A Ravera il titolo Rookies 1000 del Motorbike Italia-CRV Piemonte 2022

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gianluca ravera

Gianluca Ravera è uno dei piloti che hanno preso parte al Motorbike Italia-CRV Piemonte 2022, il campionato regionale di velocità organizzato dal Moto club TTN Racing Club di Novara del presidente Alessandro De Gregori, giunto quest’anno alla sua settima edizione e conclusosi domenica 25 settembre scorso con le premiazioni ufficiali. Ravera ha vinto la categoria Rookies 1000: 145 i punti finali, cinque i primi posti (Varano I e II, Cremona I e II, Cervesina II) e un secondo posto (Cervesina I). 45 anni, originario di Castelletto Molina nell’Astigiano, Ravera vive a Castelnuovo Calcea (AT) e ha uno studio tecnico condiviso con la moglie e il “socio” geometra Torello e una società di costruzioni. Una passione forte, quella per le due ruote, nata però non in giovanissima età (“arrivavo da 17 anni di campionati di calcio, poi a 29 anni, dopo qualche infortunio di troppo, ho deciso di dedicarmi alle due ruote, la mia seconda passione”). Noi gli abbiamo rivolto qualche domanda per fare il punto della situazione e “tastare” le sue ambizioni future.

Ravera: un bilancio della stagione appena terminata?

“Ho già nostalgia del campionato, e quello del 2023 è ancora lontanissimo! Un’esperienza eccellente. Mai fatta prima. Mi vengono i brividi a pensarci ancora oggi. Sono stato seguito, guidato, supportato e sopportato dai miei due “angeli custodi”, Sandro Maiello e Giancarlo Pavesi, ovvero il team che ha lavorato con me in tutte e sei le gare. Come tutte le esperienze nuove, è stato bellissimo ma anche faticoso”.

Che giudizio dai all’organizzazione del campionato? Hai qualche suggerimento per il prossimo?

“Giudizio più che positivo. Ottimo. C’è da dire che mi piacerebbero alcuni piccoli correttivi, per esempio poter valutare, a gara terminata, i tempi sul giro delle prove e della gara stessa, per migliorarmi e migliorare la performance, e fare comparazioni con il passato. Purtroppo le griglie sono un po’ scarse, questo è un altro “problema”, ma non è certo colpa di chi organizza. Mi rendo conto che forse, sia per via dei costi da sostenere,sia per vincoli di regolamento, partecipare ad un intero campionato non è semplice.

Aggiungo che si potrebbero coinvolgere di più i partecipanti, fare gruppo, magari con un briefing serale con aperitivo e/o cena prima di scendere in pista. E, poi, fare una doppia gara la domenica. Il mio obbiettivo è quello di divertirmi e fare esperienza; migliorare le proprie capacità lo si può fare solo girando, girando e ancora girando e aumentare, compatibilmente con gli impegni organizzativi e costi, le uscite in pista è uno dei metodi più efficaci. Ma ripeto, e sono sincerissimo: un ringraziamento e un plauso a De Gregori e il suo gruppo, ombrelline comprese, sono stati davvero eccellenti in tutto”.

Vuoi provare a spiegare a un neofita quali sensazioni si provano in pista?

“La sensazione più incredibile è l’adrenalina che trasmette questo magnifico sport. Pochi secondi prima, quando sei in griglia, saluti moglie e meccanici, ecco: tra quell’istante e quando si accende il semaforo, lì si raggiunge l’apice. Poi la gare, la competizione. Subito dopo la sensazione che mi appaga maggiormente è la competizione che si viene a creare: io vivo di questo, del confronto anche con piloti più avanti di me. Infine, lo dico perché è giusto dare il messaggio corretto a chi ha intenzione di provare l’esperienza di partecipare ad un intero campionato, anche se non è una sensazione, bisogna fare una programmazione dell’intera stagione e farsi seguire da personale professionale qualificato, per evitare di arrivare a metà stagione con le tasche vuote e senza divertirsi…”.

Hai mai paura?

“L’ho provata quest’anno il 3 luglio in un test a Varano. Mi hanno centrato da dietro “alla X” e sono andato in terra. Ho avuto l’angoscia per la mia famiglia che era sulle tribune a guardarmi. Sono finito in ospedale, a Parma, con la clavicola rotta e ho avuto la paura di non poter terminare la stagione perché i medici parlavano di operazione. Il 23 luglio, dopo tre settimane di fisioterapia, ho corso con la spalla rotta. Sì, sono sceso in pista venti giorni dopo l’infortunio, contro il parere di tutti. E’ andata bene. Ma solo quella è la paura che provo, altre no: se no non potrei praticare questo sport”.

Che ambizioni hai per il futuro?

“Intanto spero che Alessandro De Gregori mi chiami! Prima di tutto voglio divertirmi, sembra una frase fatta, ma a 45 anni non lo è affatto. Siamo già al lavoro con Sandro e Giancarlo per programmare la prossima stagione con qualche upgrade sul “bombardone”, voglio andare al massimo”.