Tifosi fuori dalla Curva Sud ad urlare il proprio sdegno contro squadra e tecnico, con i giocatori costretti ad andar via da un’uscita secondaria. Era il 25 aprile dello scorso anno, quando un folto gruppo di tifosi giallorossi contestò Luis Enrique dopo la brutta sconfitta interna contro la Fiorentina (1-2). Quel giorno fu chiaro a tutti che, a fine stagione, sarebbe terminata l’avventura del tecnico spagnolo sulla panchina della Roma. Ieri sera è accaduto qualcosa di simile, con un gruppo di tifosi ad esternare la propria delusione per lo scempio visto in campo mentre la società si è presa 24 ore di tempo prima di fare ciò che sembra inevitabile ormai da giorni: l’allontanamento di Zeman, dopo quanto accaduto nei giorni scorsi e soprattutto stasera, non sembra più rinviabile, non perché la squadra gli giochi contro (difficile pensare che Goicoechea voglia l’allontanamento di Zeman, per esempio, così come Tachtsidis oppure Lamela) ma perché la situazione non sembra più recuperabile. L’errore del portiere uruguaiano ha tagliato le gambe ai giocatori: la Roma ha provato una timida reazione, ragionando non come squadra ma solo grazie ad alcune iniziative personali. Non è la prima volta che accade e non è questo il calcio di Zeman.
Per il tecnico boemo, rimasto particolarmente affezionato ai colori giallorossi dopo la prima esperienza a Trigoria, questa è (era?) l’ultima grande occasione per fare bene con una big. Ha sbagliato molto e probabilmente pagherà in prima persona ma continuare così, a poco più di tre mesi dalla fine del campionato, sarebbe accanimento terapeutico. Circola già il nome di Blanc, un nome di spessore e profilo internazionale, che potrebbe ridare autorevolezza e credibilità al progetto e riportare fiducia in una squadra che sembra non credere più al calcio dell’ex allenatore del Pescara. In quest’ultima settimana il tifoso capitolino ha dovuto subire di tutto: dalla conferenza stampa di Sabatini alla vicenda Stekelenburg. L’immagine della società non ne è uscita certamente rafforzata ma ora servono unità di intenti e idee chiare: le prossime ore saranno decisive per il futuro della Roma. Serve un nome forte, un tecnico di spessore ma che non sia legato ad alcun dogma tattico. Qualcuno bravo a gestire i grandi giocatori, che faccia giocare bene la squadra e con le spalle larghe per affrontare una piazza come Roma.
[Alessandro Carducci – Fonte: www.vocegiallorossa.it]