Serie B

Serie B, apertura della Federazione sulle seconde squadre

MILANO – La Lega Serie B, fin dall’approvazione del progetto delle seconde squadre nella stagione 218/19, si è sempre detta fermamente contraria ritenendolo nocivo per la mission sportiva della Serie B, quale trampolino di lancio dei giovani, sperequativo dal punto di vista economico-finanziario e certamente lesivo del regolare svolgimento del torneo cadetto, non avendo le seconde squadre in caso di partecipazione alla Serie B, per espressa previsione del C.U. istitutivo, alcun interesse di alta classifica e di promozione.

Una contrarietà ribadita anche nell’ultimo Consiglio federale nel quale la Lega B ha rimarcato come il progetto non sia né decollato né sia stato funzionale alla crescita dei giovani, peculiarità che invece la B garantisce come dimostrano i recenti esordi di Esposito, Gatti e Zerbin in Nazionale maggiore, la presenza di 18 giocatori nell’ultimo stage voluto da Mancini e gli undici convocati da Nicolato nelle qualificazioni europee dell’Under 21.

Di fronte a questo quadro si rileva l’apertura del presidente della Figc Gabriele Gravina, nel corso della seduta sempre dell’ultimo Consiglio federale, per un tavolo di confronto profuturo, così come anche auspicato e richiesto in una lettera del 27 giugno a firma del presidente della LNPB Mauro Balata nella quale si ribadiva con decisione la necessità di condividere anche con la Lega B le ricadute del progetto, in ossequio alle previsioni statutarie al tempo disattese. Un coinvolgimento suggerito anche dalla Giustizia federale nell’ambito del ricorso presentato nel 2019 dalla Lega Serie B, quando si sottolineò la necessità da parte della Federazione di riunire nella discussione tutte le componenti coinvolte.

In quella sede la Lega B ribadirà fortemente la propria contrarietà al salto di categoria delle seconde squadre dalla C alla B, il che provocherebbe una diminuzione della imprevedibilità e quindi dell’interesse del torneo, oltre che della rappresentatività dei territori oggi al massimo della sua espressione, e causerebbe un effetto distorsivo in controtendenza con l’equilibrio gestionale da anni perseguito con una serie di parametri di stabilità e sostenibilità economico finanziaria dell’attività sportiva. Equilibrio da cui dipende la sopravvivenza dei club oltre che l’esistenza del campionato e della stessa categoria.

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