Inter: la presentazione di Roberto Mancini

Ci siamo. Dopo i risultati altalentanti di questo avvio di stagione e le polemiche che hanno accompagnato le ultime settimane, in casa Inter si respira ‘aria nuova’ e ora è tempo di voltare pagina. Dopo l’esonero dell’ormai ex tecnico Walter Mazzarri, parte l’era-bis di Roberto Mancini, di ritorno a Milano dopo le trionfanti stagioni tra il 2004 e il 2008, culminate con la conquista di 3 campionati italiani, 2 Coppe Italia e altrettante Supercoppe italiane, senza dimenticare il riconoscimento della Panchina d’Oro nel 2007-2008.

Il nuovo allenatore nerazzurro, annunciato ufficialmente da FC Internazionale Milano nella giornata di ieri, è stato presentato al centro sportivo Angelo Moratti. FcInterNews era sul posto e vi propone le sue parole.

Quanto le ha fatto piacere l’affetto dei tifosi dopo il suo ritorno?
“Molto, non avrei mai pensato di tornare, è successo tutto in fretta e nel calcio accade. Vuol dire che è stato fatto qualcosa di buono ed è la cosa più importante”.

Ritrovi un’Inter più povera rispetto a quella lasciata. I tifosi hanno grandi aspettative, non c’è il rischio che siano sproporzionate? Che differenza c’è tra questa Inter e quella che trovasti anni fa?
“Difficile dirlo, non conosco tutti i giocatori e non posso fare paragoni. Mi fa piacere l’entusiasmo perché è alla base di ogni lavoro e vittoria, starà a noi riportare i tifosi allo stadio e ricominciare a vincere. Credo che l’entusiasmo sia fondamentale”.

Cosa ti ha convinto per rimettere in gioco la tua bella storia con l’Inter?
“Non avrei mai pensato di tornare, quando è stato fatto un lavoro così bene in passato c’è tutto da perdere. Mi hanno chiamato e spiegato il progetto, credo possa essere un’altra bella storia, credo in questo progetto altrimenti non avrei accettato. Non ho la bacchetta magica, si deve tornare a vincere attraverso il lavoro. L’Inter è un grandissimo club e sono felice di aver accettato”.

Vedi analogie tra il passato e adesso?
“Solitamente quando si cambia allenatore vuol dire che le cose non vanno bene, non è sempre colpa del tecnico, ci sono a volte situazioni che non vanno. Ritengo che Mazzarri sia bravo. Spero si possa fare come 10 anni fa, difficile dire se ci sono analogie. Ma mi sembra che la squadra abbia qualità, come c’erano 10 anni”.

Moratti ha detto di essere contento del tuo ritorno, ora è in disparte. Cosa cambia per te? Nel frattempo è arrivato il Triplete, cosa ti senti di dire? Tornerai a giocare a 4?
“La famiglia Moratti ha fatto la storia dell’Inter, da Angelo a Massimo, impossibile da cancellare. Ha preso una decisione da rispettare al 100%, sono felice che lui sia felice, me l’ha dtto al telefono. E’ ancora in società ed è importante. Abbiamo iniziato a vincere insieme. Lo ringrazio per avermi portato 10 anni fa all’Inter. E’ stato per me un grande presidente, rimane una persona importante. Il Triplete? Abbiamo iniziato un buon lavoro nel 2004. Quando hai una buona base i giocatori capiscono che è la strada giusta. Ora dobbiamo tornare a rivincere. Moduli? Non so, devo iniziare ho le idee che sono le mie. Devo confrontarmi con i giocatori”.

Cosa dirai ai giocatori? Di Kovacic hai sempre parlato bene.
“L’entusiasmo è alla base del lavoro. Questa e la cosa più importante, se non c’è voglia di lavorare sorridendo tutto diventa difficile. Kovacic è un ragazzo giovane con grandissime qualità. Bisogna capire che non può giocare sempre bene, un ragazzo giovanedeve maturare, passando anche da situazioni difficili. Può diventare un campione in futuro”.

Quando è stata la prima volta che il telefono è squillato per questa proposta?
“Ogni momento è a sé, 10 anni fa ero giovane ed era la prima occasione importante con un club di questa levatura. Oggi è diverso, non mi sento nello stesso modo. Oggi è sabato, la chiamata è arrivata giovedì scorso. Sono davvero felice”.

Che tempo ti sei dato per dare un’impronta all’Inter? Quanto è da puntellare sul mercato questa squadra a gennaio?
“Ho bisogno di lavorare, quanti giorni non saprei. Nel calcio non c’è tanto tempo, dobbiamo migliorare in fretta e devo parlare con la squadra per capire cosa pensano. Dobbiamo lavorare e vincere in fretta, già da oggi avere la testasul nostro lavoro e farlo bene. Mercato? Difficile rispondere ora”.

Cosa ti porti dietro dall’esperienza all’estero? Cosa puoi dare all’Inter?
“Dobbiamo chiedere al presidente il motivo della mia chiamata. Ci sono giocatori diversi all’estero, modi di vivere il calcio in modo differente, in questi 6 anni mi sono trovato benissimo. In Premier League, il miglior torneo al mondo, è andata bene, nel miglior campionato del mondo. Anche in Turchia è stato importante, adesso ritorno in Italia e all’Inter e credo che quanto fatto in 6 anni possa essere utile”.

Ti piacerebbe diventare il Ferguson dell’Inter?
“Io non credo di rimanere all’Inter lo stesso tempo di Ferguson all’Inter, 27 anni. Poi è un calcio totalmente diverso. Sono contento di essere tornato e di lavorare ancora in Italia e spero vivamente di riportare l’Inter alla vittoria”.

