Sampdoria: il pagellone 2013

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logo-sampdoriaDA COSTA: Soprattutto dopo la partenza di Sergio Romero, la maggior parte di tifosi e addetti ai lavori si sarebbe aspettato l’arrivo di un nuovo portiere. Negli ultimi giorni di mercato sembrava ad un passo l’arrivo di Stefano Sorrentino, nulla è stato definito, si è preferito dare fiducia al parco portieri già a disposizione, con Da Costa subito protagonista di una buona prova all’esordio in campionato contro la Juventus. In questo arco di stagione il portiere brasiliano ha fornito un rendimento costante, quasi sempre più che sufficiente, confermando probabilmente di non essere un n°1 di livello elevato, capace di portare a casa da solo punti pesanti in classifica, ma guadagnandosi spesso e volentieri la pagnotta con prestazioni in linea con le aspettative, spazzando via i timori, gli scetticismi, le perplessità. Qualche sbavatura in termini di uscite e coperture sul primo palo nelle prime giornate, ma niente più, nella normalità di una stagione.  Con il passare delle settimane ha acquisito sempre più fiducia e consapevolezza nei propri mezzi, risultando decisivo con gli interventi su Pellissier e Parol, trasmettendo sicurezza all’intero reparto. A gennaio vedremo se la Sampdoria sentirà l’esigenza di individuare un altro portiere nella propria campagna di rafforzamento, nel frattempo Da Costa ha dato il suo massimo alla causa blucerchiata. Voto: 6.

FIORILLO: L’ottima stagione disputata da titolare nella trionfale stagione del Livorno culminata con la conquista della serie A e la partenza di Sergio Romero avrebbero potuto portare alla sua promozione come n°1 tra le file blucerchiate. Poteva essere la stagione giusta alla ricerca della definitiva consacrazione nel grande calcio e del riscatto in blucerchiato, ricordando le non positive prestazioni agli esordi. In un contesto profondamente finalizzato alla valorizzazione dei numerosi giovani talenti presenti in rosa, puntare sul portiere di Oregina sembrava la naturale conseguenza.  Si è invece preferito dare fiducia al brasiliano Da Costa, reduce in blucerchiato da tre stagioni come dodicesimo alle spalle di Curci, prima, e Romero poi, dotato di maggiore esperienza tra i professionisti, ma con il quale Fiorillo condivide la scarsa abitudine alla massima serie, al di là di valutazioni soggettive sul valore di entrambi. Per il bene suo e della Sampdoria ci si augura un suo trasferimento a gennaio in una formazione sufficientemente ambiziosa che possa dargli fiducia nel medio termine, a meno che i progetti blucerchiati nei suoi confronti non cambino nelle prossime settimane.  Finora un’unica presenza in gare ufficiali, nella sfida interna in Coppa Italia contro l’Hellas Verona. Una prova sufficiente, senza acuti, né sbavature. Voto: 6.

COSTA: tecnicamente rappresenta forse il difensore maggiormente dotato nella rosa blucerchiata. Si è sempre contraddistinto per eleganza e duttilità tattica, anche se il suo rendimento in questo inizio di stagione ha segnalato diverse battute a vuoto, allontanandosi dagli standard offerti nelle precedenti stagioni.  La prova contro il Sassuolo ha rappresentato il punto più basso tra errori, il rigore e l’espulsione, non impeccabile nemmeno sul goal di Cana con la Lazio, né a S. Siro, mancando l’anticipo su Guarin. Ha bisogno di ritrovare la perfetta condizione fisica e continuità di rendimento, allontanando la concorrenza di Regini, uno dei tanti giovani in difficoltà nel periodo buio blucerchiato di inizio stagione, ma rivitalizzati dalla gestione Mihajlovic.  L’ex difensore di Bologna e Reggina ha dimostrato con i fatti di rappresentare uno dei punti fermi della retroguardia blucerchiata, la Sampdoria ha bisogno anche di lui per mantenere intatto il proprio fortino. Un periodo di calo può capitare a tutti, a partire da gennaio ci attendiamo di rivederlo al massimo delle proprie possibilità. Voto: 5,5.

