Sampdoria-Bologna 1-1: Diamanti risponde all’ex Gabbiadini

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logo-bolognaIl Bologna arriva a Marassi con Alessandro Diamanti regolarmente al suo posto sulla trequarti e con la voglia di concludere nel migliore dei modi una settimana decisamente tribolata, in cui si è parlato poco di calcio e tanto di mercato. Avversario di turno è la Sampdoria degli ex Costa, Gabbiadini e soprattutto Mihajlovic, che da quando siede sulla panchina blucerchiata ha collezionato ben dodici punti in otto partite.

Come prevedibile, fin dai primi minuti la partita si rivela molto tesa e bloccata, con le due squadre che si osservano, si studiano e badano soprattutto a non scoprirsi troppo. La prima iniziativa interessante è di marca rossoblù al 18’, quando Bianchi non riesce a intercettare un preciso cross rasoterra di Garics dalla destra. Col passare dei minuti i ragazzi di Ballardini, quest’oggi in tribuna per squalifica e sostituito dal vice Carlo Regno, prendono coraggio e guadagnano metri di campo, con Morleo e Garics bravi sia a proporsi in fase offensiva che a raddoppiare sugli esterni d’attacco della Sampdoria, dando manforte ai tre centrali. Nessun rischio, fatta eccezione per un pallone velenoso scodellato nel mezzo da Palombo al 41’ che chiama Curci all’anticipo su Soriano, ma nello stesso tempo nessuna occasione, perché l’unico tiro è di Pazienza al 43’ da fuori area e si perde alto sulla traversa. Nel finale Bianchi prova a fuggire in contropiede ma viene braccato da Gastaldello e Mustafi e proprio sul più bello non riesce a battere a rete. Rientrando negli spogliatoi Diamanti si lamenta con l’arbitro Guida per una presunta trattenuta ai danni dell’attaccante e viene ammonito.

La prima azione della ripresa, un cross di Morleo incornato sul fondo da Lazaros, fa pensare che il copione del match non sia cambiato più di tanto, ma di lì a poco sono i padroni di casa a prendere in mano le redini del gioco. Il motivo? I rossoblù iniziano a palesare tutti quei limiti che ne hanno contraddistinto e complicato la stagione fino a questo momento: improvvisi blackout difensivi, linea mediana incapace di impostare in maniera quantomeno dignitosa, Diamanti a predicare nel deserto e Bianchi lasciato solo al suo destino in avanti, imbeccato solo di tanto in tanto da qualche disperato lancio lungo di Natali. Al 7’ Soriano sfugge via sulla sinistra e mette in mezzo per Krsticic, che vede il suo tocco di esterno sporcato in corner. Al 12’ i brividi aumentano, con lo stesso Soriano che si inserisce in area sfruttando una torre di De Silvestri e calcia a botta sicura, trovando sulla sua strada il corpo di Curci, puntuale in uscita bassa. I felsinei sono ormai schiacciati nella propria metà campo e la conseguenza non può che essere il gol del vantaggio blucerchiato: Eder vede aprirsi un’autostrada davanti a sé sulla corsia di destra, arriva sul fondo e serve nel mezzo l’accorrente Gabbiadini, che da due passi insacca col piattone mancino a porta praticamente sguarnita. Manolo non esulta, Marassi invece sì, e per il Bologna sembra notte fonda.

Diamanti e compagni hanno il merito di non arrendersi, ma la reazione imbastita nei minuti successivi alla rete subita può essere riassunta in tre parole: disordinata, prevedibile, sterile. Il tempo che scorre, la paura di perdere e il terreno di gioco infame certamente non aiutano, gli errori in fase di disimpegno e i passaggi sbagliati aumentano, e così per ben due volte la Sampdoria rischia di approfittarne: al 28’ Diamanti sbaglia un facile appoggio su Antonsson e innesca la ripartenza avversaria, con Eder che scappa via velocissimo ma al momento di concludere scivola e colpisce male, mentre al 36’ è Acquafresca, appena entrato, a regalare palla allo stesso furetto brasiliano, che fortunatamente angola troppo il diagonale e mantiene in vita le speranze rossoblù.

Speranze che, dopo un paio di conclusioni velleitarie di Acquafresca e Diamanti, si trasformano in miracolo proprio al 45’, quando Lazaros, autore fino a quel momento di una prova incolore, si invola in contropiede con la Sampdoria colpevolmente scoperta, supera in velocità un paio di difensori, entra in area e viene steso da Costa. Guida vede bene e concede il penalty, dal dischetto si presenta il capitano che spiazza Da Costa e porta il Bologna nuovamente fuori dalla zona retrocessione, a quota 18 punti. Anche lui non esulta, e come già accaduto contro il Genoa si limita a portarsi una mano sulla fronte e a ‘disegnare’ una lettera L. Che sia quella di ‘Loser’, dedicata a tutti coloro che già parlavano di un giocatore amareggiato, arrabbiato e svogliato dopo il mancato trasferimento al Guangzhou, che sia quella di ‘Love’, per la sua Silvia, o magari quella di ‘Lorenzo’, il piccolo tifoso del Bologna di Fusignano scomparso nel 2007, già ricordato dal fantasista di Prato in un paio di occasioni con una maglietta speciale, non è fondamentale saperlo. Quel che conta è che Alino, pur non brillando particolarmente, ha disputato la solita partita fatta di grinta e determinazione, e nel momento decisivo si è fatto trovare pronto. I professionisti seri fanno questo, e lui lo ha fatto.

Un altro punto d’oro quello conquistato oggi a Genova, frutto di un primo tempo convincente e di un secondo tempo decisamente negativo. Dal primo dovrà ripartire mister Ballardini, in allenamento, per costruire finalmente la prima vittoria della sua gestione, dal secondo invece il presidente Guaraldi, in questi ultimi giorni di mercato, sperando si sia reso conto che questa rosa ha un disperato bisogno di essere rinforzata. Perché sì, la Cina fortunatamente è lontana, ma anche la salvezza è ancora piuttosto distante.

[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]