Cosa pensi rispetto a 6 anni fa di Inter, Milan e Juventus?
“Ho sempre pensato che Inter, Milan e Juventus sono i tre club più importanti al mondo, poi si sono aggiunte Napoli e Roma, penso che ci sarà da combattere contro di loro. La Juventus sta facendo benissimo da diversi anni, il Milan tornerà grande perché è il loro obiettivo e noi dovremo lottare con loro”.

Può dire che il calcio italiano è in crisi? Il terzo cileno che allena è Medel, dove pensa di farlo giocare? 
“Credo che il calcio cileno stia vivendo un grande momento, è pieno di talenti. Medel lo conosco dall’Inghilterra, è un ottimo centrocampista ma devo ancora conoscerlo, è un grande giocatore. Il calcio cileno è in crescita e mi sono sempre trovato bene con i cileni, ho lavorato con Pizarro e giocato con Salas, i cileni sono molto seri. La crisi è ovunque, il calcio italiano risente il momento del Paese, speriamo di tornare in alto perché siamo italiani e amiamo questo paese”.

Qual è oggi la tua posizione su Calciopoli? 
“Sono sempre stato onesto, non devo nascondermi dietro a niente. Ho detto le cose per la realtà dei fatti. Penso che oggi dobbiamo solo pensare al campo. Credo che dovremo migliorare proprio questo in Italia, dove viviamo tra le polemiche. Se miglioriamo in questo il calcio può migliorare, bisogna pensare solo alla partita perché i personaggi più importanti sono i calciatori. Le altre cose non sono così importanti, chi va all’estero lo capisce”.

Avrai subito derby e Roma, preferivi un approccio più morbido?
“Sinceramente giovedì sapevo solo che c’era il derby, quando sono andato al Galatasaray il lunedì ho giocato contro la Juve due giorni dopo. Non sono cose a cui pensare, bisogna solo pensare alla propria squadra. Le partite sono tutte difficili, pensiamo a lavorare”.

Le caratteristiche di Nagatomo possono esserle utili?
“Sì, tutti i giocatori dell’Inter lo saranno. Nagatomo è uno dei più esperti, un giocatore importante della sua Nazionale”.

Da quando è andato via si sono alternati all’Inter 7 allenatori in 6 anni. La crisi farà in modo che si progetti o rimarremo sempre un paese risultatista?
“Sarà sempre così, ma non solo in Italia. Qui è di più, si licenziano più allenatore. Normale che quando le cose non vanno bene è l’allenatore che paga. Sappiamo a cos andiamo incontro, dobbiamo lavorare alla grande per non farci esonerare”.

Il suo ingaggio ci porta a pensare che lei debba vincere e ci saranno investimenti. 
“Quando si inizia a giocare a calcio da bambino per divertimento si vuole sempre vincere, è dentro di noi. Quindi bisogna fare il massimo per questo. Prima voglio conoscere la squadra, anche perché a gennaio non è semplice centrare il colpo per farlo integrare. Solitamente a gennaio o si prende un fuoriclasse o difficilmente si integra. Vedremo nei prossimi mesi. Il primo obiettivio è far rendere al 200% quelli che ci sono ora”.

Il fatto di dover educare giocatori giovani alla crescita personale è un ostacolo o uno stimolo? 
“Per me è una bellissima cosa, un grande stimolo e uno dei motivi per cui ho accettato. E’ una squadra giovane, possiamo crescere insieme e lavorando bene, avendo lo stesso obiettivo con entusiasmo, potremo avere una rosa giovane e forte nel tempo. Uno stimolo grande per me, spero che la squadra giochi bene a calcio”.

Che idea  si è fatto dei fischi di Mazzarri? Le piacerebbe riportare Balotelli all’Inter?
“Mi spiace per Mazzarri, faccio il suo stesso lavoro e a volte le cose vanno male. Non è sempre colpa dell’allenatore, devono andar male. Ha fatto sempre bene ovunque abbia allenato e mi dispiace per il suo esonero. Mario sta bene a Liverpool, è una grande chance e deve fare benissimo a Liverpool. Ha avuto questa fortuna e deve sfruttare questa occasione”.

Cosa le ha detto Thohir?
“Come ho ringraziato Moratti nel 2004, ringrazio Thohir per questa opportunità. Ci siamo parlati al telefono, era felice ma anche dispiaciuto per Mazzarri. Mi è sembrato è una persona per bene e insieme vogliamo tornare in alto”.

L’impianto di gioco con la difesa a tre può essere un punto di partenza? Difesa a tre o a quattro?
“Sinceramente non ho grandi problemi, anche Zanetti può dire che abbiamo giocato qualche volta a tre, l’ho fatto anche al City e al Galatasaray. Non c’è nessun problema, sia con la difesa a tre che con quella a quattro. Adesso voglio parlare con i giocatori per capire cosa ne pensano, qual è la migliore soluzione. Se non ho ali offensive non posso giocare con un certo modulo”.

FcIN – Con lei Guarin può essere rilanciato? Vidic tornando a giocare a quattro potrebbe superare un avvio difficile?
“Per quanto riguarda Vidic, dall’esterno credo che non sia facile cambiare campionato e compagni dopo tanto tempo. Serve qualche mese di assestamento, è così per tutti, lo è stato anche per Platini. Non è facile integrarsi subito. Guarin è un grande giocatore, ha fatto benissimo al Porto diversi anni fa, voglio parlare anche con lui per capire quale sarà la migliore posizione. Sarà un giocatore importante per noi”.

[Moratti/Fontana/Pessina – Fonte: www.fcinternews.it]

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