Roma: nuovi nomi di allenatori per la prossima stagione

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Tutto è partito da un poker da fantacalcio, quattro allenatori capaci di accendere la fantasia dei tifosi durante i primi vagiti della gestione americana: via Montella, erano tempi in cui si parlava di Josè Mourinho, Pep Guardiola, Carlo Ancelotti e Villas Boas, citati senza un ordine preciso ma tutti (in modi e maniere differenti) al centro di un progetto destinato a vincere nell’immediato e nel futuro.

Tralasciando i nomi (da Buffon a Drogba, passando per la crema dei talenti mondiali) che accompagnavano candidature di tale portata, il ridimensionamento è partito quasi subito: nell’euforia generale i vertici giallorossi hanno provveduto ad allontanare ipotesi troppo onerosi per le casse societarie, piantando i piedi su una realtà più concreta: dal fascino dello “Special One” al pragmatismo casareccio di Stefano Pioli, una staffetta intervallata da nomi spesso poco conosciuti.

Ecco che il mondo romanista ha cominciato a prendere confidenza con i vari Pellegrini (Valencia), Bielsa, Unai Emery e Jurgen Klopp, una lista che si è arricchita a scadenza quotidiana, inserendo o eliminando allenatori senza colpo ferire.

L’Italia, comunque, ha sempre offerto il maggior numero di alternative: quando Luis Enrique ha lasciato intendere di voler gettare la spugna, è sembrato naturale per Baldini e co. il ricorso all’usato sicuro, quel Montella da sempre nell’orbita romanista ma ripudiato al momento dell’insediamento a stelle e strisce.

La “tarantella” estiva con l’aeroplanino ha riempito le pagine dei giornali ed i colpi di scena intorno alla vicenda hanno calamitato l’attenzione degli innamorati di Roma: il mancato accordo è stata una doccia fredda che ha costretto l’establishment capitolino a ripianificare in corsa l’anno venturo.

Zeman, “l’euforico sbaglio” tanto per citare Sabatini, ha dato l’immediata impressione di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato: qualcosa di più che una semplice garanzia di calcio spettacolo, un parafulmine che è durato un semestre soltanto.

Il peccato originale, quella “voglia di stupire” a tutti i costi, ha portato ad un fallimento bis dopo la disastrosa gestione di Luis Enrique: inutile andare a scavare sui mille motivi del buio zemaniano, la caccia al sostituto è cominciata prima ancora del suo addio ufficiale.

Ecco di nuovo in lizza Delio Rossi, Walter Mazzarri e Roberto Mancini, tutti nomi poco graditi alla piazza, mentre i più nostalgici provano ad ipotizzare ritorni romantici come quello di Luciano Spalletti e Fabio Capello, senza dimenticare la comparsata di Cesare Prandelli.

Morale della favola, Aurelio Andreazzoli. Su di lui ricade la scelta per una condotta senza troppi traumi: c’è da salvare una stagione e pianificare il terzo anno, un’impresa da “cesellare” senza il minimo errore. Si moltiplicano i sondaggi sull’opportunità di dare fiducia al normalizzatore toscano: tra pro e contro non mancano le solite voci sul futuribile condottiero, con Max Allegri in pole su tutti i quotidiani sportivi, ennesimo papabile in una lista sempre più lunga.

Il 2013 ha portato affascinanti “new entry”, a cominciare da Christian Panucci e Antonio Carlos Zago, pezzi di storia in campo pronti (?) a dare una mano alla causa romanista: difficile che possano esserci ribaltoni poco ponderati ma la sensazione è che la decisione sul prossimo allenatore della Roma sia tutt’altro che di facile soluzione. E siamo ad aprile.

[Mirko Porcari – Fonte: www.forzaroma.info]