori visto che quest’anno non ne ha sbagliato uno. Dall’altra c’è colui che ha regalato la qualificazione al Monaco, Bakayoko: classe 94′ molto duttile e bravo sia in fase di impostazione e in fase di ripiegamento e che, ieri, ci ha fatto vedere che è anche un discreto colpitore di testa.
Sugli esterni ci sono il genio e la velocità di Bernardo Silva e Lemar: il primo ha una capacità di dribbling e un tocco di palla sublimi tanto che sarà più facile vedere un’asteroide cadere sulla Terra che assistere ad un errore del classe 94′. Semplicemente celestiale come la giocata irreale fatta a Manchester nella partita di andata. Sulla fascia sinistra c’è Thomas Lemar, classe 94′ dotato di una grande velocità un rapido cambio di passo: ama convergere verso il centro, è un abile tiratore di punizioni e quando duetta con Mendy la fascia sinistra diventa una staffetta per i 100m piani. Le riserve non sono da meno visto che in panchina Jardim può contare sull’imprevedibilità di Joao Moutinho e Dirar mentre tra i giovani promettenti c’è Gabriel Boschillia, classe 96′ che quest’anno ha già messo a segno 8 gol in 22 partite di cui 6 in campionato.
L’ATTACCO
Qui arriviamo al paradiso Dantesco sotto ogni tipo di sfaccettatura visto che la squadra di Jardim ha il miglior attacco d’Europa con i suoi 126 gol stagionali di cui 84 in campionato. La copertina se la prendono in due per motivi diversi: Kylian Mbappè e Radamel Falcao. Il primo è un potenziale fenomeno del calcio moderno tanto che è già stato soprannominato il nuovo Henry ma ciò che stupisce ancora di più è l’età di questo ragazzo che a Dicembre ha compiuto 18 anni, stiamo parlando quindi di un 1998. Pazzesco. Pazzesco come il suo score in questa stagione che parla di di 17 gol fatti in 30 partite, di cui 10 in campionato e già due nella fase a eliminazione diretta della Champions.
Dall’altra parte c’è Radamel Falcao, un giocatore completamente ritrovato rispetto agli ultimi due anni bui in Inghilterra caratterizzati, per altro, da molti infortuni: i numeri però parlano chiaro e quest’anno evidenziano una rinascita del Tigre che è tornato a ruggire grazie ai suoi 23 gol in 30 presenze, 16 in campionato e 6 in Champions League in 6 presenze. Le alternative a questa coppia sono valide come ha dimostrato Germain ieri sera, giocatore che segna poco ma che risulta essere molto importante nell’economia del match. Occhio, poi, agli altri giovani terribili come l’Argentino Guido Carrillo (1991).
Fonte foto: Sito ufficiale UEFA.