Reja ‘miglior tecnico dell’anno’: “Ci crediamo ancora, proveremo ad entrare in Champions…”

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ROMA – Ha raccolto la Lazio dai bassifondi della classifica, l’ha curata nella testa e nelle gambe e l’ha rialzata fino a portarla ai vertici del campionato. Da febbraio a febbraio (da 14 al 7), ha collezionato 66 punti in 39 partite (media da piazzamento europeo), ha prima scongiurato lo spettro della retrocessione, poi rilanciato ambizioni apparentemente sopite.

E’ la cavalcata di Edy Reja, è l’impresa dell’”allenatore dell’anno”: tale è stato eletto dai giornalisti dell’Associazione Stampa Estera, che questo pomeriggio l’hanno messo sul podio in compagnia del romanista De Rossi (miglior italiano insieme alla campionessa di nuoto Federica Pellegrini), dell’ex arbitro Pierluigi Collina (premio alla carriera) e dell’olandese Wesley Snejider (miglior straniero). Un po’ fine e burbero psicologico, un po’ stratega navigato, in pochi sono riusciti a fare meglio di lui nell’ultimo anno solare. 12 mesi fa di questi tempi la Lazio versava lacrime di paura per una sconfitta interna (con il Catania) dal cattivo sapore di serie B; oggi mastica amaro per aver perso l’ennesima occasione del suo campionato vissuto in alta quota contro il tabù Chievo.

Se in casa biancoceleste sono cambiate radicalmente aspettative e prospettive il merito è soprattutto dell’uomo venuto dalla lontana Gorizia che in occasione di questa premiazione ha parlato della sua Lazio e di un campionato in continuo movimento, partendo dal pareggio di ieri, da valutare anche alla luce degli altri risultati: “È un campionato che si sta muovendo soprattutto alle nostre spalle, visto che alcune squadre hanno accorciato le distanze. Però non sono molto d’accordo sull’aspetto critico di ieri dal momento che la squadra ha dato intensità facendo un buon primo tempo. Il secondo tempo sono d’accordo che non siamo arrivati tanto alla conclusione ma di fronte avevamo una squadra che ha creato problemi a tutti in questo campionato chiudendosi bene per poi ripartire.

Però dispiace perché forse meritavamo miglior sorte. Bastava solamente un po’ più di attenzione soprattutto in quel calcio d’angolo e si poteva anche vincere questa gara. Poi da quello che ho letto anche stamattina non è che la Lazio avesse una bellissima tradizione con il Chievo, ed è da anni che non riesce a superarlo. Mi dispiace per i tifosi perché non è bello non riuscire a vincere, soprattutto in casa, però è stato fatto mezzo passo avanti e la squadra mi sembra comunque in salute. Queste critiche riguardo alla condizione fisica non mi trovano d’accordo, anche perché novanta minuti li abbiamo retti. Qualche volta devo fare anche turn-over per dare respiro a qualche giocatore che sta tirando la carretta e pertanto mi auguro di ritrovare un po’ più di brillantezza con il passare del tempo”.

Sarebbe bastato il famoso attaccante da 20 reti a risolvere i problemi di questa stagione? “Sai stiamo parlando da molto tempo di questo argomento, perché la squadra regge bene a centrocampo, dove c’è un buon filtro che ci permette di creare più di qualche opportunità, ma la concretezza in fase offensiva viene un po’ meno. Non abbiamo sicuramente il bomber o giocatori forti in grado di mettere dentro questo pallone. Anche quando giocavamo meglio, pur creando molte occasioni, faticavamo a concretizzare e magari segnavamo solo una rete per poi rischiare di vanificare tutto subendo gol alla prima occasione degli avversari. Sotto questo punto di vista potremo migliorare per quel che abbiamo visto in questo scorcio di campionato, è chiaro che qualche cosina in più in fase offensiva bisogna farlo. In questo momento è più difficile perché abbiamo qualche assenza nel reparto, ma quando saranno di nuovo tutti a disposizione potremo dire la nostra”.

Aldilà delle prestazioni e della classifica attuale, è una stagione in linea con gli obiettivi iniziali? “I nostri obiettivi erano quelli di raggiungere l’Uefa e questo resta il nostro obiettivo tuttora perché sappiamo bene che ci sono squadre più titolate di noi. Però se abbiamo fatto bene fino ad ora e siamo in questa posizione di classifica evidentemente qualche valore lo abbiamo anche noi. È chiaro che bisognerà migliorare molto e sbagliare il meno possibile. Dobbiamo essere sempre in tiro al 100% perché come molliamo un po’ è chiaro che non abbiamo le qualità che hanno le altre squadre”.

