Rossetti, “The Butcher” nuovo campione italiano dei pesi Welter

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pietro rossetti

Il pugile romano ha sconfitto in finale Emanuele Cavallucci. Nell’intervista di Di Marzio la dedica al maestro Italo Mattioli

ROMA – Pietro Rossetti è il nuovo campione italiano dei pesi Welter. Il pugile, romano di 24 anni, conosciuto con il soprannome di “The Butcher”, sabato scorso ha infatti battuto in finale Emanuele Cavallucci, imponendosi per decisione unanime 97-92, 97-92, 98-91. La conquista del titolo è avvenuta sul ring collocato ad “Hacienda Roma”, struttura polifunzionale posta a ridosso della Tiburtina. Non dilungandoci ulteriormente con le presentazioni, chi scrive ha voluto incontrare il nuovo campione italiano dei pesi welter Pietro Rossetti, così da conoscere più da vicino emozioni e dettagli di una categoria del pugilato che sa appassionare molti sportivi.

Caro Pietro, sei il nuovo campione italiano dei pesi welter, quali emozioni si provano?

Sicuramente grande soddisfazione per l’esito di un incontro che aspettavo da molto tempo. Era uno dei miei obiettivi prioritari, anche per il fatto che ciò rappresenta l’inizio della mia carriera nel pugilato e nella categoria, e dunque volevo sin da subito fare bene.

A chi vuoi dedicare il titolo conquistato sabato?

A lui, al mio maestro Italo Mattioli, che mi guida costantemente permettendomi di esprimere al massimo delle mie potenzialità. Sono convinto che il risultato di sabato, oltre che per me e la mia carriera, ha costituito un risultato importante anche per lui e la sua esperienza nel settore, la giusta ricompensa di impegno e dedizione.

Secondo te, quale è stato il segreto della vittoria su Cavallucci?

Certamente la capacità che possiedo di adattarmi al contesto e all’avversario che ho davanti. Una qualità che si può esprimere solo attraverso buona condizione fisica e mentale in possesso. Stare bene vuol dire già molto per l’esito di un’incontro.

Più in generale, cosa rappresenta per te il pugilato?

Rappresenta per me una passione, un divertimento ed un lavoro. Tre elementi che ogni giorno coltivo con particolare cura e con l’obiettivo, oltre me, di rendere ancor più grande questo sport. Il pugilato è la mia vita.

Dove è nata la passione per il pugilato?

Da piccolo avevo il desiderio di divenire grande ed essere qualcuno. Lì è nata la passione per il pugilato, che mi ha spinto a crescere e ad affrontare le varie sfide che lo sport e la vita mi hanno post sempre all’altezza della situazione.

Cosa vuol dire, con tue parole, peso Welter?

Le categorie professionistiche di peso del pugilato sono 17, vanno dal Paglia ai Massimi. Tra queste vi è il peso welter che nel pugilato moderno non deve superare le 147 libbre (66,70 kg) per i professionisti e i 69kg per i dilettanti. Per me il welter è una delle più belle categorie presenti nel pugilato.

Quale disciplina, comportamentale, fisica e alimentare deve avere uno sportivo come te?

Principalmente essere sicuri di se stessi, accettando senza alcun timore tutti gli incontri che si intendono affrontare, fidarsi delle persone più importanti alla tua preparazione, allenarti bene e mangiare correttamente.

Come si vive questo sport all’interno del ring?

Si vive con tanta determinazione a vincere, non pensando al dolore. Quest’ultimo, come la stessa fatica vissuta, sono illusioni che si debbono saper superare se si vuole arrivare a traguardi importanti.

Come si prepara una finale come quella vinta da te?

È lo stesso identico discorso fatto nella risposta alla domanda precedente. Si prepara sapendo superare qualsiasi tipo di insicurezza e di dubbio, allenandosi duramente. Solo in questo modo si raggiungere la vittoria.

In conclusione, quale consiglio ti senti di dare ai giovani che vogliono intraprendere il pugilato?

Per chi vuole farlo a livello dilettantistico largo alla volontà di praticarlo, mentre se lo si vuole fare a livello professionistico si deve essere veramente sicuri di volerlo fare, perché il pugilato può non essere adatto a tutti, serve innanzitutto essere forti con la testa.

A cura di Marco Di Marzio