MADRID – Domenica si ripete un copione che, almeno due volte l’anno, scalda una nazione intera. Come quasi sempre negli ultimi anni, questa sfida vale il titolo di campione di Spagna. Una paese che si ferma, oltre un miliardo di spettatori collegati da ogni parte del globo. Anche questo è Real Madrid-Barcellona. Quest’anno El Clasico può valere una stagione. Senza dubbio deciderà le sorti di entrambe le squadre. Il Real vincendo archivierebbe la pratica campionato, portando il vantaggio a 6 punti (in attesa di recuperare la partita contro il Celta Vigo). Il Barca vincendo riaprirebbe il discorso. La rivalità tra le due maggiori squadre della Spagna risale all’inizio del secolo scorso. Ma è una rivalità che va oltre il calcio. La politica e la geografia hanno scandito la storia di questi due club. Barcellona, capitale della Catalogna, e simbolo dell’indipendentismo dal potere centrale, rappresentato da Madrid, capitale della nazione e simbolo della concentrazione di potere politico che i catalani osteggiano. La rivalità extra calcistica non poteva non ripercuotersi sul calcio, da sempre visto come un mezzo per affrancarsi.
Alcuni momenti hanno vista la rivalità accendersi in maniera quasi patologica. Il primo di questi momenti è stata la questione legata all’acquisto di Alfredo Di Stefano. Il fuoriclasse argentino, simbolo oggi del madridismo, si era promesso ai blaugrana, ma alla fine l’affare saltò, secondo i catalani per motivi politici, legati al fatto che il dittatore Franco secondo loro caldeggiava per il Real Madrid. La “Saeta Rubia” finì col giocare con la camiseta blanca e diventarne una bandiera, facendo le fortune dei galacticos. Il mercato ha sempre acceso gli animi. Il tradimento più sentito è stato senza dubbio quello dell’asso portoghese Luis Figo, che lasciò il Barcellona per accasarsi l’anno dopo al Santiago Bernabeu. Gli ultimi anni hanno enfatizzato la rivalità. I due club si sono divisi quasi sempre tutti i trofei in palio, sia a livello nazionale che internazionale. La sfida di domenica segna quindi un ulteriore appuntamento in cui va in scena la rivalità storica tra il madridismo e l’orgullo català.
Il Clasico è sempre stato una partita ricca di emozioni. mai noiosa e con in palio sempre grandi trofei. Il bilancio della gara vede leggermente in vantaggio i blancos nelle gare ufficiali. Su 232 partite disputate, escluse le amichevoli, il Real ha avuto la meglio in 93 occasioni; il Barcellona in 91, e 49 volte la partita è terminata in parità. Vantaggio blancos anche per quanto riguarda entusiasmo e motivazioni. I madrileni infatti vengono dalla vittoria nei quarti di Champions sul Bayern Monaco di Carlo Ancelotti, mentre la squadra di Luis Enrique ha subito una scottante eliminazione da parte della Juventus. Clima quindi teso in casa blaugrana, e l’arrivo del Clasico potrebbe togliere ogni dubbio circa la fine del ciclo del Barcellona dei record. I precedenti più recenti sorridono al Real Madrid, che lo scorso anno riuscì nell’impresa di battere il Barcellona al Camp Nou; Al Santiago Bernabeu spesso il Barca è stato corsaro; nella stagione 2015/2016 i blaugrana hanno battuto con un sonoro 4-0 i padroni di casa. Due anni prima i catalani si imposero con un pirotecnico 4-3. Ma la sconfitta più rotonda subita dal Real in casa dal Barca negli ultimi anni è datata 2009, quando gli uomini di Guardiola, allora allenatore dei blaugrana, inflissero un rotondo 6-2 ai merengues.
Insomma, le statistiche, i precedenti e i diversi momenti di forma fanno presagire una partita ricca di emozioni. Una partita, come sempre, con in palio la sorte della Liga. Una partita che di certo non deluderà.
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