GASTALDELLO: il rendimento del Capitano ha costituito uno dei simboli del periodo no blucerchiato vissuto fino a poche settimane fa. Elevato numero di ammonizioni, spesso subite in maniera piuttosto ingenua,  ritardi nelle chiusure, marcature mancate, qualche acciacco fisico, talvolta in balia degli eventi e in affanno nell’uno contro uno. Sotto la guida di Mihajlovic anche lui sta tornando agli standard di rendimento che ben conosciamo da tanti anni a questa parte, guidando a testa alta l’intero reparto, con personalità, autorevolezza, visione di gioco e optando per l’anticipo sull’avversario, trasformando l’azione da difensiva in offensiva.  Una squadra dall’età media così bassa, nel recente passato vittima di paure, complessi e talvolta della propria ombra, ha necessariamente bisogno della sua bussola, del punto di riferimento della propria retroguardia, per ribattere le offensive avversarie, dare il là alle ripartenze e garantire uno scrollone alla squadra nei momenti di difficoltà. Voto: 5,5.

MUSTAFI: rientra sicuramente tra le note più liete di questa parte di stagione. Con costanza, serietà, professionalità e mantenendo un basso profilo lontano dalle luci della ribalta e dalle prime pagine dei giornali, il difensore tedesco si è conquistato sul campo una maglia da titolare, sudando per guadagnarsela, uscendo esausto al termine di ogni sfida dopo aver dato tutto. Può migliorare in fase di possesso al momento della costruzione del gioco, ma, restando strettamente sulle mansioni difensive, l’Under 21 tedesco raramente ha disatteso le aspettative, dimostrandosi un difensore roccioso, coriaceo, solido, puntuale, difficile da superare e sempre pronto ad immolarsi nei momenti più delicati.  Quando ha la possibilità si sgancia in avanti, facendo correre talvolta qualche rischio facilmente evitabile, aiutando i compagni in fase offensiva. Pesantissimo il goal vittoria realizzato contro l’Atalanta, a Firenze va vicinissimo, assieme a Pozzi, al goal del clamoroso 2-2. Voto: 6,5.

DE SILVESTRI: se dovessimo pensare ad un giocatore, assieme ad Eder, che ha risposto sempre presente, nei momenti più esaltanti e in particolare in quelli più bui, sarebbe inevitabile scegliere Lorenzo De Silvestri. Un turbo, un motorino inesauribile, un treno senza fermate, un terzino sempre pronto a sdoppiarsi nella duplice mansione di copertura e spinta, uno di quelli che ci hanno sempre creduto anche quando sarebbe stato scontato fare l’esatto contrario. La sua esultanza a Trieste ha rappresentato uno dei momenti più belli dei primi mesi di campionato, in un momento ha riassunto la rabbia agonistica, la voglia di riemergere, il desiderio di riscatto dell’intero gruppo. Anche contro il Sassuol è stato lui a riportare in parità la Samp, in inferiorità numerica e andata sotto di due goal tra le mura amiche, con un goal cercato e voluto a tutti i costi in una rocambolesca mischia. Il suo cuore immenso, l’eccessiva foga talvolta lo portano inevitabilmente ad errori o interventi facilmente evitabili, vedi il fallo da rigore per il 4-3 del Sassuolo, ma ad un giocatore simile è davvero difficile rimproverare qualcosa. Voto: 7.

REGINI: i suoi primi mesi in blucerchiato dopo l’esperienza di Empoli hanno evidenziato maggiori difficoltà del previsto. Il salto di categoria, le amnesie generali della squadra, l’adattamento al ruolo di terzino anche se già ricoperto in più occasioni in passato e la disfatta nel derby non hanno fatto altro che ostacolare e rallentare il suo ambientamento. Mesi di panchina, finchè con Mihajlovic ha ritrovato spazio e non ha fallito le chance, entrando a S. Siro con il giusto piglio collocandosi al centro della difesa e neutralizzando sul nascere le iniziative di Biabiany, l’avversario più temuto alla vigilia della sfida con il Parma. Sta ritrovando fiducia nei propri mezzi, rendendosi conto che nulla è perduto, può ancora ritagliarsi il proprio spazio in questa Sampdoria e, perché no, riprendere il cammino interrotto dopo l’esperienza con l’Under 21 di Mangia, a condizione che mantenga alta la concentrazione e segua con attenzione i consigli del proprio mister. Voto: 5,5.

