Tra campo e mercato la Sampdoria è reduce da una settimana molto importante. Sul mercato abbiamo assistito alla tanto attesa rivoluzione, a Grosseto la squadra ha ottenuto la seconda vittoria esterna della gestione Iachini. Per commentare il mercato di riparazione in casa doriana e l’andamento della squadra in campionato, Sampdorianews.net ha avuto l’onore di contattare Federico Errante, Direttore di Tuttob.com:
La vittoria di Grosseto può rappresentare davvero la gara della svolta per avvicinarsi alla zona play-off, oppure a tuo parere senza una continuità di successi casalinghi, si rischia di commentare lampi nel buio, come accaduto con l’exploit di Padova? “Il successo di Grosseto potrebbe rappresentare l’ennesima occasione per ripartire e dare continuità, magari finalmente quella giusta. Visto che poi il prossimo turno porta al “Ferraris” un avversario in piena crisi come l’AlbinoLeffe, è fondamentale fare ancora bottino pieno per arrivare al match di Torino sulla scorta di due vittorie consecutive che andrebbero ad incidere positivamente sul morale e soprattutto sulla classifica”.
Come giudichi il mercato di “riparazione” condotto dalla Sampdoria? Sono stati finalmente collocati sul mercato giocatori incapaci di lasciare tracce positive nella Sampdoria, in entrata molti arrivi dall’estero tutti da scoprire. Sulla carta la società ha colmato le lacune emerse nel girone d’andata, l’organico si è rafforzato, ha perso qualcosa durante questa rivoluzione, oppure in sostanza poco, o nulla è cambiato? “Per il bene della Samp mi auguro che abbia ragione il ds Sensibile, il quale attende tutti sul carro dei vincitori. Detto ciò, a mio parere, sul mercato di riparazione, ovvero un’altra rivoluzione, si è operato complessivamente nella maniera giusta. Dopo aver trattenuto Pozzi, è stato importante piazzare giocatori scontenti che hanno deluso, altri non certo all’altezza del progetto mentre in entrata Munari in mezzo ed Eder in avanti rappresentano due tasselli di categoria superiore. Juan Antonio invece è un talento purissimo, ma che ora si deve misurare con la grande piazza, non va bruciato e gli si deve altresì trovare la giusta collocazione tattica. Contestualmente, se dovesse iniziare l’auspicata risalita, si può anche dare tempo di crescere anche alle tre “scommesse” Renan, Mustafi e Gentsoglou. Certo, fosse rimasto Palombo….”
La tua analisi sulla cessione di Palombo: al di là delle dichiarazioni spesso contrastanti che abbiamo sentito nell’ultimo mese, sei d’accordo con il momento e i termini di questa operazione? Poteva essere gestita meglio tutta la vicenda? Avresti optato per un mercato differente finalizzato alla ricerca di un regista e alla permanenza di Palombo, oppure era la scelta migliore da compiere? “Sulla vicenda se ne sono dette e scritte di ogni. Personalmente ritengo che la gestione della situazione non sia stata impeccabile nonostante il capitano magari non si fosse calato al meglio nella realtà della serie B. Cederlo però nel mercato di gennaio credo sia stata una scelta affrettata e strategicamente sbagliata: in un momento così delicato per la squadra perdere colui che ne è sempre stato la vera anima, pur con annessi e connessi, è un ulteriore rischio che potrebbe esporre la società a nuove critiche. Adesso la palla però passa al campo: in caso di serie A (difficile ma non impossibile in un campionato come quello cadetto) anche la vicenda Palombo finirebbe (forse) nel dimenticatoio, nell’eventualità di un clamoroso fallimento saremmo al cospetto del primo capo d’imputazione che verrebbe rinfacciato a Garrone, Sensibile e compagnia”.
[Diego Anelli – Fonte: www.sampdorianews.net]
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