Al Mapei Stadium, un impianto moderno che non cade a pezzi come il Dall’Ara, gli uomini di Eusebio Di Francesco si impongono per 2-1 e relegano i rossoblù all’ultimo posto della graduatoria. Ci racconteranno delle azioni pericolose, dei gol sbagliati, della sfortuna, di un rigore dubbio, del nubifragio e dell’invasione di cavallette, ma resta il fatto che il Bologna, nelle ultime 18 partite di campionato, ha vinto una sola volta. Un po’ pochino.
Andiamo con ordine. Diamanti e compagni partono bene, tengono in mano le redini del gioco, e per i primi dieci minuti stazionano nella metà campo avversaria. Senza però segnare. Così al 12’ Berardi si invola sulla destra, supera un marmoreo Natali (trattenendolo anche un po’, questo va detto), entra in area e si schianta contro Mantovani: non sembra rigore, ma Damato di Barletta la pensa diversamente e indica il dischetto. Lo stesso Berardi trasforma, con tanti saluti all’avvio positivo dei rossoblù.
Sul fronte opposto capitan Alino, servito perfettamente da Cech, spara alto da sottomisura, secondo presagio di un pomeriggio nefasto. Al 17’ infatti Laxalt perde malamente palla a centrocampo, Floro Flores ne approfitta e da oltre venti metri scarica un gran destro che va a cozzare contro il fianco Krhin e trafigge Curci per il 2-0. Con tanti auguri di buon compleanno a mister Pioli.
A dire il vero il Bologna non si scompone più di tanto, e continua a premere, dimostrando se non altro una determinazione che nei precedenti match era clamorosamente mancata. Al 34’, dopo un paio di interventi notevoli del portiere neroverde Pegolo, Natali viene steso in area da Rossini, e anche in questa occasione l’arbitro opta per il penalty. Diamanti insacca con una sassata sotto la traversa e riaccende una flebile speranza. Si va così al riposo sul 2-1, mentre l’intensità della pioggia cresce in maniera esponenziale.
Nella ripresa il copione non cambia, in campo c’è una sola squadra, ma il destino non sembra proprio voler considerare l’eventualità di regalarci una gioia. Al 47’ Kone si accentra spostandosi palla sul sinistro, calcia a giro e vede la sua splendida conclusione uscire di un soffio a lato del palo lontano. Il Sassuolo batte un colpo al 56’ in contropiede con Laribi, che da pochi passi centra in pieno Curci, ma l’occasione più clamorosa di tutta la seconda frazione capita sui piedi di Cech al 73’: il laterale slovacco controlla la sfera dentro l’area piccola, calcia di piatto a botta sicura ma trova proprio sulla linea il miracoloso salvataggio del giovane Antei. Il campo è sempre più simile a una piscina ma la partita prosegue, ci provano Acquafresca di testa, Diamanti con un beffardo cucchiaio da posizione defilata, Cristaldo con una botta dalla distanza e infine, proprio all’ultimo assalto, Rolando Bianchi, che da pochi centimetri non riesce a inzuccare in rete una perfetta punizione del numero 23. Incredibile ma vero, vince il Sassuolo, senza nemmeno sapere come.
Il Bologna ha giocato bene, e soprattutto ha finalmente giocato con il cuore, ma contro chi? Contro un Sassuolo che è probabilmente più debole di quello che lo scorso anno è salito in Serie A, una squadra di una pochezza imbarazzante, che è comunque riuscita a batterci. Qualche passo avanti, è vero, ma non si può certo essere ottimisti dopo quello che è successo questo pomeriggio. E ormai non ha nemmeno più senso parlare di vasi traboccanti e di bicchieri mezzi pieni o mezzi vuoti, perché il vaso è esploso da tempo e i bicchieri si sono frantumati in maniera fragorosa.
Su azione non si segna, la difesa continua ad andare in affanno ogni volta che viene attaccata, e la linea mediana senza Diego Perez dà sempre l’impressione di essere vulnerabile come un coniglietto nella tana di un lupo. Bene Diamanti, che si è trascinato l’intera squadra sulle spalle, impreziosendo la sua prestazione con alcuni numeri di grande classe, così come Cristaldo, che ha corso, lottato e creato spesso scompiglio nella retroguardia ospite. Ma per salvarsi serve anche altro, molto altro.
L’ultima considerazione potrebbe essere la solita, quella sul colpevole principale di questa situazione vergognosa, il presidente Guaraldi. Francamente però è stancante dover parlare sempre di una persona che simboleggia qualcosa di estremamente negativo, e che non rappresenta minimente il Bologna F.C. 1909. Chi non ha gli occhi foderati di prosciutto sa benissimo che questa dirigenza ha distrutto tutto quello che poteva distruggere, ripeterlo è sempre cosa buona e giusta ma purtroppo non serve a migliorare le cose. Così come potrebbe non servire cambiare allenatore, anche se è palese che in caso di sconfitta nel match di domenica prossima contro il Livorno Stefano Pioli saluterà la compagnia.
Meglio concentrarsi su chi davvero rappresenta, degnamente e orgogliosamente, questo club: i suoi tifosi. Gli oltre duemila che oggi hanno invaso Reggio Emilia sono stati semplicemente meravigliosi, e fa davvero male pensare che una tifoseria del genere sia costretta ad assistere a spettacoli tanto avvilenti. Da loro si deve ripartire, e da loro la squadra deve trovare la linfa vitale per rincorrere con la bava alla bocca ogni singolo pallone da qui a fine campionato. Tutto il resto ormai non conta più niente, semplicemente perché non vale niente.
[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]
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