FORNASIER: l’ex difensore del Manchester United ha un’unica occasione per mettersi in mostra dinanzi al pubblico blucerchiato e non la fallisce. È la sfida infrasettimanale di Coppa Italia contro il Verona, Mihajlovic lo schiera difensore centrale dal 1’ al fianco di Regini e il giovane cresciuto nel vivaio viola si rende protagonista di una prova convincente, evidenziando puntualità e decisione nelle chiusure, buon stacco aereo e ottima personalità nonostante la  giovanissima età. Un talento meritevole di esperienze che gli consentano di proseguire il proprio percorso di crescita e tornare un giorno alla Sampdoria per diventare protagonista. Voto: 6.

OBIANG: giusto partire da una premessa più che doverosa. Pedro rappresentava e rappresenta tuttora uno dei talenti più cristallini, dal valore indiscutibile, presenti nella rosa blucerchiata. Qualche mese di appannamento non può e non deve offuscare il suo reale valore, far dimenticare quanto ha dimostrato nelle due precedenti annate. Non a caso opinionisti e addetti ai lavori anche di livello nazionale, quando le big affrontavano la Sampdoria, mi ponevano domande e mi chiedevano informazioni su quel centrocampista così universale e polivalente. Le sue prestazioni, ad esempio, nei play-off, allo Juventus Stadium e al S. Paolo, ce le ricordiamo benissimo. Altrettanto onestamente è giusto evidenziare come quello sceso in campo in questi primi mesi sia un lontano parente di quello ammirato precedentemente, pur avendo gettato il cuore oltre l’ostacolo. Calo fisico o mentale? Non è facile fornire una risposta esatta, sicuramente un giovane, arrivato a questi livelli, può mancare di continuità e non sempre è semplice ripetersi a determinati standard di rendimento. Imprecisione, lentezza, insicurezza hanno caratterizzato le recenti prestazioni del centrocampista spagnolo. Siamo però sicuri che presto la Sampdoria ritroverà in casa uno dei migliori rinforzi per il girone di ritorno. Voto: 5,5.

PALOMBO: quanto sembrano lontani i tempi nei quali alcune persone lo escludevano dai piani tecnici della Sampdoria, considerandolo un peso, un fardello, un capitano non meritevole della fascia, o della maglia che indossava e invece sono passati soltanto due anni. Un tempo sufficiente a far sì che i detrattori si mimetizzassero nella folla per non farsi notare e dover ammettere i propri irriconoscenti errori di valutazione, per poi riemergere improvvisamente alla prima occasione. Palombo è sempre andato avanti per la propria strada, ha lavorato sodo per riconquistare la maglia della Sampdoria, si è messo a disposizione dei mister e i fatti gli hanno dato ragione. Sia Delio Rossi, che Mihajlovic non hanno voluto fare a meno di lui, hanno puntato su Angelo Palombo come uno dei pilastri dell’11 titolare, chi come difensore centrale, chi come centrocampista nel ruolo naturale, ma la fiducia dei tecnici nei suoi confronti non è mancata. È stata la sua rivincita personale, in parte dei tantissimi tifosi che non l’hanno mai abbandonato e di chi, nel proprio piccolo come Sampdorianews.net, aveva ricordato ai tempi come andrebbe trattato un Capitano. Voto: 6,5.

KRSTICIC:  maledetto l’infortunio subito nel derby di ritorno della passata stagione. Già, perché da quel momento non abbiamo più ammirato, se non a sprazzi, il vero Nenad. La Sampdoria, oltre ai palesi errori commessi nel mercato estivo, ha dovuto fare a meno del rendimento atteso dai propri giocatori chiave, tra i quali, oltre a Gastaldello e Obiang, rientra anche Krsticic. La sua visione di gioco, l’aggressività in fase di non possesso, il perenne dinamismo, la capacità di inserirsi negli spazi. Tutte caratteristiche pesantemente mancate alla Sampdoria in evidente difficoltà al momento di impostare il gioco. Con l’arrivo di Sinisa Mihajlovic, suo Ct in Nazionale, qualcosa sembra essere cambiato in meglio, con un Nenad più nel vivo del gioco, al quale vengono assegnati compiti che gli consentono di svariare maggiormente sul fronte offensivo, non dando punti di riferimento agli avversari. L’abbraccio con Mihajlovic al momento dell’esultanza per il goal realizzato contro il Verona in Coppa Italia rappresenta il simbolo della voglia di riemergere del centrocampista serbo. Voto: 5,5.

