A un anno dal suo arrivo sulla panchina blucerchiata, qual è il bilancio del lavoro di Mihajlovic? “Se ricordiamo come eravamo messi quando ci ha preso il mister, non c’erano belle sensazioni, non tirava una bella aria. Penso che da un anno a questa parte la squadra sia cresciuta molto, sia maturata, così come i tanti ragazzi che un anno fa avevano meno esperienza, e ora hanno un campionato di Serie A in più sulle spalle: questo rende le cose più facili.”
Rispetto allo scorso anno abbiamo visto una Samp grande con le grandi, è la strada giusta o c’è ancora da lavorare su questo aspetto? “Sicuramente la strada è quella giusta, ma purtroppo avremmo potuto fare più punti, anche con le grandi, non solo con le squadre alla nostra portata. Credo però che il bilancio per ora sia positivo, presto ne affronteremo altre di squadre di valore, e vedremo come potrà andare. Alla fine l’importante, secondo me, è di mettere sempre in campo la nostra mentalità, e di fare ciò che sappiamo fare al 100%, poi le partite si possono anche perdere, specialmente con quelle che sulla carta possono essere avversarie più attrezzate. Però in questo scorcio di stagione abbiamo anche dimostrato che la carta tante volte non conta.”
Adesso vi attende infatti un impegno apparentemente alla portata, la trasferta di Cesena. Quali sono le insidie che può nascondere questa partita? “E’ una partita molto difficile, sicuramente più difficile di quelle con Milan, Fiorentina e Roma, perché il Cesena gioca in casa, ha bisogno di punti, e saranno molto agguerriti. Se non la affronteremo nel migliore dei modi, con la mentalità che ci ha sempre contraddistinto finora, è una partita in cui potremmo fare fatica.”
La convocazione in Nazionale di Roberto Soriano è stata motivo di orgoglio per tutti i sampdoriani, com’è, dal vostro punto di vista, vedere un compagno che arriva a coronare il suo sogno in Azzurro? “E’ una gioia, perché significa che il lavoro che fanno loro, e quindi a sua volta il lavoro dell’allenatore, e quello degli altri compagni di squadra, ha dato i suoi frutti. Io personalmente sono molto felice, e spero che ne possano andare il più possibile di miei compagni in Nazionale, perché sono tutti ragazzi che se lo meritano, e che possono far bene anche in maglia azzurra.”
A centrocampo è tornata a brillare la stella di Pedro Obiang, giovane che tu hai sempre difeso. E’ veramente un giocatore ritrovato: “Non dimentichiamoci che Pedro l’anno scorso aveva avuto dei problemi, e quando un centrocampista non sta bene fisicamente è difficile giocare. Lui da quest’anno ha ritrovato sia la condizione fisica che la serenità mentale, anche se quest’ultima dipende molto dalle prestazioni e dal fare bene in campo. Deve solo continuare così, ora che ha ripreso la strada che aveva lasciato qualche tempo fa.”
In questo campionato stiamo vedendo poco un’altra delle giovani promesse del centrocampo, ovvero Nenad Krsticic: “Purtroppo anche lui ha avuto degli infortuni, sia quest’anno che l’anno scorso, ma lo metto sullo stesso piano di Pedro, perché sono due giocatori giovani, ma secondo me di grandissima qualità, e che potranno fare benissimo alla Samp ancora a lungo. Essendo tanto giovani, per loro fortuna, hanno ancora tanti anni a disposizione per giocare. Nenad è stato frenato dall’infortunio, ha avtuto qualche piccolo problema, ma nel calcio ci sta che ogni tanto si possa incappare in qualche fastidio. Sta a noi, sta a Nenad ritrovarsi fisicamente, ma le qualità sicuramente non gli mancano.”
Un altro dei giovani emergenti in questa Samp è Luca Rizzo, ti aspettavi una sua crescita così importante? “Sinceramente sì, vedendolo lavorare in ritiro ho potuto vedere che ha grandi doti, sia fisiche ma anche tecniche. Per me e per tutti noi non è stata una sorpresa. Sono particolarmente contento per lui perché è di Genova: io non posso capire cosa voglia dire giocare nella propria città, però dev’essere una sensazione bellissima. Sono contento anche perché è un bravissimo ragazzo e un grande uomo, e si merita tutto il bene che gli può riservare il calcio.”
