«Vieni con me amore, sulla soprelevata presso il mare, dove prendi un gol nel finale». La mia parafrasi della canzone di Corrado Guzzanti-Venditti fotografa quello che è successo ieri sera al Tempio. E finalmente, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, è accaduto agli avversari e non, come in passato, al Vecchio Balordo. Alberto Malesani ha impostato una partita di sacrificio, con un gioco “catenaccio e contropiede” vecchio stile con cui i suoi uomini hanno dato la zampata vincente. Il Genoa ha mostrato carattere e anche un pizzico di cinismo: ha atteso che l’avversario si sfiancasse per infilarlo.
Ha ragione l’allenatore rossoblù quando ha spiegato che non era una partita per Jorquera: era una gara per sciabolatori, non per fiorettisti. La Roma è una squadra che si basa sul possesso palla, pressing, fisicità e contropiede: esporsi al suo gioco è pericoloso, com’è accaduto in particolare al Parma e al Palermo. Il punto debole dei giallorossi è nella scarsa concretezza e nel riuscire poche volte ad andare a rete: così, dopo il pareggio c’è stato un calo, e il Grifone ha colpito la Lupa, grazie anche al recupero del gioco sulle fasce con Mesto e il neo entrato Constant. A proposito, piccolo ma non trascurabile particolare: con il 2-1 di ieri sera il Genoa ha infilato un poker di vittorie contro la Roma. E’ il quarto successo casalingo consecutivo: una tradizione che parte dalla stagione 2008-2009.
Non c’è neppure il tempo di godere di questa vittoria sulla Roma che arriva un altro avversario. Le “fatiche di Ercole” del Genoa proseguono a Firenze, dove troverà una squadra in crisi, con il suo allenatore Mihajlovic sul piede di partenza. Ma non sarà un impegno facile, tutt’altro! La Fiorentina cercherà di riscattarsi: ma se i rossoblù hanno imparato a giocare come stasera, non è impossibile strappare un risultato positivo dal Franchi.
[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]