Per fare una rivoluzione occorre sempre tanto tempo. Anche nel calcio e, in particolare, nella Roma, che in pochi mesi ha cambiato società ma soprattutto allenatore. Luis Enrique sta insegnando un calcio totalmente diverso dal non calcio che i giallorssi hanno applicato lo scorso anno. Se aggiungiamo le tante assenze e soprattutto le lacune di una Roma ancora incompleta, come affermato dallo stesso Sabatini pochi giorni fa, allora avremo un quadro completo entro cui incorniciare la pessima figura fatta contro il Psg. Una sconfitta netta e meritata, con una Roma che si è fatta troppo spesso infilare in verticale senza quasi mai mettere in difficoltà la retroguardia francese, eccedendo anzi in qualche lancio di troppo. La squadra di Kombouaré si è mossa come una squadra, come un blocco unico, al contrario della Roma che appare ancora come un neonato che sta muovendo lentamente i suoi primi passi.
Nella seconda gara, contro i modesti austriaci, una Roma ancor più rimaneggiata ha fatto vedere qualcosa in più, qualche azione manovrata e molti inserimenti sulle fasce, come piace a Luis Enrique. Anche contro il Wacker Innsbruck la difesa ha giocato molto alta, concedendo più di un’occasione agli avversari. Questo è uno dei problemi principali che la Roma dovrà affrontare quest’anno ed è comprensibile che a fine luglio i meccanismi non siano oliati.
Da sottolineare la voglia di Mirko Vucinic (il più pericoloso nella Roma), il gol di Gianluca Caprari, su cui Luis Enrique sembra puntare tantissimo, e gli oltre 2.000 tifosi che hanno raggiunto Innsbruck per sostenere la propria squadra anche in terra straniera, anche in un’amichevole.
[Alessandro Carducci – Fonte: www.vocegiallorossa.it]