ROMA – Questo Roma-Lazio non avrebbe davvero riaperto la corsa scudetto perché quella ormai è chiusa da tempo. Ma sarebbe servito a mostrare che lo spirito, l’anima, “er core” – vista l’ambientazione – ci sono ancora. Invece niente di tutto questo. La Roma non approfitta di uno dei rari passi falsi della Juventus e invece di avvicinarsi si allontana. Il resto della giornata è biancoceleste.
Gli artigli dell’Aquila sulla Roma spiaggiata
Il corso della partita si era intuito subito. La Lazio cuciva gioco e affondava volteggiando e studiando l’avversario. La Roma invece somigliava ad una enorme balena spiaggiata, lenta nei movimenti, affannata e pronta a divenire banchetto. Si potrebbe obiettare perché la Roma ha avuto due occasioni all’alba della partita. Un tiro di Dzeko obbligato e contro un’intera difesa piazzata e la solita corsa a perdifiato con tiro sul palo lontano di Salah. Tutto già visto, tutto previsto.
Poi il monologo Lazio. Prima una conclusione su una goffa respinta di Fazio. Poi il vantaggio: Keita porta a spasso due difensori, tira nello spazio tra loro e la mette tra palo e portiere. Oscena fase difensiva della Roma a partire dal passaggio in diagonale di Milinkovic. Molto bello il tiro di Keita.
Ancora Lazio, ancora Keita, ancora una respinta indecente della difesa giallorossa e solo la mano di Szczesny salva la baracca. Il primo tempo suona praticamente tutto sullo stesso spartito. Fino all’assolo di Orsato. “Tuffo”, neanche ben eseguito tra l’altro, di Strootman e Orsato vede un fallo sull’olandese – addizionale non pervenuto – e fischia. Batte De Rossi: 1-1.
Ondata Biancoceleste
Si riparte dall’ingiusto 1 a 1 e la Roma ha l’occasione di portarsi addirittura in vantaggio. Salah affonda e serve Dzeko che spara alto. Riparte il monologo Lazio. Su un cross di Lulic De Rossi in acrobazia prova a liberare servendo Basta. L’esterno laziale tira, di nuovo tra due difensori incapaci di coprire il cono di luce verso la porta e segna. Complice una piccola deviazione.
A quanto pare gli errori in fase di copertura e ripartenza sono di casa dalle parti di Trigoria. Keita si divora il terzo gol, poi Szczesny compie una gran parata su un tiro di Felipe Anderson libero di aggirarsi tra gli imbambolati difensori della Roma. La manovra della Roma non migliora, non servono a nulla i cambi. Rimane lenta, complessa e sterile. Arriva così il tre a uno: Lulic indisturbato percorre la fascia con Keita lanciato verso il centro dell’area.
A quel punto i due difensori della Roma non riescono a chiudere l’unica linea di passaggio possibile. Non provano neanche ad arrivare sul pallone destinato a Keita. Non fanno altro che guardare la palla arrivare all’attaccante ispano-senegalese. Sul più comodo dei tap-in Szczesny non può nulla.
La Lazio ha stravinto la sfida a centrocampo: Milinkovic e Biglia erano le mura sulle quali la Roma si infrangeva. La Roma a centrocampo invece l’ha persa. Naingollan non pervenuto se non in distinta ad inizio gara. De Rossi giusto sul rigore e sul rinvio di tacco trasformatosi in assist per Basta. Derby e gloria a Simone Inzaghi, forse il miglior tecnico della stagione. Per Spalletti, se questi sono i presupposti su cui lavorare l’anno prossimo, probabilmente è molto meglio chiuderla qui.