Se qualcuno aveva dei dubbi sulla voglia di riscossa della squadra blucerchiata dopo il k.o interno col Cesena, questi dubbi ora sono stati senza dubbio ridotti dalla conferenza stampa odierna di Alberto Cavasin.
Nel suo primo intervento sampdoriano, il tecnico trevigiano è un fiume in piena, parlando senza sosta per più di quaranta minuti. Tantissimi gli argomenti toccati, dal momento della squadra ai suoi obiettivi personali, ma tutti con un’unica costante: la ferma volontà di immergersi completamente nell’universo Sampdoria, non tanto chiedendosi quali problemi affliggano la squadra, quanto cercando una maniera per risolverli.
“Ricordo subito Mimmo Di Carlo, che ha condiviso con me un anno stupendo a Lecce – comincia il nuovo allenatore ricordando il suo predecessore -. Oggi gli è successo quello che a me è successo tante volte. So che per lui è un momento un po’ di sofferenza, ma lo sentirò presto telefonicamente. Mi lascia un gruppo che so essere sano e uno spogliatoio dove non ci sono problematiche, il che, oltre che della società e dei giocatori, è anche un suo merito”.
Dopo il ringraziamento anche all’uomo di Cassino e il successivo alla società, rappresentata in nella “Sala Doria” dello StarHotel President da Doriano Tosi, Cavasin attacca a parlare di quelli che saranno i suoi compiti in blucerchiato: “Io farò quello che mi spetta, l’allenatore. Ora non vedo l’ora di salutare la squadra, che sarà l’artefice di quello che i nostri tifosi si aspettano: i risultati sul campo. Ho già sentito Palombo telefonicamente e, nonostante il momento per lui difficile, è stato lui a dare la carica a me. Dopo la conferenza lo andrò a trovare per stargli vicino e, ovviamente, parlare anche di calcio”.
“Per raggiungere il nostro obiettivo, saranno importanti tutte le componenti, dalla società, alla squadra, ma fondamentale sarà soprattutto l’apporto dei tifosi – continua -. Al di là della presenza la domenica, dovremo vivere la settimana pensando a tutte quelle persone che pensano a noi: questo noi dobbiamo sentire, perché è il piacere del nostro lavoro. Io sono qui perché sono stato scelto da una società bella, di cui mi stimolano tutte le componenti: vivo con l’amore e la passione per il mio lavoro, con il piacere di poter essere protagonista in questo nuovo contesto, ma lo faccio con molto equilibrio”.
La situazione in casa Sampdoria non è delle più rosee. Problemi da superare ce ne sono, ma tutto questo non spaventa l’ex tecnico del Lecce. Anzi, è uno stimolo in più. “Stanotte non ho dormito – comincia – ma non è per la preoccupazione dell’incarico. Certamente sono consapevole che ci sono delle problematiche e delle situazioni da sistemare, ma so di avere una società alle spalle che mi supporterà e un gruppo che non vedo l’ora di allenare, condividerne la continuità della settimana e la partita la domenica. In questo contesto condivido la scelta della società del ritiro di domani: io, come la mia squadra, devo pensare alla prossima partita, senza fare conti né farci condizionare dalla classifica”.
“Ci sono senza dubbio delle cose che hanno portato a non sviluppare al top le capacità effettiva della squadra – continua Cavasin rispondendo alle domande dei giornalisti -. Potremmo stare qui a dire tante cose e capirne i motivi, ma io oggi non mi pongo questi perché: io non devo risolvere i problemi, ma entrare e rimettere in pista questo gruppo, senza soffermarmi su cosa può mancare. Dal mio punto di vista io mi pongo come se questa fosse la settimana tipo della prima giornata del campionato, allenando senza retrospettive, altrimenti si farebbe confusione”.
La domanda successiva è riferita al modulo con cui giocherà la nuova Sampdoria di mister Cavasin, che, brevemente, racconta quali potranno o meno essere le proprie preferenze: “Per farvi capire, i ho vinto la Panchina d’Oro facendo i 3-5-2 e vinto il mio unico campionato col 4-4-2. Ho sia vinto che perso con diversi sistemi di gioco, per cui non ne ho uno preferito. In questa settimana conoscerò il gruppo e, condividendolo coi calciatori, sceglierò quello migliore per vedere cosa è più utile fare. Già domenica dobbiamo andare in campo competitivi, per cercare di far risultato già a Catania”.
Una prima indiscrezione sul modulo, o meglio sistema di gioco, Cavasin comunque la fa, trovando proprio spunto da una domanda inerente le difficoltà in attacco della squadra a cui, secondo molti, manca una prima punta. “Io penso che questa squadra giocherà con due attaccanti – spiega ipotizzando l’assetto doriano – e non credo che quello dell’assenza della prima punta sia un handicap: ci sono molte squadre ora che giocano senza la prima punta. Non è un limite avere le seconde punte, l’importante è queste che facciano gol, con la squadra a metterli in condizione per farli. Dobbiamo infatti essere squadra, per far rendere al top i nostri giocatori”.
E per far rendere al top i giocatori, il ritiro potrà essere la via giusta. “Martedì partiremo con un gruppo ben nutrito, compresi dei giovani in modo da poter lavorare con due squadre. A parte Angelo, andrà a Roma tutta la rosa, con l’obiettivo di stare insieme. Sono convinto che saranno importanti tutti, perché quelli che magari non saranno i primi attori la prossima partita, potranno risolvere quella dopo. Stimolerò tutti e terrò ognuno in considerazione, giovani compresi, il cui apporto potrà essere importante in questo finale. Serve la giusta competizione in allenamento per arrivare carichi alla partita, perché senza carica alla domenica si arriva sempre secondi sul pallone”.
Infine, Cavasin risponde convinto anche all’ultima domanda, quella che lo interroga su quell’etichetta di semplice “traghettatore” che qualcuno gli ha affibiato. Con grande umiltà, il tecnico spiega: “Tengo i piedi a terra. Oggi sono talmente coinvolto dall’attuale momento che mi basta e avanza pensare a quello che devo fare. In questo momento il mio pensiero è far bene questa conferenza stampa, poi penserò all’incontro con Angelo e poi con la squadra. Sognare fa bene, ma oggi il mio pensiero è sulla realtà delle cose: vivo la giornata per progettare il futuro, dove ci sarà quello che avrò seminato”.
[Stefano Orengo – Fonte: www.sampdorianews.net]