Sampdoria: Iachini l’ultimo a smettere di crederci

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IACHINI: quando arrivò sulla panchina blucerchiata l’avevamo scritto: “è l’unico che puoi svegliargli, è un combattente”. La squadra della precedente gestione era un caso disperato, perfino lui, prima del mercato di gennaio, aveva faticato non poco a risollevare quel gruppo incapace di andare oltre a qualche pareggio. Da gennaio è cambiato tutto, ha allontanato i fantasmi di un altro cambio tecnico vincendo a Padova, quella vittoria, anche se non fu subito seguita da altri successi che avrebbero portato ad un immediato filotto, diede a tutti la sensazione che poteva non essere finita lì, la dimostrazione di come il lavoro e la grinta del mister potevano trasformare chiunque, anche una squadra allo sbando.  Il mercato di gennaio, con arrivi di qualità, in primis Eder, Renan e Munari e l’esplosione di Obiang, ha fatto il resto.

Per coloro, come me che non hanno lasciato mai sola la Sampdoria nemmeno a Nocera, né a Castellammare di Stabia, porterò per sempre dentro di me la scena del mister venuto sotto di noi nel settore ospiti nello stadio Menti di Castellammare dopo quell’incredibile partita vinta tra mille difficoltà d’organico per squalifiche e infortuni dell’ultimo momento, una battaglia vinta da Iachini. La sua rabbia, la sua gioia, la carica agonistica, naturali conseguenze della frase pronunciata pochi giorni prima a Bogliasco: “se qui, la montagna di Bogliasco franasse e noi troviamo comunque un piccolo pezzo di campo dove allenarci, niente ci distrarrà da quello che deve essere il nostro obiettivo”. In quell’abbraccio virtuale, separato soltanto da una grata e pochi metri, avremmo voluto essere tutti suoi giocatori, perché avere un tecnico del genere, un combattente, uno che smuove anche le montagne, uno che non smette mai di crederci, è il sogno di ogni giocatore e tifoso. Condottiero, Il condottiero.

[Diego Anelli – Fonte: www.sampdorianews.net]