CATANIA – Paragonateli pure, ma non metteteli l’uno accanto all’altro, avrebbero troppo da dirsi e di poco amichevole senz’altro. Le frizioni, tra Rolando Maran e Zdenek Zeman sono vecchie di 7 anni ormai, abbastanza d’aver fatto anche la ruggine. Così, quando nel sottopassaggio di Catania – Sassuolo si chiede a Maran di commentare i suoi “precedenti” con Zeman, il tecnico del Catania parla poco e lascia intendere molto: “Andare a vedere cosa fece quel Brescia dopo che andai via..”
La causa? Come sempre un presidente e due modi di fare molto diversi, ma molto. Siamo appunto Brescia, all’inizio della stagione 2005/06, dopo aver a lungo rincorso Zeman, vanamente, il presidente Corioni richiama Maran (in precedenza tecnico delle giovanili nonché reduce dall’esperienza in C1 col Cittadella), all’esordio in B, come guida del Brescia che punta diretto alla promozione. Ed alla presentazione, afferma: «E’ il più interessante fra gli allenatori giovani. Forse lo avrei portato anche prima a Brescia quando la squadra era in serie A. E’ vero, c’è stato anche l’interessamento per Zeman, che è sempre stato un mio pallino. Ma anche questa volta ha fatto come aveva fatto le altre volte: ha cominciato a dire che voleva pensarci e si è andati avanti in questo modo per molti giorni. Sabato scorso l’ho chiamato e gli ho detto “non venire, altrimenti finisce che usciamo pazzi”» .
Maran rispose con grande umiltà e spirito sportivo: “Non mi sento affatto sminuito e non per questo il sogno, che si è realizzato, è meno bello. Capita in qualsiasi realtà che venga presa in considerazione una rosa sufficientemente ampia prima di scegliere il nuovo allenatore. E, se sono stato la seconda scelta perchè la prima era Zeman, non c’è proprio niente che possa farmi sentire insoddisfatto”.
Ed il presidente Corioni ribadì nella stessa sede: “Ma era logico che la scelta cadesse su Maran. L’uomo giusto per trasformare i nostri giovani in una squadra importante”. Tuttavia lo spettro di Zeman, scaricato dalla Roma dopo un lungo corteggiamento, aleggia sempre sul campionato di Maran e nei rimpianti del presidente Corioni che, smentendo sé stesso nei programmi di inizio stagione e nella scelta del tecnico, pur col Brescia 5°, in piena zona play-off, e dopo la vittoria per 3-0 sul Pescara, ad 11 giornate dalla fine lo esonera per affidare la panchina al boemo.
“Mi dispiace moltissimo da un punto di vista umano, non ho dormito – disse Corioni -. Ma sono convinto che giocando come stavamo giocando con Maran non saremmo arrivati da nessuna parte. Maran ha fatto bene, se non avesse fatto bene paradossalmente non avrei chiamato Zeman. A Maran in estate non avevo chiesto niente, ma ora vedo la possibilità di salire in A. Il livello della B è molto scarso, io voglio provare ad arrivare in A senza passare dai playoff e, per questo, serviranno più di 76 punti. Con Maran non credo avessimo la possibilità di farli. Bisogna rischiare di più, con Zeman possiamo farlo: anche lui mi ha detto che vuole vincere perché la squadra ha l’ organico giusto”.
Maran non commenta a caldo la decisione del suo presidente. Ai giornalisti che gli domando della sua reazione nell’apprendere la notizia risponde: “Non so, devo ancora metabolizzare. Parlerò nei prossimi giorni”. Un quotidiano bresciano, scrisse: “Chi la sa lunga dice che quando Corioni chiamò Maran per comunicargli l’incredibile esonero dopo la vittoria per 4-0 sul Pescara e i sei successi casalinghi consecutivi, Rolando rispose con cinque minuti di parole irripetibili”.
La risposta ufficiale dell’ex tecnico arrivo, per iscritto, un giorno dopo: “Non posso certo dire che me l’ aspettavo. Debbo riconoscere però che come è stato un diritto del presidente Corioni assumermi, rientra purtroppo nelle sue facoltà anche quella di licenziarmi. Mi si accusa – scrive – di una mentalita’ poco compatibile con gli obiettivi del Calcio Brescia (promozione diretta senza play off). Vorrei far notare che i numeri non sono di grande sostegno a questa tesi. Il dibattito su questo tema dunque per me e’ chiuso e lascio ad ognuno la liberta’ di interpretare, valutare e fare ipotesi – sul piano umano – Del mio esonero ho avuto comunicazione informale dal team manager stamani alle 8.30. Lascio immaginare lo sconcerto nell’apprendere solo da fonti indirette le motivazioni del mio licenziamento. Alle 15.30 ho avuto finalmente l’annunciata telefonata del presidente. Peccato che nel frattempo avessi saputo pure del grande disagio provato dallo stesso sul piano umano. E qui mi dispiace, ma i conti non tornano. Sul piano umano e, quindi, sul conseguente rispetto del prossimo non ci siamo proprio. Su questo tema a me hanno insegnato altre cose”.
Il tempo fu galantuomo, ed il Brescia di Zeman chiuse 10°, ben lontano dai progetti di promozione diretta di Corioni. Ma oltre che il comportamento di Corioni, a Maran non andarono giù soprattutto la parole di addio, o meglio le giustificazioni, di Zeman che affermò: “Purtroppo quando sono arrivato qui ho trovato una squadra autogestita e io sono un allenatore, non un gestore”.
La risposta di Maran arrivò alla presentazione come nuovo tecnico del Bari: “L’ho chiamato per telefono e gli ho detto con chiarezza che cosa penso al riguardo. Il boemo aveva detto altre cose appena arrivato sulla panchina bresciana. In ogni caso se il presidente Matarrese avesse conferma dell’abitudine di Maran a far autogestire la preparazione dei giocatori – ha concluso con sarcasmo -io potrei subito togliere il disturbo”.
Da allora in poi non si sono più parlati ma incontrasi sì, una prima volta al Via del Mare, nel 2006, quando il Bari di Maran ebbe la meglio sul Lecce per 3-1 con Gervasoni e Bellavista in campo. Quindi la scorsa stagione, una vittoria per parte, all’Adriatico successo del Pescara per 3-1, a Varese Maran riuscì a rimontare lo svantaggio iniziale grazie alla doppietta di Granoche ed imporre la terza sconfitta consecutiva ai biancoazzurri di Zeman, poi promossi in serie A. Fu la gara antecedente quella contro il Livorno, tristemente nota per la morte in campo del mediano amaranto Morosini, sospesa e ripresa a Maggio terminò col medesimo punteggio di 2-0 per i livornesi (quarta sconfitta consecutiva). Adesso, l’uno alla guida della Roma, l’altro alla guida del Catania, si sfidano per la prima volta in serie A in un incontro a forte tasso emotivo da parte di squadre e tifoserie.
[Redazione Mondo Catania – Fonte: www.mondocatania.com]
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