Hobbit e corrida a San Siro
MILANO – Una partita tra fantascienza e spettacolo. Così si può definire la partita di ieri a San Siro tra Inter e Samp. La serata non è stata come i tifosi nerazzurri immaginavano. La squadra nerazzurra, pur partendo bene e non demeritando per molti versi, ha ceduto in casa alla Samp.
Tutti sappiamo che nel campionato esiste una Terra di Mezzo. E non è quella dello Hobbit. Si tratta di quella fascia di graduatoria in cui stazionano le squadre che non hanno nulla da chiedere alò torneo. Ma lungi dall’essere appagate, queste compagini colpiscono duro. La Samp si è dimostrata ieri la vera regina di questa fascia. E ora i tifosi blucerchiati sognano già la prossima stagione.
Ma sono certi aspetti Inter-Sampdoria è stata una corrida, dove a recitare la parte del torero sono stati gli ospiti. La squadra di Giampaolo ha atteso i nerazzurri, senza mai subire, per poi colpirli con due dolorose “vara de picar”. La seconda delle quali ha steso lo squadrone milanese.
La sorpresa di Giampaolo
L’Inter è stata forse un po’ troppo prevedibile. Da giorni si vociferava sulla debolezza delle fasce della Samp. E l’Inter ha proprio cercato una manovra avvolgente per annichilire i blucerchiati.
La mossa di Giampaolo di schierare Dodò ha però sconvolto i piani di Pioli. Il brasiliano è stato spesso messo in discussione dal suo tecnico proprio per la propria propensione offensiva. Giampaolo ama invece un esterno difensivo in grado di coprire e alla bisogna di allinearsi ai centrocampisti.
Le caratteristiche di Dodò sono invece proprio quelle che servono in partite come queste. I nerazzurri quindi si sono trovati una linea di spinta monca sulla loro fascia destra, proprio perché Dodò ha sempre tenuto il baricentro alzato. Sono mancati quindi i collegamenti di base tra difesa e centrocampo e poi anche quelli tra centrocampo e attacco, su tutta la corsia.
A questo punto la Samp ha prima fatto spaziare Bruno Fernandes tra le linee, per poi affondare il colpo con l’ingresso di Alvarez.
L’impresa è riuscita ai blucerchiati anche in virtù di un Quagliarella molto ispirato, che ha messo in difficoltà sia Handanovic con tiri da lontano che la difesa con manovre spalle alla porta.
A fargli da spalla il solito Schick cinico e spietato, che ha messo letteralmente la “zampa” sull’incornata di Silvestre. Ma l’attaccante della Repubblica Ceca ha fatto di più. Non avendo le caratteristiche feline di Muriel, ha sfruttato da campione la sua stazza per creare gli spazi agli inserimento della retroguardia.
L’Inter, infatti, dopo il vantaggio iniziale ha pagato troppe volte una compressione dovuta alla linea difensiva altissima dei doriani.
E quando si dice Terra di Mezzo, non si intende solo la classifica ma anche il campo. La Samp ha avuto ieri in Torreira anche un grande interditore. L’uruguayano è stato in grado di placcare sul nascere molte velleità nerazzurre, impostando poi abili verticalizzazioni. Uno Skriniar e un Silvestre in tenuta di gala, hanno completato l’opera.
Insomma una partita a scacchi che Giampaolo ha giocato con sedici pedine che sembravano tutte … Regine. Come la Sampdoria della Terra di Mezzo.