SORIANO: quante volte abbiamo scritto sulle pagine di Sampdorianews.net che rappresenta il giovane maggiormente dotato tecnicamente nella rosa blucerchiata, che se gli erano state accostate diverse big, Juventus in primis, prima del rinnovo contrattuale non era sicuramente un caso. Personalmente mi ero pure sbilanciato, dagli studi di Primocanale, a pronosticarlo come l’uomo sorpresa dell’annata. I primi mesi di campionato mi avevano però smentito, perché sul campo si percepiva spesso la sensazione di un centrocampista discontinuo, più  lezioso che combattivo, predisposto a compiacersi per le proprie giocate tecniche, che si rivelavano fini a se stesse, piuttosto che metterle, con concretezza e senso pratico, al servizio della squadra, cosa invece accaduta nell’indimenticabile sera di Varese. Sembrava l’ennesimo anno gettato al vento e invece, da quando Sinisa Mihajlovic si è seduto sulla nostra panchina, qualcosa in lui sembra essere scattato, il tecnico serbo è riuscito a rivitalizzarlo, trasformarlo, ad entrare nella testa del giocatore, dell’uomo trovando le parole giuste, i modi più opportuni per aiutarlo a capire quale strada percorrere per svoltare nella propria carriera, rendersi consapevole dei propri mezzi e mettersi completamente al servizio della squadra. I risultati stanno arrivando, ci si attende la continuità di rendimento nei prossimi mesi, ma le premesse per non parlare di un fuoco di paglia ci sono tutte. Voto: 5,5.

BJARNASON: è stato tra i pochi a salvarsi, almeno in parte, nella deludente stagione del Pescara nella massima serie e la sua valutazione non aveva registrato grossi ribassi in virtù delle buone prove offerte con la Nazionale Islandese, arrivata agli spareggi play-off in ottica mondiale persi con la Croazia. Arrivato pochi giorni prima, ha debuttato in blucerchiato dal 1’ nell’infausta stracittadina, non riuscendo a lasciare grosse tracce. Le prove successive sono state piuttosto deludenti, facendosi notare per lentezza in fase di possesso e non fornendo indicazioni precise sul suo ruolo naturale. Fatta eccezione per la prestazione offerta a Livorno nella quale si era contraddistinto per maggiore dinamismo, non si sono registrati miglioramenti e lo spazio nell’11 titolare è stato piuttosto ridotto. Gettato nella mischia da Mihajlovic contro il Chievo, è entrato subito in partita, evidenziando maggiore dinamismo e aggressività e risultando prezioso nei minuti finali, dopo aver trovato il goal in Coppa Italia. Da gennaio sarà chiamato al riscatto. Voto: 5.

RENAN: con Delio Rossi non vede quasi mai il campo, attende, da serio professionista, la sua occasione che arriva puntualmente nel finale della sfida di S. Siro contro l’Inter, proprio su quel campo che l’anno scorso lo vide protagonista in negativo sotto la gestione Ferrara. Un siluro alla sinistra di Handanovic gonfia la rete, regala un punto strameritato ai blucerchiati e lo riporta a giocarsi un posto nel reparto di centrocampo. Mihajlovic gli ridà fiducia in occasione dell’impegno infrasettimanale in Coppa Italia, il brasiliano fornisce una prestazione solida arricchita dal goal che arrotonda il risultato. Un elemento utile per la causa blucerchiata, essendo tra i pochi centrocampisti in grado di trovare lo specchio della porta con conclusioni da fuori, oltre a fare legna nei momenti più delicati. Voto: 6.

ERAMO: rientrato alla base dopo le buone stagioni disputate in cadetteria, viene subito lanciato titolare all’esordio contro la Juventus, ma l’emozione e il duello con il fenomenale Pogba lo mettono seriamente in difficoltà. Da quel momento vede sempre più raramente il campo, alternando panchina e tribuna. Molto probabilmente non viene gestito nel migliore dei modi dopo le prime prove non incoraggianti, un giovane andrebbe maggiormente tutelato e invece rischia di bruciarsi. Finora con Mihajlovic ha avuto spazio soltanto in Coppa Italia, ha bisogno di giocare e potrebbe essere collocato altrove per cercare immediato riscatto. Voto: 5.