Questa accusa di difensivismo che spesso le viene fatta quanto la infastidisce? “Certamente curiamo la parte difensiva ma dipende anche dagli altri. Per esempio a Milano qualcuno ha parlato di squadra inguardabile, ma se vieni schiacciato nella tua metà campo senza riuscire a ribaltare la situazione evidentemente ci sono dei meriti anche degli avversari”.

Prima parlava di critiche ingiuste ed eccessive verso la squadra. Cosa pensa invece di quelle nei suoi confronti? “Già succedeva anche l’anno scorso. Nell’ambiente romano quando non riesci a vincere la critica è sempre pronta. Fa parte del mio lavoro e devo subirle. Poi in alcuni casi le valuto giuste e le accetto, mentre in altri le valuto infondate e non le accetto”.

Anche ieri una parte della tifoseria l’ha fischiata. Cosa si è rotto nel rapporto con la gente? “Devo convivere con queste situazioni. Devo tenere in considerazione come gira la squadra ed i giocatori che secondo me in quel momento particolare non stanno girando e possono sembrare stanchi. A quel punto metto generalmente le forze fresche per dare un po’ più di equilibrio alla squadra oppure per trovare delle soluzioni dalla metà campo in avanti”.

Ieri ha detto che sta ancora aspettando Zàrate. Per quanto tempo lo farà ancora? “Io mi auguro che possa trovare la giornata giusta e che magari possa azzeccare la giocata individuale in grado di risolvere la partita dandogli di conseguenza morale. Per quanto mi riguarda è un giocatore con dei mezzi importanti. Vengo da Coverciano dove ho incontrato Delio Rossi, al quale ho fatto i complimenti per il lavoro che sta svolgendo, ed abbiamo anche parlato di questo visto che lui in precedenza era riuscito a gestirlo al meglio. Ha sottolineato, come aveva già fatto, che secondo lui c’è una gestione sbagliata attorno al ragazzo, quando in realtà lui è bravissimo e non si può dire che non si impegni in allenamento. Sta sentendo su di sé responsabilità per cui ogni volta si sente determinante per le sorti della squadra. Devo tenere in considerazione anche questo rendimento e dare possibilità a chi in alcune circostanze può essere più adatto di lui. Delle volte ci si azzecca altre no. Chi opera spesso è criticato ma bisogna guardare avanti”.

La Lazio è stata a lungo tra la prima e la seconda la posizione. Questo andamento in campionato non può lasciare qualche rimpianto in più qualora non dovesse essere centrata la zona Champions? “Per come si sta svolgendo il campionato, che ad inizio anno non dava la Lazio neanche tra le prime sei, è chiaro che dispiace molto ma come ho detto prima l’obiettivo nostro è un altro. Non siamo cechi e ci sono sicuramente dei valori superiori alla Lazio. Però se riprendiamo la condizione sia mentale che fisica ed anche un po’ di sicurezza possiamo dire la nostra in campionato. I valori di questa squadra sono importanti e sarà fondamentale mantenere la compattezza”.

Quante possibilità ci sono di rivedere la Lazio di inizia stagione, anche tenendo in considerazione che in un anno di sua gestione ha totalizzato una media-punti da Champions League? “È sicuramente una media importante ed è un merito che va dato ai ragazzi che hanno tirato fuori tutte le qualità che avevano. Ma il campionato in corso non è ancora finito e non si può fare la somma di due mezzi campionati. È alla fine che bisogna tirare le somme e mi auguro che la squadra riesca a tornare quella di inizio stagione in maniera da rimanere sempre in queste posizioni di classifica. Sapevo bene anche quando eravamo nelle prime posizioni che sarebbe stata dura e che qualcuno da dietro avrebbe potuto raggiungerci. Adesso stanno dietro delle squadre che nel girone di ritorno faranno valere le loro qualità e noi cercheremo di mantenerle dietro”:

Ha parlato di compattezza del gruppo, ieri Scaloni era abbastanza deluso dal pareggio, Bresciano ha parlato di squadre che stanno arrivando da dietro ed oggi Stendardo ha individuato come obiettivo di entrare nelle prime sei. Ci crede la Lazio alla zona Champions? “Io penso di si, parlando all’interno dello spogliatoio c’è la convinzione di essere una buona squadra. Bisogna giocare partita dopo partita e cercare di ottenere il massimo risultato possibile, mettendo in campo la massima intensità. Poi ci sono anche partite che hanno dei risvolti che ti possono complicare la prestazione ed il Chievo è una squadra che si chiude molto bene e riparte qualche volta. Ieri rispetto alle altre volte siamo stati più attenti sulle ripartenze rimanendo sempre con almeno tre uomini dietro. È una squadra che regge molto bene e fa buon filtro a centrocampo e sono gare che puoi rischiare anche di perdere”:

