GENOVA – “Basta morti sul lavoro”, Sampdoria-Catania non è una partita di cartello. É il cartello esposto ad inizio gara che fa la partita. Applausi, quando i portuali di Genova, lacrime agli occhi, girano il campo esponendo verso le tribune uno striscione con su questo messaggio scritto. La curva doriana ne aveva già esposto un altro: “Genova piange le vittime del porto”. É una partita, dovrebbe essere una commemorazione, ma si può commemorare giocando? Non si potrebbe, ma si deve. Così ha stabilito la Lega serie A Basta un minuto di silenzio per giustificarne 90′ di gioco? Può esserci divertimento, in un clima di commemorazione? E se no, che senso ha, giocare al calcio, stasera, proprio a Genova, con ancora due dispersi che attendono sotto le macerie? Non ha senso. E neanche il calcio lo ha. Ma si gioca, col lutto al braccio, in un clima surreale, con un coro chiaro, che si leva al levarsi del sipario che dà accesso in campo alle squadre: “Lega Italia figli di p…”.
Ognuno deve fare il proprio dovere. Tifosi, giocatori, allenatori, giornalisti. Avremmo preferito rimanere in silenzio, per tutti e 90′.
Rossi scegli gioca ogni carta per interrompere la scia di sconfitte, anche lo spauracchio dell’ex. Fuori Icardi, c’è Maxi Lopez, l’attaccante giunto in prestito dal Catania e che i doriani non vorrebbero riscattare. Non c’è Romero, fatto fuori dall’ultimo errore contro l’Udinese, al suo posto, in porta, il secondo, Da Costa. Come il secondo difende i pali del Catania, Frison. Alvarez indisponibile, Maran non conta su Potenza, sceglie uno schieramenbto molto simile a quello visto a Milano. Izco arretrato a terzino, Legrottaglie resta in panchina, continuità a Rolin che eguaglia il record di tre gare consecutivamente giocate in questo torneo. Gomez torna titolare nel tridente offensivo, al posto di Castro. A centrocampo rientra Almiron, insieme a Biagianti.
Non c’è tifo sugli spalti, anche i ritmi della gara ne risentono. Gli etnei non riescono a produrre gioco con efficacia e continuità. E’ la Sampdoria a dirigere la manovra, premere a centrocampo, cercare spesso la profondità o le sponde di Maxi Lopez attorno a cui ruotano Eder e Renan alla ricerca di alternative offensive. Al 33° proprio Lopez, saltando Rolin e Spolli, conclude a rete. Pronto Frison smanaccia il tiro scoccato da posizione laterale. É il preludio al goal che arriva al 36°, cross dalla sinistra di Renan, De Silvestri prende il tempo a Marchese, salta in area e conclude di potenza alle spalle di Frison. Prima rete in serie A per il doriano. Lo svantaggio spiazza il Catania che non riesce, con la medesima strategia della Sampdoria, a far altrettanti danni alla difesa blucerchiata che, sui palloni centrali, si chiude ermeticamente, concedendo nulla a Bergessio e soci. Tre minuti di recupero, spogliatoi e ritorno in campo. Non cambia nulla, negli uomini, nei moduli, nell’atteggiamento. Ma il Ferraris inizia a tifare dopo 45′ di silenzio.
Manca la freschezza offensiva di Izco alla manovra rossazzurra, sparuta quando deve proporsi in fase offensiva. Almiron non garantisce la stessa miscela di corsa e lucidità. Sampdoria più attenta, stretta tra le linee, determinata a conseguire il risultato. Al 60° Rossi cambia Eder con Sansone. Maran si sbraccia, vuole più gioco sulle fasce. Il suo Catania non ha concluso ancora una sola volta in porta. E non vi riesce neanche nei minuti seguenti. Quando è pronto il cambio, con l’ingresso di Keko, Spolli mette a segno la rete del pareggio su punizione calciata da Lodi. Va segnalata la posizione di fuorigioco di Bergessio che, sullo spiovente di Lodi, rimette al centro dalla linea di fondo, per l’accorrente Spolli, che corregge di giustezza, di testa. Il pareggio fa cambiare idea a Maran, e Keko indossa nuovamente la pettorina. Entrerà al 78°, per Lodi, poco dopo che Sansone riceve in area la palla che spedisce dritta sul palo. All’84° prima De Silvestri, poi Lopez cercano il goal e trovano l’angolo. All’86° dentro Munari al posto di Poli.
La Sampdoria prepara l’assalto, il Catania pare avere finito le forze, tanto da non riuscire a trattenere il pallone, amministrare la gara, addormentare la partita. Ci riesce Bergessio restando infortunato in terra, deve entrare Cani, in pieno recupero. Sulla punizione, tocco di mano di Sansone che si lancia in avanti guadagnando persino fallo sulle vibranti proteste del Catania. Al 2° di recupero, il primo boato sancisce la vittoria dell’Udinese sul Palermo, al 4°, al fischio finale dell’arbitro, il secondo sancisce la matematica permanenza in serie A della Sampdoria. Per il Catania, un punto prezioso, che avvicina alla fine del campionato avvicinando l’ottavo posto dell’Inter, adesso ad un solo punto di distanza. É il risultato più giusto, che fa un torto alla Sampdoria, incapace di esultare per la salvezza tra il dolore di una città che aspetta giovedì per piangere i suoi morti.
[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]
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