Minuto 91, siamo sotto per 2-3, Mannini si inventa un gran goal con una conclusione a giro che castiga Arcari, è il 3-3 definitivo che pone fine ad una sfida dominata dalla noia per 45’, che lascia poi spazio all’incredibile e al contrario dell’immaginabile nella ripresa, dove paura e disperazione prendono il sopravvento.
Un 3-3 che spinge in maniera quasi decisiva il Brescia alla retrocessione, e consente alla Sampdoria di guadagnare un punto sul Lecce, k.o. contro il Chievo, ma oggi pesano più di ogni altra cosa i 2 punti persi in casa contro l’ennesima diretta avversaria, ancora più pesanti se consideriamo il difficile calendario che ci attende fino al termine della stagione. Un pareggio che alla fine potrebbe condannare entrambe le compagini.
Cavasin scioglie il ballottaggio offensivo a favore di Biabiany per affiancare Pozzi, Maccarone in panchina, a centrocampo fiducia ancora a Laczko sull’out sinistro, mentre è Tissone a far coppia con Palombo nel cuore del centrocampo vista la squalifica di Poli e l’influenza di Dessena. Sull’altro fronte il Brescia si affida a Caracciolo come unico punto di riferimento offensivo, supportato però dagli inserimenti di Diamanti ed Eder. Partiamo subito bene con una girata di Pozzi sopra la traversa e un’occasione per Gastadello che non approfitta dell’uscita a vuoto di Arcari sullo svolgimento di un corner.
Dopo la sfuriata iniziale fatichiamo come ormai da tradizione a fare gioco, Mannini insiste a sfondare sull’out destro, ma viene poco aiutato dai compagni, sull’altro fronte i pochi guizzi degni di nota arrivano da Laczko, bravo a procurarsi un paio di punizioni dal limite, la lentezza di Tissone e la scarsa vena di Palombo non aiutano la manovra, mentre Pozzi fa a sportellate con i difensori bresciani e Biabiany dà poca profondità alle sue azioni. Al 25’ ecco la prima azione offensiva ospite con un tiro debole dal limite di Caracciolo, Curci blocca. Prima dell’intervallo, a parte due rigori chiesti rispettivamente da Caracciolo e Pozzi, non succede più nulla, ci prova Palombo su punizione da posizione defilata, Arcari respinge di pugno.
Le compagini tornano in campo con i medesimi effettivi e la noia viene interrotta dal goal di Eder al 50’, bravo a trovare in giravolta l’angolino più lontano, bruciando Zauri e Curci, al termine di un’azione offensiva avvolgente. Cala nuovamente la depressione e la squadra rischia di farsi nuovamente prendere dalla paura, ma, paradossalmente, il meglio di se stessa, poco o tanto che sia, lo dà in svantaggio, quando crede di non aver più nulla da perdere. Prima di essere sostituito al termine di una prova assai incolore, Biabiany dà un senso alla propria prestazione, credendo ad una palla apparentemente già persa a fondo campo e trovando un traversone perfetto per Pozzi, che, di testa, insacca da due passi al minuto 55.
Questa Sampdoria è incredibilmente brava ed autolesionista a disfare tutto quando potrebbe fare sua la partita. Sulle ali dell’entusiasmo si perdono le distanze tra i reparti, si tenta il tutto per tutto senza ordine, e, dopo un rigore chiesto da Pozzi e dall’intera Sampdoria, si riesce a prendere, sul capovolgimento di fronte, un incredibile contropiede dove Gastaldello e Lucchini si fanno bruciare da Caracciolo in una palla a campanile, l’ex attaccante doriano li anticipa e castiga Curci, rimasto incredibilmente in porta. Potrebbe essere il colpo del k.o., invece la squadra di Cavasin, che cerca l’uomo capace di creare la superiorità numerica e per tale ragione opta per il cambio Guberti per Laczko, ha tanto cuore, chi ci crede lo dimostra e tra questi c’è Tissone che fa a fette il centrocampo lombardo e trafigge Arcari con una conclusione da fuori che s’insacca nell’angolino, è il minuto 63’, ce la possiamo ancora giocare.
Cavasin prova Maccarone al posto di Biabiany, Palombo lo trova con un lancio dalla trequarti, ma l’ex palermitano viene chiuso da Zoboli sul più bello, mentre Pozzi non trova la gioia della doppietta sul cross operato da Guberti. Pochi minuti più tardi entrambi non trovano la zampata vincente su perfetto traversone di Mannini dalla destra, Arcari in qualche modo salva la baracca e ringrazia la nostra imprecisione.
Scorrono i minuti, Iachini toglie i “vecchietti” Filippini e Baiocco per dare maggiore freschezza al centrocampo, noi siamo travolti dalla voglia di trovare la rete della liberazione e dalla paura, che rischia di farci subire goal semplicemente sui disimpegni del nostro portiere. La frittata si compie al minuto 84: Diamanti crossa con eccessiva facilità dall’out destro, eludendo la marcatura di Ziegler e Guberti, la sfera spiove sull’out opposto per Caracciolo, il quale, di testa, anticipa Zauri e castiga Curci, rimasto dentro la porta.
Sembra finita, Cavasin vede Pozzi esausto e lo sostituisce con Macheda e invece in pieno recupero Mannini, infaticabile su entrambe le fasce, trova il meritato sigillo personale con una conclusione a giro che evita alla Sampdoria di subire la quarta sconfitta consecutiva in casa contro una diretta avversaria e permette di guadagnare un punto sul Lecce, ma rischia di essere una magra consolazione. Oggi per continuare a sperare davvero si doveva vincere, adesso si rischia di credere nei miracoli.
TABELLINO:
SAMPDORIA-BRESCIA 3-3
Reti: Eder al 5′ s.t., Pozzi al 10′ s.t., Caracciolo al 12′ s.t. e al 39′ s.t., Tissone al 18′ s.t., Mannini al 46′ s.t.
SAMPDORIA (4-4-2): Curci; Zauri, Gastaldello, Lucchini, Ziegler; Mannini, Tissone, Palombo, Laczko (15′ s.t. Guberti); Pozzi (40′ s.t. Macheda), Biabiany (21′ s.t. Maccarone). A disp. Da Costa, Perticone, Dessena, Koman. All. Cavasin.
BRESCIA (4-3-1-2): Arcari; Zambelli, Zoboli (34′ s.t. Zebina), Bega, Berardi; Filippini (19′ s.t. Vass), Hetemaj, Baiocco (29′ s.t. Konè); Diamanti; Eder, Caracciolo. A disp. Leali, Mareco, Lanzafame, Jonathas. All. Iachini.
Arbitro: Rocchi di Firenze.
Ammoniti: Laczko, Pozzi (S); Berardi, Hetemaj (B)
[Diego Anelli – Fonte: www.sampdorianews.net]
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