Quella del posticipo era un’occasione ghiotta per i rossoneri, scesi in campo consapevoli che la maggior parte delle squadre che li precedono in classifica, per la seconda domenica di fila, non hanno conquistato i tre punti concedendo così un’ulteriore possibilità di rimonta da parte della squadra allenata da Massimiliano Allegri. Ebbene, l’occasione non è stata sfruttata: i rossoneri non vanno oltre il pareggio a reti bianche contro la Sampdoria e sprecano dunque la possibilità di superare la Roma e portarsi al sesto posto della classifica.
Guardando la partita di ieri sera, si possono tirare due conclusioni sulla situazione attuale della squadra rossonera.
1) Il Milan sta vivendo un controsenso tattico. Vuole basare il proprio gioco sulla manovra e sul possesso palla, ma non ha i giocatori in organico adatti per sviluppare un gioco di questo tipo. Anche ieri sera abbiamo visto moltissimi errori nella gestione del possesso, e con tutti questi facili passaggi sbagliati è impossibile pensare di colmare il gap con le altre squadre attraverso il bel gioco. Se si vuole impostare il nuovo corso Milan su questi binari è assolutamente necessario impreziosire la rosa con giocatori in grado di dare del tu al pallone.
2) Dal punto di vista delle individualità invece, tralasciando ogni discorso sulla totale inadeguatezza dell’attuale difesa, emersa anche ieri sera e che però appare ormai ridondante, si nota con chiarezza che il Milan in fase offensiva dipende totalmente dallo stato di forma di Stephan El Sharaawy: quando l’italo egiziano attraversa una serata di fisiologico appannamento come ieri sera, il Milan fa fatica a rendersi pericoloso e ad entrare in area, dovendo ricorrere quasi sempre al tiro da fuori per cercare di portare pericoli. Gli sparring partner del giovane rossonero al momento non sono all’altezza: Niang ha condotto una buona partita sopratutto in fase di rifinitura ma è risultato troppo impreciso in fase di conclusione [dopo la prima da titolare, la nostra impressione è che si tratti di un ottimo prospetto per il futuro, che però attualmente ha ancora bisogno di crescere e dunque non riesce a dare un contributo determinante nel presente; sembra un po’ di rivedere El Sharaawy nelle prime apparizioni dell’anno scorso], mentre Bojan lanciato titolare dopo l’ottima prova da subentrato di Domenica scorsa ha questa volta disputato una gara molto al di sotto della sufficienza, confermando in primo luogo che il calciatore vive di prestazioni altalenanti e dunque non fornisce le adeguate garanzie per puntare su di lui a lungo termine, e in secondo luogo che nè la posizione di esterno destro nè quella di centravanti [le due posizioni ricoperte durante la gara di ieri sera, per intenderci] esaltano le doti dell’attaccante: da ciò deriva che lo spagnolo può essere un elemento adatto da inserire a partita in corso sulla trequarti, quando le esigenze della partita consigliano di passare all’utilizzo del 4-2-3-1.
Nemmeno dal centrocampo arrivano segnali confortanti: Ambrosini ha di nuovo lasciato il campo anzitempo, confermando che il capitano non dà garanzie dal punto di vista fisico per pensare di sostituire De Jong fino al termine dell’anno. Boateng riproposto come mezz’ala ha di nuovo giocato una partita pessima, dimostrando che ormai stiamo parlando di un giocatore che si è smarrito dal punto di vista delle convinzioni personali; anche in merito alla situazione del Tedesco-Ghanese è necessario che i rossoneri decidano una linea chiara per risolvere la situazione: provarlo in tutti i ruoli possibili, per dirla in modo semplice, non aiuterà nè il giocatore a ritrovare una propria identità nè i rossoneri che non possono contare sulle prestazioni del calciatore da molto tempo ormai.
DA SALVARE: Insomma, nelle partita dove ti aspetti i fuochi d’artificio dal “Baby-attacco” il migliore in campo risulta Christian Abbiati, che sopratutto nella fase iniziale della gara tiene a galla il Milan con una serie di parate determinanti. Molto probabilmente l’averlo escluso per qualche partita nel momento in cui il portiere sembrava attraversare un momento di difficoltà psicologica ha dato i propri frutti, restituendo ad Allegri un estremo difensore affidabile. Ottimo quindi il lavoro psicologico effettuato sul portiere di Abbiategrasso.
[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]