Le parole di Roberto D’Aversa, nuovo allenatore della Sampdoria, nel corso della conferenza stampa di presentazione.
GENOVA – Roberto D’Aversa, allenatore della Sampdoria, è intervenuto nella conferenza stampa di presentazione. Queste le sue parole: “Le mie prime parole sono di ringraziamento al presidente Ferrero e alla Sampdoria per l’opportunità che mi ha concesso. Ho avuto la fortuna di indossare questa maglia e sono ancora forti le emozioni che la Gradinata Sud sa trasmettere. Ho giocato qui solo 6 mesi ma mi è rimasta la voglia di tornare e per me è un onore essere qui ad allenare la Sampdoria nel suo 75° anno. Per me è motivo di grande orgoglio sedere sulla panchina che è stata di Boskov, un grande allenatore e un grande comunicatore. In questi anni il lavoro di scouting è stato molto importante, mi vengono in mente giocatori come Muriel e Zapata. La Sampdoria è un club molto prestigioso. Stasera c’è la partita della Nazionale e faccio gli auguri al CT Mancini. La Sampdoria l’anno scorso ha fatto 52 punti, alla base di questo c’è non solo la qualità dei giocatori ma anche il lavoro dello staff. Avete citato Damsgaard che è un giocatore che spero di continuare a valorizzare”.
Su Quagliarella: “E’ il nostro capitano ed è un giocatore importante, mi auguro e penso che potrà essere fondamentale anche la prossima stagione. Il sistema di gioco lo determinano i giocatori che hai a disposizione, bisogna mettere i giocatori in condizione di rendere al meglio. Quagliarella è un esempio per tutti quanti e valuteremo quale sarà il migliore sistema di gioco per lui”.
Sul mercato e i metodi di lavoro: “Ho trovato una persona ambiziosa, chiaramente i programmi li stabilisce la società. L’allenatore deve impegnarsi per far coincidere i risultati con i programmi. Oggi come oggi bisogna capire che momento stiamo vivendo, se cederemo qualcuno sarà sostituito da un giocatore altrettanto importante. Negli anni ho un po’ cambiato, facevamo principalmente allenamento di mattina per poi pranzare tutti insieme e lasciare il pomeriggio libero. In settimana lavoreremo in base alle caratteristiche della squadra e dell’avversario che andiamo ad incontrare. Sui dettagli singoli del lavoro si vedrà durante l’anno, penso che il calcio si evolva e così deve fare anche la metodologia di allenamento. Può essere un sistema di gioco adattabile dove un esterno può essere portato a giocare a fianco a Quagliarella. Negli ultimi anni ho utilizzato maggiormente un 4-3-2-1, in quel caso Fabio avrebbe due giocatori con cui dialogare. L’importante non è il modulo ma il metodo con cui si sviluppano le due fasi. Avere Fabio che gioca in maniera lucida è utile per tutta la squadra”.