Le parole dell’allenatore della Sampdoria nel corso di un’intervista rilasciata alla trasmissione “Radio Anch’Io Lo Sport”, in onda su Radio Uno.
GENOVA – L’allenatore della Sampdoria Claudio Ranieri è intervenuto alla trasmissione “Radio Anch’Io Lo Sport”, in onda su Radio Uno. Queste le sue parole a cominciare dalla ripresa: “Non so se è possibile o se non è possibile. Io dico che i medici devono prendersi le loro responsabilità e capire se è il caso di far riniziare o meno. Dal momento che è una malattia che nessuno conosce e nessuno sa come va a finire, i giocatori sono macchine di F1, vanno spinti al massimo: si potranno spingere al massimo questi ragazzi? E basterà poi un mese di preparazione per andare a giocare tre partite a settimana? Io non posso rispondere sì o no perché non sono un dottore. Io posso dire: ci fate ripartire, benissimo. Si prendono tutte le precauzioni del caso, benissimo. Giochiamo tre partite a settimana, benissimo. Allora, facciamo cinque cambi a partita così cerchiamo di aiutare i ragazzi a recuperare meglio. Perché sennò li portiamo allo stress massimo e non mi sembra il caso di portare allo stress massimo quei giocatori, e non dico soltanto i miei, che sono stati colpiti dal coronavirus”.
Sui possibili cinque cambi a partita ha aggiunto: “Io ho avuto un giocatore che è stato dichiarato prima positivo, poi negativo, ha ripreso leggermente a fare l’allenamento da casa ed è ritornato positivo. Allora bisogna starci veramente attenti perché so, sempre da quello che ho letto, potrebbe dare anche problemi al cuore. I giocatori sono come macchine di F1, devono essere al 100% idonei. Sappiamo che ci sono delle remote possibilità che possa essere attaccato un apparato così importante come il cuore? Ecco, io questo dico. Io faccio quello che mi dicono di fare, non dico se è giusto o sbagliato. Però i dottori devono mettersi d’accordo su tutto quello che bisogna fare sul come e perché e dare la sicurezza ai giocatori”.
Il calcio in estate: “Questi sarebbero problemi nostri. Si giocherebbe sempre la sera e quindi gli allenamenti si farebbero la mattina o la sera. Io ho giocato e allenato al sud, sappiamo benissimo che lì i 30 gradi arrivano prima che al nord, o almeno una volta. I 30 gradi ci sono per tutti, non è questo il discorso. Chi sarà più stanco l’allenatore farà più cambi. L’importante è la salute. Poi giocare a 30 gradi, a 20 non sarà lo stesso. Sarà compito degli allenatori capire quando sarà il momento di tenere più palla e quando invece giocare più in velocità. Queste sono questioni più tattiche e ogni allenatore se ne prenderà le responsabilità”.
Sul taglio degli stipendi: “Io credo che l’Associazione Calciatori e l’Associazione Allenatori non dovrebbero stare fuori da questo. Dovrebbero lottare per la categoria, non dico per quelli della Serie A ma per quelli della Serie C e tutto. Allora io dico un’altra cosa: i miei giocatori si sono presi il virus lavorando. E allora? Si stanno allenando. E allora? Che facciamo? Cosa succede a chi si infortuna sul lavoro? Non è che i miei giocatori se ne sono andati in vacanza. Stanno qui, stanno lavorando. Mandiamo loro tutti i giorni il programma, li controlliamo”.
E, infine, la chiosa: “Io non posso dire se si riprenderà a maggio o giugno. Io posso soltanto auspicare che l’associazione dei medici sportivi abbia l’ultima parola. Io dico che bisogna finire questo campionato ma è molto importante che i medici sportivi ci diano l’ok. Gravina ha detto che bisogna concludere questo campionato, i medici sportivi ci dicano cosa fare per riprendere e ogni tot giorni ci ricontrollino. Ferrero? Il presidente non ci ha mai detto che vuole chiudere questo fatto qua. Lui pensa sempre alla salute dei ragazzi, questo lo devo dire. E aspetta le decisioni che verranno prese. Noi, da quando non ci siamo più allenati insieme ossia dal martedì 10 marzo, abbiamo dato ogni giorno il lavoro da fare ai ragazzi. E che stanno facendo tutti i giorni. Tranne quei ragazzi che sono stati colpiti dal coronavirus”.