C’è tanta amarezza al termine dell’incontro. Lo si vede nello sguardo della gente, nei sospiri, nelle occhiate che sembrano voler dire: “Sempre così, succede sempre così”. Oggi la Roma ha perso un’occasione, l’ennesima, per cercare di dare un minimo di continuità al suo campionato. Obiettivo fallito e da domani ricominceranno i processi per individuare i colpevoli. Certamente la vittoria di Milano, con l’accesso alla finale di Coppa Italia e al derby, ha avuto un ruolo decisivo. In città non si parla d’altro e, inoltre, il Pescara si è presentato all’Olimpico da fanalino di coda. Una grande squadra dovrebbe ignorare questi dettagli e giocare con lo stesso ritmo e la stessa intensità di sempre. Oggi la Roma non è stata una grande squadra e le energie mentali spese a San Siro hanno svolto un ruolo fondamentale. Chi non disputa le Coppe solitamente è avvantaggiato in campionato non solo perché si stanca di meno ma anche perché, a livello mentale, giocare una gara infrasettimanale (soprattutto se di una certa importanza) può influire sui calciatori.
Non è una giustificazione perché una grande squadra deve riuscire a mantenere sempre alta la concentrazione ma la Roma, già in passato, aveva mostrato problemi nell’approccio alla gara. Andreazzoli aveva assicurato impegno ma i giocatori non l’hanno seguito. Parlare dei singoli, oggi, sarebbe fuorviante. Tra i pochi che si salvano, però, c’è De Rossi. Sotto rete ha sbagliato troppo ma la sua prestazione è stata abbondantemente sufficiente ed è un dato da sottolineare dopo la buona partita di Milano ma soprattutto al termine di una stagione per lui negativa e molto difficile. La Roma ora ripartirà dalla gara interna contro il Siena: manca un mese alla fine del campionato e Andreazzoli dovrà riuscire a tenere alta la tensione perché l’Europa deve essere ancora conquistata e i giallorossi non possono assolutamente permettersi altri passi falsi.
[Alessandro Carducci – Fonte: www.vocegiallorossa.it]