Purtroppo mi trovo a commentare una sconfitta del Genoa contro una Roma che ha dimostrato i suoi tanti limiti. Il 2-1 finale lascia tanto amaro in bocca vista la prestazione solo a tratti positiva dei padroni di casa. Al contrario del Grifo, che si basa sulla forza e il rendimento del collettivo, però hanno alcuni solisti di gran classe, tipo Pizarro, Totti e l’autore del gol, Brighi, che hanno messo la zampino sul risultato finale.
La squadra di Ranieri ha dimostrato tutta la sua pochezza in occasione dell’uscita di Pizarro: è lui il “geometra”, il “faro” della squadra. Con questo forfait è stata notte fonda per i suoi compagni che non riuscivano a costruire uno straccio di azione. Detto ciò arriva la domanda: dove sono i punti deboli del Genoa? Sono due. Il primo è ormai largamente conosciuto: se gli uomini di Gasperini non forniscono una prestazione mediamente a gran velocità per buona parte delle partita non riescono a superare e sovrastare l’avversario.
Anzi, il Grifo diventa una squadra come tante. La seconda debolezza è agganciata alla prima: i due centrali di centrocampo, Kharja e Milanetto sono un lusso che Gasp non può più permettersi. Entrambi sono giocatori tecnici: ottimo tocco di palla, buona visione di gioco, ma la loro velocità di esecuzione e la loro corsa lascia a desiderare. Inoltre nessuno dei due riesce a fare filtro, ancor meno di quando c’è Veloso. Risultato: la difesa non è coperta e l’avversario la mette in grande difficoltà. Rivediamo l’azione del gol di Borriello: è l’esatta fotocopia di quello incassato contro il Milan. Totti, completamente indisturbato (chi lo marcava?), lascia partire dalla zona mediana del campo un cross telecomandato per il centravanti. Ancora una volta Dainelli e Ranocchia sono stati colti in controtempo: in più si è aggiunta l’uscita imperfetta di Eduardo. E oplà! La frittata è fatta. Dinamica uguale anche a Milano: Pirlo indisturbato, lancia Ibrahimovic che entra in area genoana e segna.
Cosa poteva fare Gasp, visto che non ha incontristi per la linea mediana? L’unica carta a sua disposizione che invoco da tempo: dare spazio alla velocità e alla fantasia di Zuculini. In questo modo, pur non avendo una copertura consistente, avrebbe potuto creare scompigli nel centrocampo giallorosso, non certo irresistibile. Senza fare alcuna polemica inutile (Ribadisco: le scelte sono sue e basta. Le mie sono solo osservazioni da cronista) mi sembra che almeno per il momento il tecnico tratti l’argentino come un oggetto misterioso. Lo lascia in panchina, se non in tribuna: mercoledì c’è la Coppa Italia, è una buona occasione per provarlo. Per fortuna stasera è esploso “Giorgio” Rudolf: ha classe e fiato da vendere, è il vice Palacio (l’argentino pare che si sia infortunato) di cui il Grifo aveva bisogno. E ha conquistato tutti con la sua simpatia e il suo immediato feeling con Genova e il Genoani. Nel buio della notte romana è nata una stella.
Non mi aggancio al presunto fallo da rigore su Toni. Purtroppo è il solito episodio negativo arbitrale che non toglie però nulla alla prestazione poco felice del Genoa. Tuttavia resto ancora basito da un altro metro adottato da Damato, sottolineata anche da Lino Marmorato di Radio Nostalgia: una media di ben 29 secondi per ogni ripresa del gioco nei cinque minuti di recupero. Per parafrasare Totò: “E poi dice che uno critica gli arbitri”.
Da sottolineare la determinazione dimostrata da un gruppo di 30 tifosi. Sono riusciti a raggiungere l’esterno dell’Olimpico per tifare per il loro amato Genoa. Ciò nonostante il misterioso e brutto episodio dello stop della ditta degli autobus che doveva trasportare 150 supporter a Roma. Se fossero confermati i sospetti della presunta pressione di qualcuno sulla società di trasporto sarebbe un episodio inquietante che creerebbe un pericoloso precedente contro la libertà di movimento dei cittadini nella nostra Repubblica: si badi bene si parla di “cittadini”, come dice la nostra Costituzione, in cui sono compresi anche i tifosi che non sono una categoria a parte. Il gruppo ha intenzione di fare chiara luce sull’accaduto e affiderà ad alcuni legali il compito di individuare eventuali responsabilità. Parafrasando Domenico Rea: «Gesù, fate luce!».
Infine un ultimo appello per il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Le mie cinque domande formulate per tutta la scorsa settimana restano valide: non ha ancora risposto, ma Pianetagenoa1893.net è sempre a sua disposizione. Compito della stampa è di fare domande: alla politica spettano le risposte.
[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]
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