Con la stesura del nuovo calendario, si entra già nel vivo della prossima, o meglio di questa, stagione. Il sorteggio ha sancito che l’Inter dovrà partire in quinta, quasi una continuazione del finale della scorsa stagione che ha visto i nerazzurri trionfare in ogni competizione. Il club di Moratti dovrà dimostrare di essere ancora il padrone indiscusso del campionato.
Roma e Juve, per esempio, saranno ben contente di affrontare in avvio i ragazzi di Benitez: queste due sfide saranno esami importanti per comprendere la ferocia con cui saranno in grado di contendere lo scudetto all’Inter.
Partenza soft per il Milan, che però storicamente perde più punti con le piccole piuttosto che con le grandi. Inoltre affrontare Ronaldinho a settembre invece che nel pieno della condizione, potrebbe essere un vantaggio anche per gli avversari dei rossoneri.
Tornando all’Inter, ho preso atto della volontà di Samuel Eto’o di ritornare nella sua posizione naturale: l’area di rigore avversaria. Nulla di nuovo sotto il sole per chi conosce bene il fenomenale bomber camerunese, che già durante i Mondiali aveva acceso diverse polemiche in merito al suo utilizzo. Lui vive per il gol, so che punta al titolo di capocannoniere del campionato, ed è normale che voglia tornare a fare ciò che è nelle sue caratteristiche più di ogni altra cosa: segnare.
Su Balotelli, penso che le frasi di Moratti facciano parte del gioco delle parti in circostanze come queste. Si è sentito tradito ed è normale che sia piuttosto dispiaciuto. Se il ragazzo va venduto per un discorso comportamentale, non posso che essere d’accordo con la dirigenza nerazzurra. In questo senso, consiglio a Mario di vedere quello che è successo a quattro suoi illustri predecessori come Kakà, Shevchenko, Ibrahimovic ed Henry. Hanno lasciato la squadra con cui si identificavano per tentare una nuova avventura professionale. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Lui a Manchester di legherà a doppio filo con Mancini, ma la posizione del mister italiano è tutt’altro che stabile. Il Mancio è obbligato a vincere, e qualora non dovesse mostrare buone cose fin dall’inizio, l’intransigenza dello sceicco potrebbe iniziare a farsi sentire. Di conseguenza, fossi in Balotelli, penserei bene al da farsi, anche perché tornare in Italia avendo in mano certi contratti non è mai facile.
Chiudo cercando di fare luce sul presunto mistero Adiyah. Non mi sembra giusto criticarlo, visto che non ha mai avuto l’opportunità di essere impiegato. Io sono convintissimo delle sue qualità, uno che meno di sei mesi fa veniva eletto il miglior giocatore del mondo under 20 non può aver dimenticato all’improvviso come si gioca a pallone. Che venga mandato in prestito, piuttosto, ma un potenziale del genere non deve essere disperso.
Infine, complimenti congiunti a Genoa e Palermo, che a mio parere restano le regine indiscusse di questa estate di mercato. Chapeau.
[Malù Mpasinkatu – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]