L’ex difensore dal piede magico ha parlato per l’occasione ai microfoni di Samp Tv:
“Quando è arrivata la chiamata della Samp ho pensato di sdebitarmi per quanto Lei aveva fatto per me quando ero in un momento difficile. E’ stato anche un rischio, tutte le persone con cui avevo parlato dicevano che era logico non accettare. Con la Serbia era una situazione serena, avevo un contratto lungo e potevo rimanere quanto volevo. Fare il ct aumenta anche la qualità della vita, hai più tempo libero. Mi mancava però il lavoro di tutti i giorni e le tensioni di allenare un club. Era una bella sfida, a me i rischi piacciono e me li sono sempre presi. Ragionavo più con il cuore. Per fortuna è andato tutto bene e sta continuando, ancora meglio. Sono molto contento, anche se mi è dispiaciuto molto lasciare la mia Nazionale con cui avevamo fatto un grande lavoro. Nel momento più bello ho lasciato e sono venuto qua per una nuova sfida.
Derby? Mi fa piacere averli vinti tutti e due, ma io ci penso solo quando dobbiamo giocarlo. Ci penseremo tra qualche mese, sperando di ottenere lo stesso risultato. So che per Genova il derby è una partita molto sentita, ma porta sempre tre punti. Non dobbiamo caricarci troppo, dobbiamo far come abbiamo fatto le altre volte, sapendo che se giochiamo col nostro spirito possiamo battere chiunque.
Modulo? Il 4-2-3-1 secondo me è più offensivo del 4-3-3, anche se bisogna vedere le caratteristiche dei giocatori. A me piace più il primo, però sapendo che noi sulle fasce abbiamo giocatori come Gabbiadini e Eder con il 4-2-3-1 si devono sacrificare molto di più. Col 4-3-3 solo in casi di estrema difficoltà si devono abbassare sotto la metà campo e rimangono più freschi sotto la porta. Stanno dando una grande mano, loro – riporta sampdorianews.net – sono i nostri primi difensori. I risultati sono merito di tutta la squadra, ma anche per il lavoro che stanno facendo i nostri attaccanti.
I giovani? Io non guardo l’età, guardo se uno è forte o no: mi prendo i miei rischi, so che non è facile. Sapendo che sono giovani mi prendo rischi perché so che una partita la possono fare bene e l’altra male, possono non darti continuità. Se sanno che comunque anche se sbagliano giocano, possono diventare più forti di ragazzi di 26-27 anni. In Italia sicuramente è molto difficile, non ti lasciano tempo per farli crescere. La soddisfazione di far crescere un ragazzo e sentire parlare di lui come succede con Okaka, Soriano, Obiang o come è successo con Mustafi e tutti questi ragazzi è un mio motivo d’orgoglio.
Parte sinistra della classifica obiettivo già da quest’estate? Non è facile dichiarare obiettivi prima dell’inizio del campionato, io l’ho fatto perché ne sono convinto. Ho visto come abbiamo lavorato l’anno scorso, ora li conosco di più e loro conoscono più me, potevamo fare la preparazione insieme, siamo più esperti e sappiamo gestire meglio le partite rispetto all’anno scorso, siamo più squadra. Poi bisogna sempre darsi un prossimo obiettivo, sapendo però che possono essere raggiunti solo lavorando giorno per giorno. Questa squadra può e deve migliorare ancora, anche se è vero che in pochi avrebbero pensato a un inizio del genere, peraltro meritato. Per noi l’obiettivo rimane sempre la parte sinistra della classifica, se poi tra 20 giornate saremo ancora lì allora potremo pensare anche a qualcos’altro”.
[Alberto Boffano – Fonte: www.sampdorianews.net]
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