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Seedorf: “Sono ottimista per l’ambiente che c’è”

Alla vigilia di Napoli-Milan, mister Clarence Seedorf ha parlato ai microfoni di Milan Channel nella consueta intervista che anticipa la conferenza stampa di vigilia: “La mia presenza a Madrid? Era l’unico momento in cui potevo andare a vedere con i miei occhi. La Champions è particolare. Il lavoro a Milanello? Lo stiamo portando avanti quotidianamente. I ragazzi lavorano ogni giorno con tenacia e volontà. Ci vuole tempo, ma sono ottimista per l’ambiente che c’è. Leggo, sento tante cose, ma io vengo da una cultura calcistica dove il calcio è totale: fase offensiva e fase difensiva. Sono sempre dell’idea che quando sei vicino alla porta avversaria è sempre meglio recuperare palla lì. Poi se l’avversario viene fuori dalla propria area, allora dobbiamo essere bravi a recuperarla anche nella nostra parte di campo. Che la squadra sia spaccata in due è un luogo comune: non è vero. Ci vuole solo equilibrio, testa, un unico pensiero della squadra di quando fare un pressing alto o basso. Com’è ho visto l’Atletico? Non è oggi la giornata giusta per parlarne. Anche contro il Cagliari, i gol presi sono stati errori nostri. Cerchiamo sempre di mantenere un equilibrio: se sono due gli attaccanti avanti, allora un terzino rimane dietro.

Se io riesco a diminuire la frequenza della squadra avversaria, allora dobbiamo essere bravi a resistere quelle poche volte che ci vengono ad attaccare. In tante cose non siamo riusciti a migliorare: serve tempo. Mettendo tanti giocatori di qualità vicino abbiamo creato tante occasioni da gol, ma ne abbiamo concretizzate poche. La ruota girerà anche per noi. Ne sono sicuro. Anche con il Torino: abbiamo creato tanto. Questa è una cosa che lascia una traccia positiva: riusciamo a costruire. Sono sicuro che nel tempo anche Honda, che è qui da poco tempo, avrà un’integrazione migliore nella squadra. Io cerco una filosofia, non un modulo. Nessuno gioca con un modulo, quello è sulla carta, ma ogni giorno tutte le squadre importanti hanno giocatori molto mobili. Anche noi vogliamo costruire una filosofia ben chiara. La mia squadra dei sogni degli ultimi 30 anni? Sono figlio di tre culture: olandese, spagnolo, italiano. Anche un po’ brasiliano. Quando abbiamo giocato questa famosa finale Ajax-Milan, gli olandesi erano molto offensivi. Mi ricordo anche una partita a Trieste dove Galliani mi disse: “Non ricordo una squadra che portava tanti giocatori offensivi in area”. Il mio Madrid, invece, era una squadra più quadrata. Infine il grande Milan: per sei anni abbiamo comandato in Europa e nel mondo. Adesso c’è il Barcellona, squadra che ha rivoluzionato il calcio mondiale. Speriamo possiamo anche noi portare novità in questo mondo. Forza Milan”.

[Carmine D’Avino – Fonte: www.ilveromilanista.it]

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