CAMPIDOGLIO – Nel finale di manifestazione del 26° anniversario della nascita di “Lazialità”, grande protagonista della serata è stato il tecnico biancoceleste Edi Reja che prima è salito sul palco da premiatore, e infine in qualità di premiato. Nel primo caso è stato un bellissimo vedere il tecnico goriziano, accanto a Delio Rossi colui che l’ha preceduto se non cronologicamente (di mezzo c’è stata la parentesi Ballardini) almeno per quanto riguarda l’affetto dei tifosi.
Rossi e Reja insieme, tra gli applausi delle tante persone presenti e tra l’emozione degli stessi allenatori, soprattutto per quello che adesso a Roma non allena più ma che ha sempre detto di pensare alla gente laziale come al dodicesimo uomo in campo: «Sono arrivato a Roma in punta di piedi e così me ne sono andato. La Lazio è speciale perché a differenza delle altre squadre i tifosi la discutono e la amano. Penso di essere una persona seria e sono contento di aver passato il testimone a una persona altrettanto seria. Io mi sono tolto molte soddisfazioni e penso che con quello sta facendo molto probabilmente riuscirà ad arrivare dove vuole arrivare. Il mio sogno era riuscire a vedere uno stadio completamente laziale che ti supporta, io ci sono riuscito e mi auguro che ce la faccia anche Reja».
La risposta di Reja al momento della consegna del premio è stata ugualmente carica di ammirazione nei confronti del collega: «Ho grande stima per Delio. È un allenatore che lavora molto bene sul campo e alla Lazio ha fatto grandi cose, raggiungendo tutti gli obiettivi. Meglio di così non poteva fare». Più tardi mister Reja è invece salito sul palco per essere premiato in qualità di allenatore capace di salvare la Lazio per poi rilanciarla in Europa, e a consegnare il tributo ci ha pensato il presidente Claudio Lotito, orgoglioso e fiero del suo allenatore: «E’ stata una vera e propria lotta portarlo alla Lazio, per convincerlo di venire a Roma. Io ero convinto che fosse la persona giusta per la Lazio. Una persona professionale, equilibrata, con grande capacità di dialogo all’interno dello spogliatoio. Oggi in questo spogliatoio c’è un clima disteso e questo grazie al mister ed ai giocatori della Lazio che sono grandi professionisti e hanno capito cosa significa essere un giocatore della Lazio. Il mister si è reso conto cosa significa insegnare calcio a Roma, in una città difficile dove le persone sono esigenti. Sono convinto che continueremo a fare bene, siamo in grande crescita, i tifosi devono solo avere pazienza».
Parole dolcissime per l’ex allenatore di Napoli e Hajduk Spalato che ringraziato immediatamente il patron biancoceleste: «Sono onorato di ricevere questo premio. Ho passato dei momenti difficili e come sapete stavo per mollare viste le continue contestazioni nei miei confronti. Poi dopo il derby vinto devo dire che è cambiato qualcosa – ha sorriso il goriziano tra le risate generali -. Devo dire grazie al presidente per avermi aiutato, adesso il peggio è alle spalle». In chiusura di manifestazione poi, Zio Edi si è lasciato andare anche a qualche breve battuta, rilasciata in Esclusiva ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it ed ecco la sua risposta alla domanda su dove possa arrivare questa Lazio: «Più in alto possibile – ha detto l’allenatore con un largo sorriso –, ma aspettiamo. L’ho già detto più volte, vediamo come terminerà il girone di andata del campionato e poi potremmo avere le idee un po’ più chiare».
[Marco Ercole – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]