Ieri ha fatto una difesa dura di Libor Kozak. Si aspettava che la Società la spalleggiasse maggiormente in questa battaglia mediatica? “Ma sai, ho esordito così perché in settimana abbiamo parlato sempre di Libor. Mi dispiaceva che venisse condizionato. Anche negli allenamenti aveva paura di toccare qualcuno, poi ieri ho visto subito al primo falletto fatto in aria tre o quattro giocatori si sono avventati su di lui e questo la dice lunga su ciò che è successo in settimana. Io lo difenderò sempre, perché subisce sempre interventi duri e non è capace di restituire pan per focaccia. Poi è logico che quando c’è uno scontro con qualcuno, lui è un carro armato, ma solo perché quello è il suo modo di correre e di muoversi. Anche oggi ho letto una presa in giro sulla Gazzetta dello Sport e non ho di certo gradito visto che io non avevo nessuna intenzione di offendere e qualcuno quando parla deve essere giusto nei giudizi e deve essere molto attento. Dopo Milano Libor era venuto fuori come un delinquente e queste sono cose che non fanno bene al ragazzo”.

Nella chiacchierata con Delio Rossi non è che avete toccato anche l’argomento del suo rinnovo contrattuale? “No no, siccome lui fuma ci siamo trovati all’uscita. Abbiamo fatto quattro chiacchiere veloci nel tempo che lui si fumasse una sigaretta. Ci siamo raccontati della situazione che sto vivendo a Roma visto che lui l’ha vissuta per quattro anni”.

Dalla Romania circola una voce che Radu verrà acquistato da una squadra di Milano? “Fa molto piacere e significa che stiamo lavorando bene e che il ragazzo è migliorato. Mi auguro che in futuro la Lazio diventi una grande squadra e che giocatori di questo livello possano rimare qui a Roma a vita. Vorrà dire che dopo un po’ d’anni si può tornare a rivivere i tempi d’oro della Lazio quelli nei quali fino a dieci anni fa, si poteva veramente lottare per la Champions con dei giocatori straordinari. E me lo auguro a prescindere dal fatto che io ci sia o meno. Tornando a Radu ieri ha subito un trauma e dovrà stare a riposo per tre giorni. Da giovedì valuteremo i tempi di recupero e se sarà disponibile per Brescia”.

Lei prima ha parlato di compattezza, però adotta spesso un profilo basso quando parla di obiettivi della Lazio. Questo atteggiamento può minare la consapevolezza dei giocatori di poter arrivare ad un grande obiettivo? “I ragazzi non sono stupidi e sanno benissimo quale valore possono avere sia come squadra che a livello individuale. Pertanto è nel compito mio cercare di far rendere la squadra nel miglior modo possibile, in maniera tale che siano gratificati sotto questo punto di vista. Per adesso c’è una certa gratificazione anche perché sono convinti che quello che hanno fatto, lo hanno fatto molto bene, in maniera eccellente. È chiaro che anche loro non sono contenti della situazione attuale perché il mese di gennaio non è stato tra i migliori. Ci sono dei momenti nell’arco di un campionato nei quali su sette partite puoi rischiare di perderne quattro/cinque, ed in dieci mesi si alternano questi momenti. Scherzando avevo detto che mi dispiaceva essere partito così bene. Era meglio arrivarci per gradi perché è più facile rincorrere che essere rincorsi e l’entusiasmo ti viene quando hai qualcosa da raggiungere. Ma noi abbiamo comunque qualcosa da raggiungere”.

Si aspettava, dopo aver salvato la Lazio l’anno scorso, di ricevere i fischi quest’anno? “È chiaro che non fanno piacere però l’ho detto anche ieri sera che capisco il pubblico quando non faccio vedere dei giocatori che ti possono esaltare dal punto di vista tecnico per qualche giocata. Io però deve tenere in considerazione il rendimento totale del giocatore e devo mirare al bene della squadra. Certe volte va bene, certe volte va male ma questo fa parte del mio lavoro”.

[Daniele BaldiniFonte: www.lalaziosiamonoi.it]