Ad oggi, dovendo sbilanciarci, è probabile che in terra amaranto si vada con Lamela e Gervinho ai lati di Francesco Totti, in un 4-3-3 più puro che mai. Già, il Capitano, che il ruolo di punta centrale lo conosce sin troppo bene. Epopea spallettiana, gol a ripetizione oltre agli assist deliziosi per esterni ed incursori, sempre abili ad inserirsi. Una gran trovata, che per anni ha fruttato show e risultati. Ma siamo certi che ora come ora, ad anni 37, Francesco sia in grado di sobbarcarsi la stessa mole di lavoro? Totti punta è punta atipica, bisognoso di un certo tipo di gioco e di movimenti da parte dei colleghi di reparto. Lamela e Gervinho non sembrano avere le stesse caratteristiche di Taddei e Mancini (o Vucinic), ergo l’esperimento potrebbe risultare azzardato. Il reparto, così assortito, avrebbe molta qualità, ma rischierebbe di esser “leggerino” sottoporta. Insomma, mancherebbe la pedina certa, l’uomo dal gol facile. Totti la porta l’ha sempre assaporata con gusto e frequenza (la classifica dei marcatori di tutti i tempi della Serie A parla chiaro…), ma da due anni è tornato ad agire sulla trequarti e non sarebbe semplice, per lui, riabituarsi ai ritmi realizzativi degni degli altri cecchini del campionato. Ossia Balotelli, Tevez, Higuain e Mario Gomez. Solo per citarne alcuni.
Ergo, punta pesante? La Roma ne ha a iosa. Ben tre, per l’esattezza. Pablo Daniel Osvaldo, Marco Borriello e Mattia Destro. Un totale di 40 gol ufficiali nell’ultima stagione (17 per il primo 12 per il secondo, 11 per il terzo). Numeri imponenti, che dovrebbero lasciar tranquilli un po’ tutti. E invece così non è. Perché? Semplice. L’italoargentino, nell’ultima stagione, si è reso spesso protagonista di comportamenti sbagliati. Vacanze autoconcessesi, reazioni, espulsioni e quant’altro. Un’indisponenza generale che ha stancato i tifosi. Il desiderio della piazza è chiaro: altolà alle primedonne. Tutti, nessuno escluso, dovranno remare nella stessa direzione senza abbandonarsi ad alcun tipo di personalismo. Un elemento alla Osvaldo, all’interno del gruppo, potrebbe creare sconquassi, nonostante lo stesso sia dichiaratamente stimato dai compagni (l’episodio del rigore concessogli da Totti con il Bursaspor ne è un chiaro esempio).
Gli altri due? Altri tipetti mica da ridere. Marco Borriello, anni 31, ha storia e carriera che parlano da sole. Non certo la controfigura di Van Basten, intendiamoci, ma un attaccante solido, cattivo sul piano agonistico, efficace in area di rigore. 17 le sue reti nella prima stagione romanista (2010-2011), poi la sfortunata annata divisa tra Luis Enrique e Conte (chiusa comunque con uno scudetto in bacheca) ed infine la salvezza “donata” al Genoa a suon di gol. Lo scambio con Gilardino, al momento, è congelato. Borriello, inizialmente escluso dal viaggio negli States, ha raggiunto i compagni ed ha tanta voglia di mettersi a disposizione di Garcia. Ma chi metterebbe una mano sul fuoco circa la sua permanenza a Trigoria? Con Destro si apre un capitolo ancor più delicato. E’ (o era) lui, in teoria, l’uomo prescelto per guidare l’attacco giallorosso del presente e del futuro. Ma il fisico non reagisce, il ginocchio scricchiola ed il recupero ritarda. Il fantasma dell’estate romanista: assente sia a Riscone che in America. Atteso c’è chi dice ad ottobre, chi poco prima di Natale. Comunque sia in grave ritardo. Anche per questo Sabatini resta vigile sul mercato e sogna il colpo finale. Intanto Garcia, sfogliando la margherita, mette nel mirino l’ultimo petalo. Per capire chi, a Livorno, avrà l’arduo compito di gonfiare la rete del riscatto.
[Alessio Nardo – Fonte: www.forzaroma.info]
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