Con la conferenza stampa di ieri pomeriggio Garcia ha staccato la spina al campionato della Roma ed oggi a Catania si è visto. Comunque “chapeau” alla stagione giallorossa che si chiude con un paio di rimpianti ma è l’alba di un futuro roseo.
PRIMO TEMPO – La trentaseiesima giornata del campionato di Serie A mette di fonte Catania e Roma per il più classico dei testa coda. Visto che la matematica non è un’opinione, sia i giallorossi che gli etnei possono ancora raggiungere i loro obiettivi, rispettivamente scudetto e salvezza. La logica, però, ci dice che questa partita non ha piu’ nulla da chiedere: i giallorossi sono condannati al secondo posto, gli etnei, salvo miracoli, alla Serie B.
Il calcio d’inizio è dei padroni di casa che sin dalle prime battute dimostrano una maggior verve agonistica. La Roma è molle e spesso arriva seconda sui palloni vaganti. All’ undicesimo però la prima azione pericolosa è di marca giallorossa: Pjanic batte un calcio d’angolo veloce servendo Totti accanto a lui. Il capitano crossa al centro e Romagnoli colpisce di testa con il pallone che finisce alto. La Roma sembra aver preso coraggio, ed infatti sfiora il goal al diciassettesimo con un destro in diagonale di Florenzi, dopo un bel triangolo con De Rossi e Pjanic, parato da Frison. Nel momento più bello dei giallorossi, arriva il vantaggio catanese al ventiseiesimo: Izco e Leto volano in contropierde, Leto con un bel colpo di tacco serve il compagno che batte De Sanctis con un sinistro che lo prende in controtempo. Ci si aspetta la reazione giallorossa, invece arriva il raddoppio del Catania sempre con Izco, sempre in contropiede, su un cross dalla destra di Bergessio al minuto numero trentaquattro. Garcia capisce che le urla non bastano, quindi decide di mandare a scaldare Gervinho. Proprio mentre l’ivoriano è pronto a subentrare, Totti, nell’ultimo campo di Serie A dove non aveva mai segnato, servito da Florenzi partito in posizione irregolare, accorcia le distanze al trentasettesimo con una bomba di collo destro. Esce Taddei ed entra Gervinho, la roma cambia modulo e passa dal 4-3-3 al più equilibrato 4-2-3-1. Proprio allo scadere del primo tempo, Totti serve il subentrato Gervinho che da solo davanti a Frison spara addosso al portiere. Finisce con una Roma in crescendo la prima frazione di gioco.
SECONDO TEMPO – Nel secondo tempo la musica non cambia. La Roma continua ad arrivare seconda su tutti i palloni e continua a sbagliare i passaggi più semplici. Conseguenza naturale di questo atteggiamento, arriva il terzo goal dei padroni di casa firmato Bergessio, bravo a sfruttare una respinta centrale di De Sanctis su un missile da fuori di Leto. Garcia cambia ancora: fuori l’impalpabile Ljajic dentro Bastos. Al ventunesimo, proprio Bastos mette in difficoltà Frison con un sinstro da fuori messo in angolo dal portiere. Intanto si accendono gli animi in campo. Nascono diversi parapiglia che costringono l’arbitro Banti ad estrarre molti cartellini gialli. Al trentatreesimo, arriva il sigillo sulla gara di Barrientos: l’argentino esplode un poderoso sinistro che non lascia scampo a De Sanctis e chiude la partita. 4-1. La Roma è alle corde, il Catania ne ha ancora e sfiora all’ultimo minuto ancora il goal con Bergessio. Banti concede tre minuti di recupero e si chiude tra gli olè dei tifosi catanesi al Massimino. Con questi tre punti il Catania tiene accese le sue speranze di salvezza, la Roma, invece, perdendo consegna matematicamente lo scudetto alla Juventus con tre giornate di anticipo.
[Emanuele Sabatino – Fonte: www.forzaroma.info]