WSZOLEK: fin dalle prime apparizioni si intuisce subito il suo talento, ma, al tempo stesso, si comprende come sia necessario lavorare sulla parte tattica e rendere più cristallina la sua tecnica. Non sarà stato facile l’impatto con il calcio italiano in una situazione così deficitaria di classifica, ma il giovane polacco non si è perso d’animo, ha cercato di sfruttare al meglio le occasioni ricevute, riuscendo spesso ad avere un buon impatto sul match facendo leva su velocità e progressione. I mesi successivi saranno importanti per decifrarne più dettagliatamente le sue caratteristiche, ma ha le potenzialità per risultare assai utile alla causa blucerchiata, agendo in più ruoli sugli esterni. Voto: 6.

GENTSOGLOU: qualche chance ricevuta durante la gestione D. Rossi, alla ricerca degli uomini e del modulo migliore nel reparto mediano. Alterna buone giocate a lunghe pause, segnalandosi comunque tra i pochi centrocampisti, in alternativa ai titolari, in grado di dettare i tempi alla manovra e dare ordine al reparto. Fondamentali per ritrovare spazio un innalzamento del ritmo e una maggiore costanza in termini di presenza nell’intero arco del match. Voto: 5,5.

GAVAZZI: debutta nella massima serie a Trieste, offrendo una prestazione convincente, segnalandosi un buon interprete delle fasi di spinta e copertura, non affondando in occasione delle prestazioni più deludenti a livello di collettivo. Smania dalla voglia di sfondare in serie A dopo una lunga gavetta nelle serie inferiori e una grande dose di sfortuna che l’ha spesso accompagnato in passato. Con Mihajlovic non ha ancora trovato spazio, ma le sue caratteristiche e la duttilità tattica potrebbero rivelarsi assai preziose, in considerazione anche delle scarse garanzie offerte da altri esterni, in primis Rodriguez e Poulsen. Voto: 6.

GABBIADINI: un precampionato e un inizio di stagione esaltanti con goal, grandi giocate, il punto di forza della Sampdoria, le attenzioni dei media, un momento di soddisfazione generale terminato presto per le difficoltà generali della squadra, l’incapacità tecnica nel fornirgli rifornimenti all’altezza e il suo scarso feeling con il ruolo di prima punta centrale. Chi lo conosceva bene lo vedeva perfetto in quella posizione, ma il campo e le caratteristiche fisiche e tattiche dell’attaccante hanno dimostrato l’esatto contrario. Nel periodo più buio Gabbiadini non ha ricevuto sufficiente supporto offensivo dai compagni e la Sampdoria in campo non ha potuto contare sul miglior Manolo per acciacchi fisici, questioni tattiche e calo di rendimento. In quest’organico la sua qualità rappresenta linfa vitale, in quanto tra i pochi elementi dotati di classe, imprevedibilità, in grado di trovare la giocata decisiva e creare la superiorità numerica. Con Mihajlovic agisce in posizione più arretrata e defilata, non giocando più da prima punta, ma da centrocampista avanzato, con la possibilità di saltare l’uomo sull’esterno, con il vantaggio di non subire la dura marcatura dei difensori centrali, ma, al tempo stesso, è chiamato ad un superiore lavoro di copertura, finora svolto con grande abnegazione. La “Gioielleria Gabbiadini” ha riaperto in occasione della sfida casalinga con il Catania con un goal a giro da cineteca, meritevole di ogni copertina e qualsiasi standing-ovation. Auguriamoci che quella Gioielleria non conosca più giorni di chiusura. Un talento immenso, occorre continuità e concretezza, a quel punto diventerà un campione. Voto: 6,5.

