UNGHERIA 1954
Stavolta non ci occupiamo di una squadra Campione del Mondo, ma di un team che a prescindere dall’esito del Mondiale è entrato ugualmente nella leggenda universale, per il gioco espresso (efficace e spettacolare alla stessa misura), per i nomi altisonanti (Puskas in primis) e per i grandi risultati espletati (come l’aver violato Wembley con un sonore 6-3!!!). E non è demagogia ritenerla la Nazionale più forte di sempre assieme al Brasile 1958, di cui ci occuperemo nella prossima puntata del nostro Revival. L’Ungheria inglobava gran parte dei giocatori della mitica Honved.
I magiari daranno vita ad una striscia positiva di ben 5 anni, pari a 32 match senza sconfitte, interrotta proprio il giorno della Finale iridata. Vittorio Pozzo disse di non aver mai visto un calcio eguale ed il periodico tedesco «Kicker» lamentava che i minuti fossero troppo brevi per un football così meraviglioso. Ai Mondiali tutto sembrò filare per il meglio sin dall’esordio, quando l’Ungheria affossò la Corea 9-0 (Puskás, Lantos, Kocsis, Kocsis, Kocsis, Czibor Palotás, Palotás, Puskás), ribadendo la propria supremazia.
Nel secondo incontro ridicolizzeranno persino la Germania Ovest per 8-3 (Kocsis, Puskás, Kocsis, Pfaff, Hidegkuti, Hidegkuti, Kocsis, J.Tóth, Rahn, Kocsis, Hermann ), per quella che sembrò a tutti una macchina da guerra, più che da gol, traslando il suo vero ruolo circoscritto al calcio. Ai quarti di Finale verrà annichilito il Brasile, 4-2, con reti di Hidegkuti, Kocsis, Lantos e Kocsis. Insomma, il destino di ogni avversaria le si ponga innanzi, è quello di essere spazzata senza ritegno, come alle prese con una entità sovrannaturale.
In Semifinale il medesimo trattamento sarà riservato all’Uruguay, sbriciolato 4-2 con gol di Czibor, Hidegkuti, e doppio Kocsis ai supplementari. Si arriva in Finale contro la forte Germania di F.Walter. Puskas non è in buone condizioni fisiche ma verrà schierato ugualmente. Questa la formazione che sfiorò il Titolo: Grosics; Buzanski Lantos; Bozsik Lorant Zakarias; Czibor Kocsis Hidegkuti Puskas Toth. L’Ungheria si portava subito in vantaggio con il mitico Puskas (5° minuto), per raddoppiare all’8° minuto con Czibor. Sembrava il preludio alla consacrazione iridata dei magiari ma la realtà sarà diversa. Nel volgere di pochi minuti la Germania perverrà al pareggio.
Puskas in seguito, a causa del riacutizzarsi dei problemi fisici, dimostrerà di non essere ai soliti livelli mostruosi, e difatti fallirà due ghiotte occasioni che avrebbero potuto chiudere il match. A pochi minuti dal termine arriverà il gol di Rahn che spegnerà i sogni dei magiari, vincitori morali del Titolo. Ma per entrare nella leggenda all’Ungheria non fu necessario a quanto pare il riconoscimento ufficiale…Oggi nessuno può negare l’immensità di quel team sovraumano, composto soprattutto da un attacco spaziale, dal già lodato Puskas all’eclettico Hidegkuti al più grande colpitore di testa Kocsis (per limitarci alla prerogativa più straordinaria…).
Una squadra come non ne vedremo più, dovessimo campare altri cent’anni.