Uno sguardo al tuo campionato: la tua assenza con il Milan ha pesato, nonostante questa sia una squadra dai meccanismi studiati fin nel dettaglio. Ciò significa che, dopo tanti anni, riesci ancora a risultare decisivo: “Ho visto che con il Milan abbiamo fatto un’ottima partita. Questa squadra ha un pregio, che qualsiasi giocatore manchi, chi gioca al suo posto fa bene e non fa rimpiangere il compagno. Questa è stata per adesso una delle nostre armi: quando mancavano dei giocatori a volte ci siamo adattati, altre volte chi ha avuto l’opportunità di sostituire coloro che mancavano ha fatto più che bene. Per un gruppo che vuole crescere questo è fondamentale. Per quanto riguarda me sono sicuramente contento, ma è ancora presto per cantare vittoria, ci sono ancora parecchie partite e ci sarà ancora tanto da faticare. Io spero di ripetere sempre in crescendo le prestazioni, con i miei compagni ce la mettiamo tutta per arrivare alla domenica al top, e fare del nostro meglio. Per ora ci stiamo riuscendo, ma non dobbiamo abbassare la guardia, perché nel calcio bisogna avere sempre fame per ottenere dei risultati.”
Da “veterano” in blucerchiato, qual è il momento, dalla promozione con Novellino al quarto posto, che personalmente ricordi con più emozione? “Sicuramente il quarto posto è uno di quelli, ma anche la finale di Coppa Italia, perlomeno fino al momento prima della partita! E poi quando sono rientrato, prima da difensore, perché in quel momento avrei fatto qualsiasi cosa, anche giocare in porta, ma la soddisfazione più bella l’ho avuta quando ho riiniziato a giocare nel mio ruolo a centrocampo, e ho visto che potevo ancora dare tanto.”
Walter Novellino, in una recente intervista a Sampdorianews.net, ha avuto belle parole nei tuoi confronti, dichiarando di essere orgoglioso di averti portato fino alla Nazionale: “Tra di noi c’è grande affetto, è normale che dica così, poi magari qualche piccolo difetto me lo fa notare in privato! A lui devo tanto, mi ha formato, era alla Samp quando sono arrivato, e per anni abbiamo lavorato con lui. Devo ringraziarlo molto, perché mi ha formato non solo come calciatore, ma soprattutto sotto il profilo caratteriale, mi ha fatto diventare uomo in fretta. Per questo gli sarò sempre grato.”
Sampdorianews.net ha lanciato la petizione perché si possa organizzare una partita a Marassi dedicata a Flachi. Da ex compagno di Francesco, cosa ne pensi? “Bisogna farla a tutti i costi! Io parlo di Francesco come fosse mio fratello, ma penso che, al di là degli errori che uno possa commettere nella vita, che lui ha comunque pagato sulla propria pelle, errare è umano. Lui è un ragazzo genuino, come ne ho incontrati pochi nel calcio, un gran signore ed un grande amico. Quindi, in un modo o nell’altro, bisogna che questa partita si faccia.”
C’è un ricordo o un aneddoto particolare che ti lega a Francesco? “Andavamo sempre in vacanza insieme, e di ricordi belli ce ne sono tanti. Tutt’ora ci vediamo, anche se un po’ meno spesso, ma sicuramente nelle vacanze al mare con lui non ci si annoiava!”
Hai giocato anche con tanti altri campioni, ma cosa ha reso Flachi così speciale? “Francesco, oltre ad avere grandi doti, è un ragazzo semplice: come lo si vedeva sul campo lui era, e questa è una grande dote. Nel mondo del calcio, purtroppo, tante volte si deve fingere, mentre lui è rimasto sempre se stesso. Ecco perché ancora adesso la gente gli vuole un gran bene. E’ giusto così, perché penso che lui abbia dato tantissimo a questa squadra, e i suoi errori li ha pagati solo lui, e nessun altro”.
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