É tornato per passione. Ci ha messo entusiasmo, tutto l’entusiasmo che aveva per cercare di costruire qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso, per riportare la Roma in alto dandole uno stile e un’impronta ben definiti, sia fuori che dentro il campo, cercando allenatori con una filosofia ben precisa che potessero abbinare concretezza e bel gioco. Ha sbagliato, ha commesso degli errori (la scelta dei tecnici in primis) e ne paga le conseguenze. Negli ultimi mesi ha fatto spesso da parafulmine alle sconfitte della squadra, mettendoci sempre la faccia anche nelle occasioni più difficili. Per molti tifosi era il garante di questo progetto e lui stesso aveva dichiarato di aver accettato questo ruolo solo dopo aver avuto ampie rassicurazioni sulla serietà della proprietà americana.
Ci teneva a far bene ma non sarebbe mai rimasto da sopportato in casa, non sarebbe mai rimasto senza la convinzione di poter fare qualcosa per la società capitolina. Ha provato a cambiare il modo di fare calcio e di parlare di calcio a Roma. Non è andata bene e ha tolto il disturbo, senza rumore, nel suo stile. Ora l’attenzione si concentrerà sul nuovo allenatore e sul prossimo calciomercato ma, almeno per oggi, si è pervasi da un senso di amarezza per quello che poteva essere e non è stato.
[Alessandro Carducci – Fonte: www.vocegiallorossa.it]
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