Sampdoria-Palermo 1-3: passo indietro in vista del derby

Il migliore acquisto della stagione blucerchiata è stato Delio Rossi, lo credevo e lo credo tuttora, soprattutto dopo giornate come queste, anche se determinate sconfitte durissime da digerire sono arrivate anche durante la sua gestione.

Quando si è seduto sulla panchina doriana la classifica piangeva, i limiti erano tanti (sono sempre rimasti, con lavoro e sacrifici spesso e volentieri si sono contenuti), si temeva il peggio, il mercato di gennaio era alle porte e ci si interrogava se la salvezza fosse davvero un obiettivo raggiungibile. Da dicembre ad oggi è stata compiuta un’impresa, in quanto conquistare quattro vittorie consecutive casalinghe (una delle quali contro la Roma e tre contro dirette concorrenti per la salvezza), uscire imbattuti dal S. Paolo, conquistare punti preziosi su campi ostici come Torino e Bergamo, espugnare lo Juventus Stadium sembravano traguardi realizzabili soltanto nei nostri sogni.

La Sampdoria di Delio Rossi invece li ha raggiunti e meritati sul campo, trasformando la classifica da pesantemente deficitaria a tranquilla, forse fin troppo, perché dopo il pareggio del S. Paolo, abbiamo assistito ad una lenta, ma progressiva involuzione in termini di gioco, risultati, concentrazione e mentalità. Da quel giorno soltanto contro l’Inter, nonostante l’immeritata sconfitta, si è ammirata a tratti la vera Sampdoria; coraggiosa, gagliarda, sicura dei propri mezzi, delle proprie qualità e dei propri limiti, mai doma, capace di accendersi e coinvolgere chi le sta attorno dando la sensazione che nulla è impossibile a priori.

Contro Chievo e Parma, sebbene fossero arrivati 6 punti capitalizzando al massimo le poche occasioni create, si erano toccati con mano i primi segnali non confortanti e, con la complicità di qualche assenza per infortunio o squalifica nei ruoli cardine, una minor condizione atletica di qualche elemento , qualche limite d’organico e un calo di tensione generale, il peggio, almeno fino a quel momento, si è manifestato integralmente a Cagliari. Una sconfitta pesante, senza attenuanti, ma che avrebbe dovuto rappresentare un segnale d’allarme, una lezione da imparare per il futuro, dato che una prova simile, a Siena, risaliva soltanto alle primissime giornate della nuova gestione tecnica e poteva essere meglio digerita.

Invece non si è fatto tesoro di quanto accaduto in terra sarda, da Bergamo siamo tornati con un punto preziosissimo, frutto di una ripresa accettabile, caratterizzata da due occasioni nitide da goal, create però soltanto dopo l’inferiorità numerica dell’Atalanta, che fortunatamente ha compensato una prima frazione giocata in balia dell’avversario, incapace però di sbloccare il risultato a proprio vantaggio. Essere andati sullo 0-0 all’intervallo all’Atleti Azzurri d’Italia si è rivelata un’autentica manna dal cielo. La confortante prova offerta contro l’Inter mi aveva però fatto allontanare i brutti pensieri, perché, al di là della sconfitta, avevo rivisto, almeno per alcuni tratti della sfida, quella Sampdoria che piace al sottoscritto e a tutti coloro che tengono ai nostri colori. Soltanto Handanovic e Palacio hanno fatto la differenza , avremmo meritato almeno un punto, ma, in termini di autostima e ottimismo per il futuro, uscivamo dal capo sicuramente arricchiti.

Oggi invece sembrava di essere tornati a due anni fa, a quel Sampdoria – Palermo che nessuno di noi vuole ricordare. Contro i rosanero si è rivista una compagine molle, compassata, spaesata, confusionaria, con i reparti lontani da loro, una difesa costantemente in bambola, un centrocampo lento, privo di mordente e incapace di verticalizzare, una coppia d’attaccanti facilmente marcabili da reparti arretrati sicuramente non di primissimo livello. Fortunatamente sono tantissime le differenze rispetto a quei tempi, innanzitutto la classifica, mancano pochi punti alla quota salvezza che deve però essere raggiunta quanto prima e sfruttando al massimo gli scontri diretti, perché non sempre si possono realizzare imprese contro le big. Secondo elemento l’allenatore, presente a quel Sampdoria – Palermo di due stagioni fa, ma seduto sulla panchina rosanero e adesso fortunatamente in quella blucerchiata.

Terzo fattore fa riferimento ai giocatori. Si è realizzato un grande lavoro da gennaio per rimetterci in corsa, recuperare il terreno perduto, allontanarsi dalle ultime posizioni di classifica e tornare sulla parte sinistra della graduatoria. È un grosso peccato non chiudere per tempo la pratica salvezza, gettare al vento occasioni d’oro, ritardare, almeno ufficialmente, la programmazione della prossima stagione e offrire prestazioni, purtroppo non è la prima, come quella odierna, il peggior tipo di gara che si può presentare ad un tifoso, o a qualunque persona attaccata ad una maglia.

Si può anche perdere 6-0 in casa contro una super corazzata, ma dando filo da torcere, con il coltello tra i denti, a testa alta, dando tutto in campo e uscendo con la casacca sudata. Dinanzi ad una squadra simile si applaude a prescindere, al di là del risultato che può passare benissimo in secondo piano. Oggi si è assistito invece all’esatto contrario; il Palermo, attualmente al penultimo posto, ha giocato sul velluto, andando a segno in tre occasioni, sfiorando il goal in almeno altre cinque circostanze, ha dettato legge, ha rischiato poco o nulla, ottenendo la prima vittoria esterna stagionale ai danni di una Sampdoria che ha bissato la prestazione inguardabile e imbarazzante dell’andata in terra siciliana.

Domenica scoccherà l’ora della seconda stracittadina stagionale. All’andata i blucerchiati venivano dati per sconfitti a priori dopo la debacle di Palermo, le difficoltà palesate fino a quel momento e l’assenza di quasi l’intero reparto avanzato, ma poi in campo si fece ricorso ad energie nascoste, alla giusta rabbia agonistica, all’orgoglio, all’attaccamento alla maglia, alla voglia di essere superiori a tutto e tutti, all’obbligo di onorare la casacca che si indossa e dimostrare a tutti quale è la vera Sampdoria e arrivarono i 3 punti.

Oggi non si è visto nulla di tutto questo, si spera che domenica il verdetto in campo sia ancora a nostro favore, e, qualunque sia comunque il risultato finale, si esca dal campo dopo aver combattuto e non trotterellato.

[Diego Anelli – Fonte: www.sampdorianews.net]

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