Serie A: il punto sulla 5° giornata

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Serie A logoE l’Inter se ne va, dopo la quinta vittoria consecutiva, la quarta per 1 a 0, accenna la prima fuga del campionato con 15 punti a punteggio pieno. Alle spalle dell’Inter, la tanto vituperata Fiorentina, contestata dai tifosi fino a 15 giorni fa e ora in scia dei nerazzurri con lo scontro diretto da disputare domenica sera a Milano.

SASSUOLO-CHIEVO-SAMP – A ridosso della Fiorentina, tre realtà che senza spendere difre astronomiche, stanno dimostrare come una buona programamzione, area scouting e progettazione, possono sopperire alal mancanza di fondi. Il Sassuolo ha una proprietà ricchissima, ma non ha mai fatto colpi di testa sul mercato, allestendo una squadra con giovani affamati, disposti in campo in modo egregio da Di Francesco.

Il Chievo, non è da considerarsi più una sopresa, essendo da anni in pianta stabile nella massima serie e qualche tifoso dell’Atalanta, dovrebbe portare maggior rispetto per i clivensi quando si parla di prestigio di una piazza. E se guardate il loro calendario delle prime 5 giornate, vi fa capire quanto è da prendere sul serio questa realta: Juventus, Lzaio, Inter e Torino. La Sampdoria, è una signora squadra. Un attacco atomico, un centrocampo di qualità e un ottimo portiere. Tre reparti che non hanno nulla da invideiare alle squadre di media alta fascia e potrebbero davvero fare un campionato di vertice se Zenga non fa danni, mettendoci troppa mano nelle sue scelte.

BILANCIO IN ATTESA DELL’ATALANTA – L’Inter a punteggio pieno con la miglior difesa del campionato. E’ solida, è anche fortunata. Ha giocatori in grado di portare dalla propria l’inerzia della gara. Mancini cerca il gioco e cerca la giocata. Ha rimesso a posto la difesa e messo centimetri e aiutano a cementare il gruppo e far accrescere l’autostima. Esattamente il contrario di quello che sta succedendo alle altre grandi. Perché a leggere la classifica le sorprese sono una dietro l’altra. La Fiorentina è seconda. Paulo Sousa aveva affascinato tutti durante il precampionato e sta passando l’esame anche delle partite ufficiali (Europa a parte). Momento magico, Kalinic se pensi a quanto lo hanno pagato ti stropicci gli occhi.

Terzo è il Sassuolo. Una squadra che sembra un orologio: il lavoro di Di Francesco è eccezionale, tanto quanto la solidità della società. E i risultati non sono affatto figli del caso. Così come quelli del Torino e del Chievo, altre due splendide realtà. A Torino vendono ma rimangono in alto. Ventura è un maestro di calcio, Petrachi sembra aver scoperto il segreto che vorrebbero conoscere tutti i direttori sportivi: vendere senza indebolirsi anzi, trovare sempre nuove pepite. Cairo si frega le mani. Si sono scontrate in questo turno infrasettimanale, c’è stato l’aggancio.

E pensate al calendario dei gialloblu ad inizio stagione: Lazio, Juve, Inter e Torino nelle prime cinque partite. Sono a 10 punti. Alzi la mano chi minimamente aveva pensato a un risultato del genere. Oppure chi avrebbe previsto che lassù, in zona Champions (sebbene siamo solo ad inizio campionato) ci fosse quella Samp così litigiosa e in crisi in precampionato e post Vojovodina.

Sembrava che dovesse saltare tutto: da Zenga alla squadra con le cessioni paventate all’ultimo giorno. Rivincite, scommesse vinte, soddisfazioni tolte. In testa alla classifica c’è tutto questo. Sorprese ma a ben guardare neanche troppo. Forse le vere sorprese arrivano da dietro. Arrivano da una Juve che allo Juventus Stadium ancora non ha vinto. E’ vero che sono andati via dei big: ma forse la rivoluzione in casa bianconera ha portato a una frenata imprevista. Il Frosinone ha fatto un’impresa letteralmente.Con un gol di uno che a Berlino era in curva, a tifare Juve, con il bianconero dipinto in faccia: Leonardo Blanchard, il capitano della banda di Stellone.

Alla Juve ora riflettono e parte sicuramente il processo al mercato, anche dopo le dichiarazioni di Barzagli. Di sicuro i nuovi arrivi non stanno rendendo come ci si aspettava e che sarebbe stata una stagione diversa, più difficile, si era detto dall’inizio.

Ma tutti pensavano alla Roma, come principale antagonista. E invece anche la Roma sembra essersi piantata, impantanata. Rispettivamente -10 e -7 dalla testa della classifica, i giallorossi sotto la Lazio (almeno per questo turno) che sono stati fischiati alla lettura delle formazioni all’Olimpico. E’ stato criticato Garcia per le scelte e le formazioni che ha fatto in queste ultime giornate. Ieri ha riproposto la Roma che è piaciuta di più, quella che ha battuto la Juve (eccezion fatta per il portiere): ma questo non è servito per tornare alla vittoria. Nonostante una prestazione soddisfacente ma troppo sprecona. Le due grandi malate sono loro due: le regine degli ultimi anni in Italia. Chi doveva dominare, chi doveva guidare è dietro. Se troppo dietro ancora è presto per dirlo, ma la classifica di questa serie A non è mai stata così strana, così colorata, così variegata. Non è sempre e solo colpa del mercato: chi gira e chi non gira. Poi gli elementi (forti o scarsi che siano) devono essere messi insieme.