GENOVA – Nonostante le ripetute smentite da parte di Massimo Ferrero, le voci circa l’interesse di un gruppo arabo nei confronti della Samp trovano sempre più spazio sui media.
Un mediatore di lusso?
Oggi è Il Secolo XIX, il più prestigioso quotidiano ligure a rilanciare. Secondo la testata genovese i contatti sarebbero tuttora in corso, e si attende una risposta da parte del Presidente Ferrero. Qualora il massimo dirigente blucerchiato dovesse dirsi possibilista o disposto ad ascoltare una proposta, si aprirebbe una seconda fase della trattativa. È emerso anche il nome della persona che avrebbe fatto da “ponte” tra le parti. Sarebbe l’ex DS della Roma Walter Sabatini.
Le fasi della trattativa
In questi casi le dinamiche sono ben delineate. Dapprima ci vuole l’accordo delle parti a sentirsi. Successivamente viene aperta la fase detta della “”due diligence”. Si tratta di una verifica dei conti societari necessaria per formulare l’entità di un’offerta formale. La trattativa economica si aprirebbe a questo punto con l’eventuale rilancio o il rifiuto da parte della proprietà.
Va detto comunque che quando si arriva alla “due diligence” esiste già un accordo di massima attorno alla cifra. E questo non solo perché le analisi del compratore sono già state avviate sul mercato, ma anche perché in fase di approccio tra le parti un’idea viene comunque maturata. Il gruppo interessato proverrebbe da Abu-Dhabi.
I motivi dell’interesse
La Sampdoria costituisce un piatto appetibile per gli investitori. La rosa molto giovane e la presenza di pezzi pregiati con grandi potenzialità, rendono la società blucerchiata un terreno fertile su cui costruire un progetto.
Giocatori dal sicuro avvenire ma di rendimento già sperimentato, sono la garanzia per il presente, ma consentono strategie interessanti per il futuro. Uno scenario del genere lascia supporre la possibilità di conseguire fin da subito profitti economici senza penalizzare l’aspetto sportivo.
A tutto ciò va aggiunta l’appetibilità del nostro calcio in genere. In questo momento storico i club italiano, pur essendo meno potenti economicamente di molte altre società estere, garantiscono un ritorno di immagine e un potenziale di crescita enorme. Soprattutto se si risolvono i problemi burocratici legati agli stadi di proprietà.