Così in alto, per una notte, era arrivato anche con il Napoli Edy Reja. Sabato tornerà al San Paolo da ex sempre amato, tornerà a Napoli dopo la rocambolesca ed immeritata sconfitta dello scorso anno, tornerà in vetta della classifica per rimanerci, spera. Edy reja ha rilasciato una lunga intervista al Mattino:
Cosa si prova ad essere primi in classifica? “Le sensazioni sono bellissime e le responsabilità importanti”.
Reja era arrivato ai vertici della serie A nell’autunno 2008, prima che quella squadra evaporasse. Finì con l’esonero la sua storia napoletana, ma Edy ha dimenticato: «Dalla C1 al preliminare Uefa abbiamo scritto pagine di storia: De Laurentiis, Marino, i ragazzi, i tifosi e io».
Domani sera torna a Fuorigrotta ma senza il superbomber Klose, che si è infortunato nell’amichevole della Germania: oggi verrà ufficializzato da Reja il suo forfait. Un problema non di poco conto, considerando i gol, gli assist e le prestazioni del bomber tedesco.
Ad aprile i sessantamila del San Paolo le hanno tributato un caloroso e prolungato applauso: quale accoglienza si aspetta sabato?«Anche all’Olimpico, nella mia prima volta da avversario del Napoli, i tifosi erano stati affettuosi. Sensazioni uniche, particolari, non ringrazierò mai abbastanza Napoli per quanto ha saputo darmi. Mi aspetto un San Paolo pieno per una bella partita».
Quali sono i segreti della Lazio?«Faccio l’allenatore da tanti anni, sempre con lo stesso entusiasmo, e segreti non ne ho mai avuti. Nel calcio ci sono i progetti e noi abbiamo cominciato a lavorare con passione nel 2010. Prima la salvezza, poi un buon piazzamento dopo aver sfiorato la qualificazione in Champions League e adesso una posizione di assoluto prestigio».
Quella sconfitta a Napoli, al termine del rocambolesco 4-3, forse vi costò la Champions: «È il passato, adesso ci sono novanta minuti che la Lazio vuole affrontare al massimo della carica e delle energie. La tappa di Napoli è importante, abbiamo voglia di vincere per proseguire nel nostro cammino».
Il rapporto con la piazza laziale non è stato facile: «L’esperienza conta tanto e io ne ho. Un allenatore e una squadra possono attraversare momenti difficili, ricevere fischi e contestazioni. L’importante è che vi sia rispetto dei ruoli. In certe particolari situazioni ho avvertito sempre il sostegno del presidente Lotito e dei giocatori».
Ne allena uno straordinario, il bomber Klose, che salterà la partita di Napoli per infortunio: «Ha classe, esperienza, fiuto del gol, sa mettersi a disposizione dei compagni. Klose era un investimento assicurato. Purtroppo è rientrato dalla nazionale con questo problema fisico».
A proposito di grandi attaccanti, nel Napoli c’è Cavani: ne fece tre alla sua Lazio nello scorso aprile: «L’ho visto dal vivo martedì all’Olimpico contro l’Italia. Non ha segnato, ma umilmente si è messo al servizio dell’Uruguay. Un campione, senza dubbio, anche se non va sovraccaricato di responsabilità, come i suoi compagni. Lazio e Napoli sono due squadre che devono crescere con calma: stiamo riguadagnando adesso, con merito, il riposizionamento ai vertici del calcio».
Dirigenti, calciatori, collaboratori: a quale personaggio del Napoli è rimasto più legato? «Farei torto a qualcuno: i rapporti sono buoni con tutti».
Ad aprile disse:«Firmerei per lo scudetto al Napoli e la qualificazione Champions per la Lazio»…«È andata in tutt’altro modo, stavolta niente pronostici. Massimo rispetto per il Napoli e Mazzarri, che prosegue nel suo eccellente lavoro anche a livello internazionale, ma noi ce la giochiamo. Sempre».
È il metodo Reja.
[Giorgia Baldinacci – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]