EDER: Mai domo, onnipresente. Si può definire in questo modo l’attaccante brasiliano, tra coloro che non hanno mai smesso di crederci, nemmeno per un istante, dimostrandolo in campo con prove superlative in termine di corsa e impegno. Purtroppo ha sofferto di frequente solitudine ed è stato costretto a fare di necessità virtù. Talvolta si perde in inutili proteste o atterramenti discutibili, beccandosi una serie di ammonizioni facilmente evitabili e pesanti in termini di squalifiche, ma ha sempre rappresentato un punto di riferimento indispensabile per la causa blucerchiata. A corsa, dinamismo, carica agonistica, sacrificio, talvolta gli erano stati evidenziati una scarsa concretezza e un difficile feeling con il goal, almeno nella massima serie. L’espulsione procurata contro l’Atalanta aveva fatto intuire a molti addetti ai lavori come la posizione più adatta del brasiliano non fosse quella di attaccante centrale, ma di rifinitore, o punta esterna, in quanto, partendo da dietro, poteva mettere in affanno qualunque avversario, facendo ricorso all’invidiabile velocità e al micidiale dribbling sullo stretto. Durante la gestione Mihajlovic il brasiliano agisce come uno dei tre centrocampisti avanzati alle spalle dell’unica punta, una posizione potenzialmente capace di creare superiori grattacapi all’avversario di turno. Il feeling con il goal: tre goal in altrettante gare, dei quali due realizzati di testa. Un momento d’oro destinato a durare a lungo se l’ex bomber dell’Empoli ha davvero compreso come poter lasciare il segno. Voto: 7.

POZZI: per acciacchi fisici e scelta tecnica Nick non è sceso in campo con frequenza, non ha accumulato grande minutaggio, ma, ogni volta in cui è stato chiamato in causa, non ha mai deluso. Il pesantissimo rigore di Livorno, un goal e un assist con il Sassuolo, una marcatura ingiustamente annullata con il Torino, il goal sfiorato nel finale di Firenze. Prestazioni convincenti sono arrivate anche con Sinisa Mihajlovic che lo ha schierato come unico punto di riferimento offensivo. Anche non partendo da titolare Nick rappresenta una carta preziosissima per la Sampdoria, è l’unica prima punta di ruolo attualmente in rosa oltre al giovane Petagna e può realizzare quel gioco di copertura e sponda indispensabile per allargare e finalizzare il gioco nei momenti di spinta e far respirare la squadra durante i forcing avversari. Voto: 6.

SANSONE: il suo arrivo nella scorsa stagione ebbe un forte impatto nell’ambiente blucerchiato, raggiungendo l’apice con la strepitosa prova offerta contro la Roma, a suon di goal e assist. Un livello di rendimento piuttosto elevato mantenuto costante fino a giugno, non riuscendo finora a ripetersi nell’attuale stagione. Un impiego altalenante, prove discontinue, qualche acciacco fisico, il meglio del suo repertorio deve ancora andare in scena. Ha tutti i mezzi per diventare uno dei giocatori più decisivi, essendo tra i più talentuosi attualmente presenti in rosa, deve trovare continuità e concretezza sotto porta. La buona prova offerta in Coppa Italia può rivelarsi un buon antipasto in attesa di test più ostici e gli ha dato la possibilità di partire dal 1’ contro il Parma, offrendo una prestazione più preziosa in fase di copertura che in quella offensiva, rivelandosi pericoloso soltanto sui calci piazzati. Con il miglior Sansone la Sampdoria acquisirebbe una grande dose di imprevedibilità. Voto: 5,5.

PETAGNA: poche apparizioni, quella piuttosto incoraggiante nei minuti finali a S. Siro contro il Milan aveva fatto ben sperare, ma contro la Lazio è risultato impalpabile, statico, lento e incapace nel dare il giusto supporto ad una squadra in vantaggio di una rete ma in inferiorità numerica, alla disperata ricerca di un attaccante di peso in grado di farla salire, consentendole di conquistare punizioni e far partire azioni di alleggerimento per poter respirare. Una prova da dimenticare, in merito alla quale lo stesso attaccante si è scusato sui social network. Con il Verona in Coppa Italia ha avuto la chance dal 1’, disimpegnandosi discretamente, ma senza grossi acuti, rischiando grosso per un fallo di mano in area per il quale gli scaligeri hanno richiesto a lungo il rigore che avrebbe rischiato di eliminare la Sampdoria dalla competizione. A Milano ne parlavano un gran bene e diverse formazioni erano pronte ad acquisirlo in prestito, pertanto si tratta di un giovane di valore e l’operazione definita in estate può ancora portare benefici ai blucerchiati, purchè in campo si assista a maggiore concretezza e ad un cambio di mentalità. Voto: 5.

