Roma: minuto fatale. Quali i motivi?

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Sul banco degli imputati, dopo una partita che lascia l’amaro in bocca, sono finiti la squadra e l’allenatore. Difficile riuscire a spiegare cosa sia successo, soprattutto alla luce di un primo tempo straordinario dove la Roma ha stradominato ed entusiasmato, con gioco e spirito di inventiva. Uniti, compatti e padroni del campo gli 11 di Zeman hanno regalato calcio spettacolo ai 50.000 dell’Olimpico per tutti i primi 45 minuti. Poi il blackout; in un minuto è stato vanificato tutto il lavoro svolto fino a quel momento, concretizzandosi poi con il sigillo di Gilardino, che ha portato il Bologna sul 3-2 finale. Una doccia fredda che ha spiazzato tutti e che lascia la Roma a quota 4 punti in classifica.

La verità è che sono mancate le gambe, non è stato un problema di modulo o di tattica, la Roma semplicemente ha speso troppo e poi non è più riuscita a tornare in partita. L’unico che ha mantenuto una prestazione costante nell’arco di tutta la partita è stato Francesco Totti e questo in barba ai suoi prossimi 36 anni. Ma un uomo solo non può reggere una squadra e soprattutto un destino che, se si mette di traverso, non fa sconti a nessuno. Tre episodi, tre gol: questo è stato il verdetto. E nessuno di questi gol è stato realizzato in contropiede, quindi poco c’entra con le spesso gratuite critiche nel confronti del calcio zemaniano. Dovendo tirare le somme forse i giallorossi hanno peccato di presunzione, sicuri di avere già la vittoria in pugno. Invece di concretizzare e rimanere concentrati sono rimasti lì a guardarsi allo specchio, compiaciuti dello spettacolo hanno abbassato la guardia. Ma questo il calcio non lo perdona e purtroppo neppure il fato.

[Marco Pomarici – Fonte: www.vocegiallorossa.it]