Nell’ultima puntata di Sampdoria sempre con te, il programma radiofonico di Sampdorianews.net in onda su Radio 103 il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 19.30 alle 20.30 (scriveteci via sms al 338-1010360 o via email a samp@radio103.it o contattateci su facebook), è intervenuto l’ex portiere della Sampdoria e della Nazionale Italiana Gianluca Pagliuca.
Come stai vedendo la Sampdoria e come interpreti questa crisi?: “Purtroppo questa crisi è nata l’anno scorso e nemmeno il nuovo allenatore è riuscito a risolvere questo problema che, secondo me, è più mentale che tecnico. L’errore che è stato fatto quest’anno è la conferma di gran parte della rosa dello scorso anno pensando su una possibile rivalsa. Tanti giocatori, invece, vivono ancora con il fantasma della retrocessione. A me è capitata la stessa cosa nel 2005 quando sono retrocesso con il Bologna e l’anno dopo, in Serie B, siamo partiti malissimo. Poi abbiamo avuto una ripresa durante il campionato. Secondo me dopo una bruciante retrocessione come è capitato purtroppo alla Samp si doveva fare piazza pulita, mandare via tutti o quasi tutti, tenere qualche giovane. Cambiare radicalmente la squadra”.
La Samp, acquistando tanti attaccanti potenzialmente tutti titolari, ha commesso un errore al quale dovrà porre rimedio nel mercato di gennaio?: “Ha preso Bertani che l’anno scorso ha fatto faville con il Novara e, secondo me, era l’attaccante ideale, ha preso Piovaccari che ha fatto più di 20 gol con il Cittadella, ha tenuto Pozzi e Maccarone, con Maccarone che l’anno scorso ha fatto un’annata disgraziata anche se lui di gol ne ha sempre fatti. Pozzi è un giocatore che in B è un lusso. Sulla carta era un attacco da Serie A, invece purtroppo Pozzi si è fatto male, Maccarone dopo aver vestito la maglia blucerchiata sembra abbia smarrito il fiuto del gol, Bertani ha iniziato benissimo, mentre ora sta avendo un periodo di pausa. La Samp è ancora in tempo per uscire fuori da questa situazione, però adesso davanti corrono e bisogna vincerle quasi tutte per arrivare almeno ai play-off e giocartela».
Si parla tanto del possibile ingaggio di Filippo Inzaghi nella prossima finestra di mercato. Cosa ne pensi?: “Sarebbe un altro errore. Inzaghi ha 37 anni e non penso sia l’uomo giusto per la Samp. Penso ci sia bisogno di giocatori che abbiano fame, desiderio di rivalsa. Che siano anche sconosciuti, ma che abbiano questa grande voglia di fare carriera. Inzaghi la carriera l’ha già fatta, tanta e bella, ma non penso che possa andare alla Samp con una grande determinazione. Inoltre, visto lo stipendio attuale di Inzaghi, non penso che la Sampdoria voglia spendere tutti quei soldi».
La partita contro la Juve Stabia è stata l’emblema dei problemi della Samp. Una squadra da Serie A in difficoltà contro una formazione poco dotata, ma arrivata a Marassi quadrata e compatta. È l’emblema di cosa sia la Serie B: “Ho visto la partita venerdì, ero convinto della prima vittoria della gestione Iachini e, invece, si è andati vicinissimi a una sconfitta e la Juve Stabia non avrebbe rubato nulla. La Serie B è diversa dalla A. In A hai possibilità di giocare di rimessa, invece la Samp, in B, quando gioca a Marassi, si trova davanti squadre che si chiudono per poi partire in contropiede».
La tua idea su mister Iachini?: «Quattro punti in quattro partite. Lo conosco da giocatore e sono un suo estimatore. Come allenatore mi piace, lo ritengo simile a Novellino, molto concreto e, siccome Novellino ha fatto la storia recente della Samp, ero convinto e sono ancora convinto che possa fare bene. Il problema è che si trova con giocatori che l’anno scorso sono retrocessi e che hanno nella mente ancora il fantasma della retrocessione. Probabilmente fossi nella società proverei a fare piazza pulita prendendo giocatori giovani e che abbiano fame per dare nuova linfa alla squadra. Tenere certi giocatori è controproducente».
E per quanto riguarda Angelo Palombo?: “Penso che Palombo abbia molte difficoltà in Serie B essendo uno da A. In A ci si abitua a un tipo di calcio e in B si fa fatica, ogni volta che prendi palla ne hai due o tre addosso. Anche inconsciamente gli stimoli sono meno. Mi è capitato. Giocavo da capitano a Bologna, dopo la retrocessione sono rimasto per amore della mia città. In B vai in campo con meno tensione. È capitato a me e penso che a Palombo stia succedendo la stessa cosa. Sono certo, però, che Palombo andrà in campo e avrà tantissima voglia di fare bene».
Che consiglio daresti al capitano?: “Rimarrei alla Samp. Nel caso la Samp dovesse rimanere in Serie B lui sarebbe già abituato alla categoria e potrebbe fare la differenza entrando nel clima della B. Ma subito si fa fatica, soprattutto a livello psicologico».
Capitolo portieri. Cosa sta combinando la Samp? Il preliminare di Champion’s League con Curci e la B con Romero. Forse ci sono stati errori di valutazione?: «Romero in Serie B è un lusso, ma pensavo fosse più forte e più determinante. So che è stato pagato molto e che guadagna molto, ma non sta rendendo per quello che è stato pagato. Anche lui starà accusando la categoria. È un investimento che forse si sarebbe potuto fare per una Samp in Serie A. In Serie B mi ha stupito. Sarebbe bastato prendere un portiere di 27 o 28 anni spendendo poco o niente e facendo un buon campionato. Andare a spendere tutti quei soldi per un portiere mi sembra esagerato».
Potrebbe essere stato un errore anche tenere in panchina uno come Da Costa che ha dimostrato di poter giocare in B: «Da Costa all’Ancona ha fatto bene in Serie B. La Samp avrebbe potuto spendere quei soldi per altri giocatori. I portieri si trovano anche a parametro zero. Il Torino ha preso Coppola che ha una grande esperienza, fa il suo, e, infatti, stiamo vedendo i risultati».
E cos’è successo a Fiorillo?: “L’ho visto giocare in Primavera facendo grandi prestazioni. Ma è diverso giocare nelle giovanili o in prima squadra. Ha avuto diverse occasioni in A e non le ha sfruttate facendo errori vistosi. Poi è andato a Spezia senza fare bene e ora fa il terzo alla Samp. Ma è ancora giovane ed è in tempo per dare una sferzata alla sua carriera. Deve trovare le motivazioni. I numeri li ha. Forse l’hanno fatto fenomeno prima di diventarlo».
[Mattia Mangraviti – Fonte: www.sampdorianews.net]
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