Dossier calcio

Ritorno al calcio giocato: futuro incerto tra polemiche e scontri

Dagli scontri della serie A dell’asse Lazio – Milan contro il Brescia ai dissidi tra i presidenti di Lega Pro, serie B e LND sullo stop ai campionati

Il coronavirus oltre a modificare gli usi e i costumi dei cittadini del mondo ha fatto emergere una totale impreparazione a sostenere il ritorno alla normalità; questo vale per la politica ma anche per lo sport italiano ed in particolare nel calcio.

La Serie A si è spaccata profondamente tra chi come Lazio e Milan sono favorevoli ad una ripresa rapida della stagione per evitare perdite ingenti e si affidano ad una presa di responsabilità del Coni e chi come i presidenti di squadre, con più di un piede in Serie B, come il Brescia che vogliono un’interruzione completa del campionato che azzererebbe le retrocessioni. Questa spaccatura si è prolungata anche tra la serie B, la Lega Pro e la LND.

Il 4 maggio la Lega Pro, oltre ad ufficializzare lo stop definitivo del calcio della serie C dopo aver già ufficializzato l’interruzione del campionato Berretti, manderà in federazione la richiesta di bloccare le retrocessioni dalla serie B e di autorizzare le promozioni delle prime tre squadre dei tre gironi più una squadra sorteggiata.

La richiesta della Lega Pro, però, è stata rigettata al mittente dal presidente della Lega serie B Mauro Balata che ha bollato queste idee di Ghirelli come “non condivisibile e irricevibile”. La Lnd non intende prendere, invece, in nessun caso delle decisioni che andrebbero a penalizzare le squadre che vi partecipano.

Il numero 1 della Lega Nazionale Dilettanti Sibilia aggiunge che in momenti in cui il calcio è chiamato a prendere decisioni vitali è importante trovare una condivisione netta e che la decisione ultima deve essere avocata in seno alla federazione e non alle singole leghe.

L’idea di Sibilia sarebbe molto vicino a quanto già avvenuto in altri sport come la pallavolo (FIPAV) o il basket (FIP), dove la decisione dello stop dei campionati è passata in seno alla federazione. Tutti vogliono prendere decisioni diverse e non condivise il rischio di trovarci il calcio a macchia di leopardo è alto ma la Federcalcio per ora non risponde in attesa del giudizio del governo sul protocollo sanitario, unica voce insieme a quella del Coni che potrà sconvolgere veramente il campionato italiano.

A cura di Matteo Buzzurro

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