All. D. ROSSI: nel calcio è capitato, capita e capiterà un altro milione di volte che il nuovo tecnico possa avere la bacchetta magica, mentre il suo predecessore non ne combinava una giusta, è normale, questo è il calcio, soprattutto se i risultati, fortunatamente nel nostro caso, danno ragione a chi subentra. La rosa creata in estate sicuramente palesava grosse lacune già emerse nello scorso torneo e non colmate nonostante i numerosi mesi estivi a disposizione. In certi ruoli l’organico era stato perfino indebolito con le partenze dei vari Poli, Estigarribia, Icardi, non è stata gestita nel migliore dei modi la questione portiere e si è partiti con una rosa platonica di 31 giocatori. I risultati recenti dimostrano comunque che la rosa non era tutta da buttare, tutti noi ne eravamo comunque già a conoscenza, ma purtroppo, oltre al mercato, le difficoltà riscontrate da alcuni giocatori chiave, come Obiang, Krsticic e Gastaldello, avevano aggravato ulteriormente le difficoltà della squadra. Certamente da uno dei migliori tecnici italiani in circolazione ci si attendeva una classifica ben diversa, anche in considerazione del lavoro compiuto nella scorsa stagione, oltre che un’identità di gioco, un’impronta tattica, una filosofia da perseguire, un 11 titolare, cose non verificatisi. La situazione generale ha portato lui stesso in confusione, le ha provate tutte, cambiando continuamente uomini e moduli e optando per cambi spesso difensivi, finendo per accentuare i timori di una squadra in crisi d’identità. La prestazione fornita nel derby è stata sconcertante, spesso è stato sbagliato l’approccio alla gara come il primo tempo con l’Atalanta, ma la squadra non ha remato contro il tecnico e pur a fatica cercava di mettere in campo la grinta tanto richiesta, non si spiegherebbero altrimenti le rimonte di Trieste e Bologna, il vantaggio di Livorno, la momentanea rimonta sotto di due goal e di un uomo con il Sassuolo e i minuti finali di Firenze. Non si saprà forse mai quanto e se avesse condiviso le scelte estive, la sua lettera da addio è stata da grande Signore. Qualcun altro sosteneva che non fosse quasi mai mancata la determinazione a quella squadra, bensì i valori tecnici. Con Mihajlovic un’altra musica, sei partite tra campionato e Coppa Italia, ancora imbattuti, 2 vittorie, 3 pareggi e la vittoria in Coppa, il massimo conquistabile con il cambio di mentalità e un enorme lavoro tattico – psicologico, ora però, come prima, servono i rinforzi. Voto: 5,5.

All. MIHAJLOVIC: non tutti erano pienamente convinti della scelta di esonerare Delio Rossi e affidare la panchina all’ex giocatore blucerchiato, ma è bastato seguire la sua presentazione per capire che qualcosa d’importante stava davvero per accadere.  Un discorso coinvolgente, sentito, d’impatto per tutte le componenti blucerchiate, per un ambiente alla disperata ricerca di uno scrollone, una svolta, un terremoto calcisticamente parlando, possibile soltanto con un riconosciuto trascinatore, una guida indiscussa, capace di rivitalizzare una squadra depressa. Mihajlovic ci è riuscito, con le parole pronunciate pubblicamente, con i consigli e i discorsi in privato, ma soprattutto con i fatti, rigenerando in pochi giorni una squadra con il morale sotto i tacchi, apportando fin da subito cambiamenti tattici e lavorando così dettagliatamente nella testa dei ragazzi che si è visto il bicchiere mezzo pieno anche dopo il pareggio beffa con la Lazio, che avrebbe potuto tagliare le gambe a chiunque e rischiare di neutralizzare l’apporto del cambio alla guida tecnica. Il campo gli ha dato ragione, a S. Siro si è vista una grande Sampdoria che avrebbe poi conquistato altri sette punti nelle successive tre gare. Chi viene impiegato dà il massimo e incide fin da subito. Soriano con la Lazio, Renan a S. Siro, buon impatto di Bjarnason a Verona, Regini perfetto su Biabiany.  Grande allenatore, comunicatore, psicologo, uomo spogliatoio (intelligente anche la scelta di responsabilizzare i giocatori più rappresentativi svolgendo la conferenza settimanale al fianco di Gastaldello e Palombo). Il mercato di gennaio potrebbe regalargli le pedine necessarie per raggiungere l’obiettivo con meno patemi, nel frattempo è riuscito a rivalorizzare il parco giocatori e a far ricordare al mondo cosa rappresenta la Sampdoria e cosa significa indossare questa maglia. Voto: 7,5.

[Diego Anelli – Fonte: www.sampdorianews.net]