Ero uscito da casa e me la sentivo: a prescindere da tutto e da tutti, avremo dato filo da torcere ai campioni del mondo e così è stato. Il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, non avremmo rubato nulla, ma nel calcio vince chi la butta dentro, chi vanta i giocatori giusti per scardinare le difese avversarie, fino a poco tempo li avevamo anche noi, poi, strada facendo, il giocattolo è stato rotto e siamo ora costretti a guardarci alle spalle in attesa della delicatissima sfida casalinga contro il Cesena.
Contrariamente alle deludenti sfide interne offerte contro Cagliari e Genoa, stasera la Samp vuole dimostrare che quanto di buono fatto vedere con il Bologna non è stato un episodio isolato e, messa in campo con il 3-5-1-1 con Mannini e Ziegler a dedicarsi a tutto campo alla propria fascia di competenza e Guberti in appoggio a Maccarone unico punto di riferimento offensivo, riesce a coprirsi bene e a ripartire, creando qualche inatteso pericolo all’Inter, non si va oltre per sfortuna e imprecisione sotto porta. Gran parte delle azioni offensive neroazzurre partono dai piedi di Sneijder: sui cross dell’olandese, prima Ranocchia, poi Kharja, entrambi di testa, non trovano lo specchio della porta per un non nulla.
Palombo, Poli e Dessena sono protagonisti di un asfissiante pressing a centrocampo, si dedicano non soltanto a rompere il gioco avversario, ma, ogni qualvolta se ne presenta l’occasione, impostano, allargano il gioco sugli esterni, o lanciano in profondità l’isolato Maccarone, il quale trova per la prima volta lo specchio della porta su un invitante servizio sul filo dell’offside da parte di Guberti, ma Julio Cesar fa buona guardia sulla debole conclusione dell’ex bomber senese. Gli uomini di Leonardo fanno molto possesso palla, ma le assenze di Cambiasso e Thiago Motta nel cuore del centrocampo si fanno sentire eccome. Al di là di una punizione di Eto’o ben bloccata da Curci, non corriamo pericoli, alziamo progressivamente il baricentro e cominciamo a farci seriamente vedere dalle parti di Julio Cesar.
Dopo alcune rocambolesche mischie concluse con tiri di Poli e Ziegler ribattuti dal muro interista, alla mezz’ora è Mannini a scaldare i guantoni di Julio Cesar con una conclusione potente ma centrale effettuata dall’out destro, mentre Poli, appena entrato in area, fa tremare il montante con un preciso diagonale che aveva fatto gridare al goal. Sulle ali dell’entusiasmo rischiamo di prendere in contropiede l’ennesimo goal prima dell’intervallo, ma Eto’o, liberato da un veloce ed elegante fraseggio con Pazzini e Sneijder, calcia clamorosamente in bocca a Curci da favorevolissima posizione.
Non si segnala nessun cambio nell’intervallo, l’Inter cerca insistentemente di creare gioco ma fatica dannatamente, noi siamo ben messi in campo, gettiamo il cuore oltre l’ostacolo, teniamo botta e sfioriamo nuovamente il vantaggio, stavolta con Maccarone, perfettamente lanciato in profondità da Palombo, ma l’ex senese, andato via alla marcatura di Lucio, calcia su Julio Cesar in uscita. Il risultato non si sblocca, Leonardo si gioca il tutto per tutto inserendo Pandev al posto di Kharja, ma non arretriamo più del dovuto, anzi con Ziegler e Mannini siamo protagonisti di alcune buone incursioni, che avrebbero meritato una finalizzazione migliore.
Con l’inserimento di Pandev, Sneijder diventa il regista avanzato della squadra e, dopo una conclusione dal limite al fil di palo, sblocca il risultato al 73’ con una punizione a giro che trafigge Curci e una barriera mal posizionata. Gran giocata dell’olandese, altrettanto grossolana l’ingenuità doriana. Andati in svantaggio, Di Carlo fa ricorso alla panchina, dentro Koman, Biabany e Macheda al posto di Guberti, Dessena e Poli, ma, al di là di tanto cuore e qualche rocambolesca mischia, non andiamo, anzi, inevitabilmente lasciamo praterie a disposizione dei contropiedisti neroazzurri: dopo aver salvato in due occasioni su Eto’o, Curci nulla può sul terzo tentativo del camerunense che pone fine al match.
I neroazzurri dopo 4 anni espugnano il “Ferraris” blucerchiato e tornano in piena corsa per lo scudetto, mentre la Sampdoria, ferma a 31 punti, è costretta a guardarsi indietro senza scuse, né giri di parole. Domenica arriva il Cesena, sarà uno scontro salvezza, può essere una bestemmia scriverlo dopo 26 punti raccolti nel girone di andata, poi si è raccolta la miseria di 5 punti, non ci sono più né Cassano né Pazzini, chi è arrivato non è a quei livelli e, Bologna a parte, non segniamo più.
È quanto basta per rendersi conto che con Cesena, Lecce, Brescia e Parma in casa, Catania, Bari e Chievo ci giochiamo un’intera stagione. Il mercato per fortuna, o per disgrazia, è terminato. I tifosi canteranno, in campo servirà tanto cuore, ma senza i goal i punti non si fanno.
TABELLINO:
SAMPDORIA-INTER 0-2
MARCATORI: Sneijder (I) al 28’, Eto’o (I) al 49’ s.t.
SAMPDORIA (3-5-1-1): Curci; Volta, Gastaldello, Lucchini; Mannini, Dessena (dal 31’ s.t. Biabiany), Palombo, Poli (dal 43’ s.t. Macheda), Ziegler; Guberti (dal 38’ s.t. Koman); Maccarone. ( Da Costa, Zauri, Laczko, Martinez) All: Di Carlo.
INTER (4-3-1-2): Julio Cesar; Nagatomo, Lucio, Ranocchia, Chivu; J. Zanetti, Stankovic, Kharja (dal 18’ s.t. Pandev); Sneijder; Pazzini (dal 43’ s.t. Mariga), Eto’o. (Castellazzi, Thiago Motta, Obi, Materazzi, Coutinho). All. Leonardo.
ARBITRO: Gervasoni di Mantova.
AMMONITI: Volta, Poli, Gastaldello (S); Lucio, Chivu (I)
NOTE: Spettatori 25.000 circa, con 1.500 interisti al seguito. Angoli: 7-3; Recuperi: primo tempo 1’; secondo tempo 4’.
[Diego Anelli – Fonte: www.sampdorianews.net]