Samp: non ci resta che cantare…

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Una serata da dimenticare, l’ennesima. Diciamo sempre che il derby è una partita a sé, che i pronostici non valgono e poi quando ci capita di perderli, e ultimamente è capitato un po’ troppo spesso, restiamo lì senza parole mentre alle orecchie rimbombano i clacson festanti dei vincitori, un vero incubo.

Ci siamo adattati a tutto per amore della Samp, a perdere per strada dei campioni senza vederli sostituire degnamente, a fallire uno dopo l’altro tutti gli obiettivi stagionali, abbiamo continuato a cantare e continueremo a farlo, perché non abbiamo altra arma se non quello della passione e dell’orgoglio, ma non dobbiamo essere i soli a metterceli.

Dopo una buona prova caratteriale contro il Bologna, partita chiusa dopo quindici minuti, era fin troppo facile illudersi che sarebbe potuta durare, anche nella stracittadina abbiamo mostrato i nostri limiti, collezionando una misera figura contro una squadra non eccelsa, ma ch,e sul piano caratteriale, ha dimostrato diverse volte di sovrastarci. Quando difetta la personalità, i limiti tecnici ne escono evidenziati, siamo lenti, con poco nerbo, si fatica a costruire e si vanifica tutto in attacco, contro di noi continuano a collezionare figurone delle squadre cui non abbiamo da invidiare più di tanto, se non la grinta.

Mister Di Carlo nel post gara era veramente arrabbiato, da una parte son quasi sollevata, perché è ora che qualcuno si accorga che dello spirito Samp spesso si fatica a trovare traccia. Non sono affatto in cerca di contestazioni, leggendo qua e là so che c’è già chi le fa, il momento è duro e serve ben altro che contestare o ricordarci ogni momento come siamo arrivati a questo punto, purtroppo dobbiamo andare avanti con le forze che abbiamo, spinti dall’ardore agonistico e dall’orgoglio rimasto. Lo sappiamo tutti, ce lo ricordano spesso nelle conferenze stampa, poi quando si vede una partita come il derby ci si domanda se si è sentito bene o se era un richiamo solo per i tifosi, infatti dagli spalti noi l’ardore ce lo mettiamo sempre.

Chi non capisce cos’è un derby spesso lo perde. Passi per chi non lo ha mai vissuto, ma chi lo conosce da protagonista sa cosa vuol dire. Ogni anno siamo a ripetere le stesse cose, ogni anno speriamo che intorno a noi ci sia un’atmosfera densa di ben altre aspettative e immancabilmente rimane questo traguardo cittadino da raggiungere e superare, se non succede la delusione è cocente specie se si perde uscendo a testa bassa.

Mister Di Carlo, dopo Bologna, ha detto che serve il lavoro di tutta la settimana per affiatare il gruppo, infatti dopo tre giorni la Samp non c’era ancora. Cosa aspettarsi allora fra quattro giorni quando ci attenderà la Fiorentina? Si spera vivamente di non aiutare più nessuno ad uscire dalle proprie crisi personali e di risultato, di fare in fretta a raggiungere la quota salvezza e poi trarremo le debite conclusioni. Ovviamente è una considerazione, perché se lo poniamo come obiettivo magari rischieremo di fallire anche quello.

Purtroppo ora è difficile parlare, prevale la tristezza ed un certo senso di smarrimento legato al futuro, che si presenta indefinibile. Non smetteremo mai di cantare, di incitare chi onora la maglia e si sbatte per la vittoria, solo pochi giorni fa credevamo di aver intrapreso il giusto sentiero, diteci che non ci siamo sbagliati.

[Laura Ferrari – Fonte: www.sampdorianews.net]