Zlatan Ibrahimovic allarga le braccia, sorride e aspetta l’abbraccio dei suoi compagni: al Meazza è una scena vista parecchie volte, anche se lo svedese aveva un’altra maglietta addosso. Dopo averlo a lungo detestato, i tifosi rossoneri speravano di vederlo il prima possibile e contro l’Auxerre sono stati accontentati: doppietta in tre minuti e ritorno alla vittoria casalinga del Milan in Champions League dopo quasi tre lunghi anni. Ce n’era bisogno per scacciare i fantasmi di Cesena che stavano piano piano tornando fuori in una partita con poco spettacolo e ancora tanti dubbi sulla reale consistenza di una squadra dalle potenzialità enormi ma dall’equilibrio comunque fragile. E la vittoria contro i modesti francesi dà sì di nuovo morale e fiducia ma non chiude il cantiere aperto da Massimiliano Allegri che ancora deve trovare il modo per far convivere i vari reparti della sua squadra.
Ci vuole più di un’ora di gioco per venire a capo dell’Auxerre che non se ne sta dietro a farsi attaccare e a subire un Milan potenzialmente in grado di essere devastante se ha sempre il controllo della palla. Per un tempo sono infatti Nesta e Bonera a dover preoccuparsi di più perchè la squadra di Fernandez ha tanti piedi ruvidi ma non subisce affatto l’evidente differenza di talento con i rossoneri e rumina il classico calcio brutto ma efficace, buono per far giocare male anche gli avversari.
C’è qualcosa che non va nel Milan e allora si cercano soluzioni: Ibrahimovic cambia le scarpe, Pato cambia la maglietta, Allegri cambia l’infortunato Ambrosini per Boateng ma l’unico tiro in porta arriva dai piedi di Pirlo ed è una punizione centrale che Sorin non ha problemi a ribattere. Va bene ad Abbiati al 20′ quando osserva immobile il pallone colpito dalla testa di Coulibaly finire sulla parte alta della traversa. Il tridente delle meraviglie del Milan resta una definizione da giornali e nulla più perchè la luce è bella spenta e non sembra ci sia nessuno in grado di accenderla. Con un paio di piedi buoni in più, l’Auxerre potrebbe anche passare in vantaggio ma Langil è sciagurato nel concludere alto un contropiede che lo porta davanti ad Abbiati, ignorando Jelen solo a due metri dalla porta. Con il passare del tempo aumenta la pressione del Milan ma non cambia la sostanza: pericoli pochi, spettacolo zero e fischi più del previsto, quando il romeno Balaj manda le squadre negli spogliatoi.
Un paio di occasioni nei primi minuti della ripresa grazie ai primi segnali di vita di Ronaldinho e Ibrahimovic, danno l’impressione che ci sia un altro Milan in campo ma in realtà la partita prosegue nel suo triste ritmo che neanche l’ingresso di Robinho per l’acciaccato Pato modifica. Ma dai e dai, qualcosa da tanti piedi buoni prima o poi arriva e, siccome l’Auxerre non riuscirebbe a segnare neanche se stesse in campo due giorni, allora ci pensa il meno atteso dei rossoneri a inventarsi l’assist giusto per il vantaggio: l’azione del primo gol parte da Ronaldinho ma è Boateng a mettere Ibrahimovic davanti alla porta con un perfetto colpo di testa all’indietro. Lo svedese arriva con il suo piedone n.47 in spaccata prima del difensore e mette dentro il suo primo gol da giocatore del Milan. C’è bisogno di aspettare solo tre minuti per la replica, con l’azione ancora condotta da Ronaldinho e chiusa da Ibra con un destro preciso che batte Sorin. Tanto basta per battere il modesto Auxerre e per far diventare di nuovo Ibrahimovic re del Meazza. Ma qualche dubbio sulla forza del Milan resta, e non è solo colpa della partita di Cesena.
[Redazione Il Vero Milanista – Fonte: www.ilveromilanista.it]