Serie A, tanto rumore per nulla: i quattro punti in sospeso

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Serie A, tanto rumore per nulla: i quattro punti in sospeso

La riunione tra il Ministro dello Sport Spadafora e i vertici del calcio italiano non ha prodotto nulla, la ripresa è appesa a un filo.

ROMA – La tanto attesa riunione tra il Ministro dello Sport Spadafora e i vertici del calcio italiano non ha prodotto nulla. Le parti si aggiorneranno ma, in questo momento, la ripresa del campionato di Serie A è appesa a un filo, un rebus difficile da sciogliere. Lo stesso Spadafora, al termine della riunione, ha rilasciato queste dichiarazioni: “È nostra intenzione studiare un programma che permetta di ripartire con gli allenamenti dal prossimo 4 maggio. Riprendere è necessario! Sappiamo di dover riaprire perché lo sport ha un valore economico e sociale. Nei prossimi giorni, dopo un confronto con il Ministro della Salute e il Comitato tecnico scientifico, emaneremo le disposizioni aggiornate in merito alla possibilità e alle modalità per una ripartenza degli allenamenti”.

Ad oggi, però, sono fondamentalmente quattro i punti in sospeso che i venti club di Serie A vogliono chiarire:

  • Protocollo FIGC sulla ripresa: Il Ministro non si è espresso sulla validità del protocollo messo a punto nei giorni scorsi dalla Federcalcio per quanto riguarda la ripresa in sicurezza degli allenamenti. I club non sono convinti del tutto.
  • Dubbi sulle strutture: molte del nostro campionato, infatti, non hanno campi di allenamento o strutture tali da poter effettuare ritiri prolungati in sicurezza viste le nuove norme sanitarie a tutela dei calciatori.
  • Nodo contratti e prestiti in scadenza fino al 30 giugno: per completare le competizioni vanno prolungati ma essendo contratti non possono essere modificati ulteriormente. Un calciatore, infatti, potrebbe rifiutarsi di scendere in campo oltre il 30 giugno.
  • Responsabilità in caso di nuovi positivi a COVID-19: su chi cadrebbe se saltasse fuori un positivo tra giocatori, allenatori, staff, medico ecc? I club non vogliono prendersene carico.