ROMA – Davide Santon, terzino della Roma, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Sky Sport. Queste le sue parole a cominciare al taglio degli stipendi: “Sentivamo di poter aiutare. Ci sono così tante persone nel calcio, e tutti loro non hanno lo stesso stipendio che abbiamo noi, quindi penso che sia stato bello poter aiutare altre persone. Ecco perché abbiamo deciso di farlo. Quattro mesi di stipendio sono tanti, ma ci preoccupiamo per la nostra squadra, ci preoccupiamo per le persone che lavorano per noi. Sappiamo che il calcio non è fatto solo di calciatori e allenatori, ci sono molte persone che lavorano intorno a questo mondo. Volevamo sacrificare quattro mesi del nostro stipendio per aiutare queste persone, per poter ricominciare. Paghiamo soldi extra per essere in grado di aiutare tutte le persone che lavorano per la Roma perché sappiamo che hanno bisogno di soldi per far andare avanti la loro famiglia, per poter comprare cibo e tutto. Per noi è stato importante aiutare tutti quelli che potevamo. Abbiamo ricevuto un video in cui tutti dicevano” grazie “in tutte le lingue. È stato un video molto bello, anche emotivo. Potevi vedere quanto fosse importante per loro ricevere quel tipo di denaro”.
Sugli allenamenti: “La salute è la cosa più importante, prima di qualsiasi tipo di sport. Se hai la protezione per essere in grado di allenarti … Penso che si può tornare a farlo. Non credo sia ragionevole che le persone possano uscire e correre nel parco liberamente, ma non possiamo tornare alla nostra sessione di allenamento a Trigoria. Non credo sia giusto, soprattutto perché saremo controllati”.
Sull’eventuale ripresa della stagione: “Penso che sia importante che la stagione finisca. Se la stagione non finisce, sarà un problema ancora più grande di quello che già abbiamo. Per me è così importante, non solo per noi ma per tutti coloro che vivono intorno al calcio. Spero solo che tutto torni alla normalità e saremo in grado di finire il campionato, Europa League e Champions League. Per noi è una competizione importante”.
Sulla Roma: “Sono stato a Roma per due anni, mi sento a casa. Mi sento parte del club, ma di tutta la città. Sembra che stiamo tutti lavorando insieme, cercando di rispettare le regole, cercando di aiutarci a vicenda . Sono felice di essere qui. Anche in questa difficile situazione noto che le persone si preoccupano l’una dell’altra. Questo è ciò che è veramente importante per me”.
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