GENOVA – Una Sampdoria brutta si fa irretire da un Empoli sceso a Marassi più determinato. È questo il succo di una partita che ha visto di fronte due sistemi speculari. Ma ciò che è emerso è stata anche la filosofia e l’approccio psicologico al match che è risultato sovrapponibile tra i due tecnici.
In pratica è stato l’Empoli a fare “la Sampdoria”. Ha aggredito fin dal primo minuto ed è riuscita a tenere alta la linea dei difensori. Le battaglie sulle fasce sono state determinanti e chiaramente appannaggio degli ospiti. Ne è risultata una partita con le squadre molto corte caratterizzata soprattutto dai singoli duelli.
A centrocampo, inoltre, Croce e Saponara hanno subito preso possesso dei settori nevralgici del gioco. Se non fosse stato per Torreira il predominio sarebbe stato praticamente totale.
Dalla parte opposta i padroni di casa sono incappati in una giornata negativa di alcuni elementi. Nello stesso tempo c’è da registrare un’interpretazione della gara non troppo brillante da parte di Giampaolo.
Troppe le sviste difensive, che Pereira e Palombo hanno a dire il vero alternato con alcune azioni positive. Nello specifico del rigore, Palombo ha lasciato troppo spazio all’avversario, cercando poi di recuperare in extremis rovinando sulle gambe dell’empolese.
In attacco Muriel ha concesso solo alcuni sprazzi del suo genio, con giocate che testimoniano sulle sue indiscusse qualità tecniche. Ha però fallito in fase conclusiva in almeno due occasioni, allungando a 7 la serie delle partite senza gol.
Schick, sebbene meno brillante del solito, e piuttosto impreciso in chiusura di azione, si è dimostrato comunque dinamico e propositivo.
Note negative anche per Alvarez, che aveva il compito di collocarsi tra le linee, ma che si è reso utile solo a sprazzi e in qualche tentativo di verticalizzazione. Stesso discorso per Fernandes, che col vantaggio di essere subentrato e quindi più fresco, ha partecipato all’azione ma non è riuscito ad essere incisivo.
Le uniche soddisfazioni per i blucerchiati arrivano dalle prestazioni di Puggioni, Skriniar e del già citato Torreira. Il portiere sta crescendo in sicurezza e attraversa un periodo di forma smagliante. Sul rigore “ipnotizza” Mchedlidze e arriva sul pallone con estrema facilità. Skriniar ha preso in mano la guida della difesa col cipiglio del veterano, mentre Torreira ha calcato ogni zolla del campo di Marassi, dando una mano sia in difesa cvhe in fase offensiva.
Insomma quella di ieri non è stata certo un bella prestazione per la squadra blucerchiata, ma neppure per il suo mister che si è visto superare “dall’allievo” Martusciello proprio nelle caratteristiche di base dell’impostazione del 4-3-1-2.
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