A soli 5 giorni dalla cocente eliminazione dai preliminari di Champions League, la Sampdoria targata Di Carlo riesce a recuperare forze fisiche e mentali e a conquistare l’intera posta in palio all’esordio in campionato. Troppo importante fare punti per ritrovare consapevolezza nei propri mezzi e ridare entusiasmo ad un ambiente rimasto ferito dal sogno Champions svanito in pieno recupero.
Anche se il risultato potrebbe far pensare diversamente, la partita è stata a due volti: nella prima frazione molto meglio la Lazio, elegante a centrocampo, propositiva sulle corsie esterne e pericolosa in fase offensiva. La Samp, con i ritorni di Lucchini e Zauri in difesa al posto di Volta e Stankevicius, sembra partire come meglio non potrebbe, con un perfetto fraseggio di prima intenzione tra Guberti, Cassano e Pazzini, anticipato da Muslera sul più bello, e invece è soltanto un fuoco di paglia, perché sono gli ospiti a tenere il gioco in pugno per buona parte dei primi 45’.
Zarate fa diventare matto Zauri sulla corsia destra, Ledesma è il cervello della squadra, alla quale garantisce geometrie e classe, Matuzalem fa diga davanti alla difesa, Hernanes, al debutto in Italia, non dà punti di riferimento, Lichsteiner e Del Nero difendono e si propongono con continuità. I blucerchiati, con un Palombo spento per metà gara, gli esterni bloccati, Cassano troppo spesso fuori dal gioco e Pazzini carente di palloni giocabili, faticano ad alzare il proprio baricentro e se la vedono brutta ogni qual volta la Lazio spinge con decisione.
Ledesma ci prova più volte da fuori, la sfera fa la barba al palo, mentre al 16’ è Curci, con un intervento in due tempi, a negare la gioia del goal a Floccari, bravo a staccare di testa nel cuore dell’area. È la fase migliore degli ospiti che sfiorano al 20’ il bersaglio grosso, ma la conclusione di Hernanes non inquadra lo specchio della porta. Il pericolo sveglia i blucerchiati e al 25’ Cassano sradica la sfera dai piedi di Del Nero, se ne va sull’out destro in solitario, si accentra, ma viene chiuso in uscita da Muslera, mentre numerosi compagni si erano sistemati in area in attesa di un servizio.
Dopo il break le compagini ritornano in campo con i medesimi effettivi e la staffilata di Liechsteiner, terminata di poco sopra la traversa, sembra essere il prosieguo del buon momento laziale, invece sarà una delle rare conclusioni biancocelesti della ripresa, nella quale la Sampdoria, mentalmente e fisicamente, prenderà il sopravvento dell’avversario. La Lazio finisce la benzina, i blucerchiati ritrovano se stessi, Guberti fa la differenza nel ruolo di centrocampista offensivo, Cassano torna ad essere incisivo, Palombo sale in cattedra nel cuore del centrocampo, dove Dessena ci fa perdere il conto dei palloni recuperati.
Per una ventina di minuti si gioca nella metà campo ospite: Zauri sfiora il bersaglio grosso con una conclusione al termine di un’interessante serpentina sulla destra, poi al 54’ è Cassano a non trovare il goal per un non nulla con una conclusione ad incrociare, chiudendo una splendida triangolazione con Guberti. Il vantaggio è comunque nell’aria e giunge al 60’: Lichsteiner trattiene Dessena in area, Romeo concede il penalty, realizzato con freddezza da Cassano ai danni di Muslera, prendendosi una piccola rivincita rispetto a quanto accaduto due stagioni fa in finale di Coppa Italia.
La Lazio non c’è più in campo, i reparti hanno perso le relative distanze, la Samp la surclassa per energie in campo: al 65’ Palombo è autore di un bolide da fuori, la sfera è indirizzata ad insaccarsi sotto la traversa, Muslera, con un gran colpo di reni, si rifugia in corner. Reja, nel frattempo espulso per proteste, si gioca la carta Foggia per Zarate, ma in campo non si vedono differenze, anzi il Doria trova il raddoppio al 72’: corner di Semioli, Muslera smanaccia come può, Guberti lo castiga con uno splendido pallonetto che s’insacca nell’angolino alla sua destra. Partita in cassaforte.
Di Carlo fa esordire Koman proprio al posto di Guberti, mentre Reja si affida all’esperienza di Rocchi nel finale, nel quale per l’ennesima volta amministriamo male il vantaggio in talune occasioni, facendoci prendere dalla fretta e dai soliti spauracchi: minuto 81 Cavanda rischia di punire la Samp dopo una serie di errati disimpegni difensivi, mentre è Curci all’85 ad evitare pericoli maggiori sul neo-entrato Rocchi.
Al triplice fischio finale esplode l’entusiasmo blucerchiato in campo e sugli spalti: la squadra, superando definitivamente la delusione Champions, ha l’organico per giocarsela a viso aperto con buona parte degli avversari e tra 48 ore terminerà il mercato, che se si concluderà in assoluto silenzio in casa blucerchiata, sarà un altro grande successo.
SAMPDORIA – LAZIO 2-0
MARCATORI: 60’ Cassano (rig.), 72’ Guberti.
SAMPDORIA (4-3-1-2): Curci; Zauri, Gastaldello, Lucchini, Ziegler; Semioli (90′ Mannini), Palombo, Dessena; Guberti (75′ Koman); Pazzini, Cassano. (A disp: Da Costa, Cacciatore, Volta, Pozzi, Marilungo). All.: Di Carlo
LAZIO (3-4-2-1): Muslera; Biava, Dias, Radu; Lichtsteiner (75′ Rocchi), Matuzalem, Ledesema, Del Nero (57′ Cavanda); Hernanes, Zarate (70′ Foggia); Floccari. (A disp: Berni, Stendardo, Brocchi, Mauri). All.: Reja
ARBITRO: Andrea Romeo di Verona
AMMONITI: Ziegler (S); Dias, Radu Biava, Lichtsteiner (L)
ESPULSO: Reja (L) per proteste
[Diego Anelli – Fonte: www.sampdorianews.net]
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